WALLACE STEVENS I RIVOLZIONARI SI FERMANO PER UN'ARANCIATA Capitan profundo, capitan geloso, non chiederci di cantare stando in piedi al sole, schiena pelosa e braccia conserte, costole piatte e sacca grossa. Non c'è nerbo nella musica se non in quel falso. Bellissimo, pomposo, canta un canto della genia dei serpenti, con colli fra le mille foglie, lingue attorno ai frutti. Canta in stivali rozzi con fibbie e stringhe lucenti. Metti le brache di una maschera, giacca metà svasata metà gallonata; metti un casco senza ragione, impennacchiato, inclinato, roteato e storto. Comincia il canto con voce più roca di una pietra che stride.Appendi una piuma presso l'orecchio, accenna ed assumi un'aria furbetta. Questo deve essere lo sfogo della pietà, più profondo di una canzonetta di maggior verità sul nocciolo sghembo, sulla scombussolante realtà.
sul nocciolo sghembo, sulla scombussolante realtà
WALLACE STEVENS I RIVOLZIONARI SI FERMANO PER UN'ARANCIATA Capitan profundo, capitan geloso, non chiederci di cantare stando in piedi al sole, schiena pelosa e braccia conserte, costole piatte e sacca grossa. Non c'è nerbo nella musica se non in quel falso. Bellissimo, pomposo, canta un canto della genia dei serpenti, con colli fra le mille foglie, lingue attorno ai frutti. Canta in stivali rozzi con fibbie e stringhe lucenti. Metti le brache di una maschera, giacca metà svasata metà gallonata; metti un casco senza ragione, impennacchiato, inclinato, roteato e storto. Comincia il canto con voce più roca di una pietra che stride.Appendi una piuma presso l'orecchio, accenna ed assumi un'aria furbetta. Questo deve essere lo sfogo della pietà, più profondo di una canzonetta di maggior verità sul nocciolo sghembo, sulla scombussolante realtà.