odeon 4.0

the percy b. shelley manor


LISA GERRARD COME TENDERNESS  PERCY BYSSHE SHELLEYTHE CLOUD - LA NUVOLADa mari e fiumi porto fresche piogge per i fiori assetati; e alle foglie porto un'ombra leggera quando stanno a riposare nei sogni meridiani. Dalle mie ali stillano rugiade che svegliano uno ad uno i dolci bocci quando sono cullati sul seno della madre che danza attorno al sole. Uso il flagello della sferzante grandine, e imbianco le verdi pianure sottostanti, e poi di nuovo la dissolvo in pioggia, e mentre passo rintronando rido.Setaccio le nevi sui monti e i grandi pini gemono spauriti; tutta la notte è questo il mio cuscino bianco mentre dormo abbracciata con i turbini. Sublime sulle torri delle mie dimore celestiali siede il lampo che mi fa da pilota; e in una grotta è incatenato il tuono, che lotta strenuamente e si dibatte in gemiti terribili; con lieve moto sulla terra e il mare il pilota mi guida, e lo sospinge l'amore di quei geni che si muovono nelle profondità del mare violetto; sui torrenti e le rocce, sui colli, sui laghi e le pianure, ovunque sogni, sotto montagne o fiumi lo Spirito che lui ama rimane; ed io per tutto il tempo mi riscaldo all'azzurro sorriso dei Cieli mentre lui si dissolve nella pioggia.L'Aurora colore di sangue, con occhi di meteora, con le sue piume ardenti dispiegate, balza sopra il mio nembo veleggiante quando la stella del mattino splende quasi svanita; in questo modo, al culmine di una vetta montana che si scuote e oscilla a un terremoto, un'aquila discende e si posa alla luce delle sue ali d'oro. E quando il sole àlita al tramonto dal mare illuminato i suoi ardori di riposo e d'amore, ed il mantello cremisi della sera ricade dal profondo abisso dei Cieli, io mi soffermo con le ali chiuse sopra il mio nido aereo, serena come colomba intenta alla covata.Quella fanciulla sferica ricolma di fuoco bianco che i mortali chiamano Luna scivola splendida sul mio corpo simile a un vello che sia stato steso a mezzanotte dai venti; e ovunque il passo di quei piedi invisibili che gli angeli soltanto possono udire, alla mia tenda abbia sfondato il fragile traliccio che la copre, dietro di lei occhieggiano e spiano le stelle. Io nel vederle rido quando fuggono in turbini e assomigliano a uno sciame di api dorate, e allora allargo lo strappo nella tenda che mi eresse il vento, finché i fiumi sereni e i laghi e i mari come lembi di cielo quaggiù precipitati sopra di me dall'alto di luna e stelle siano lastricati.Cingo il trono del Sole con una fascia ardente e quello della Luna con un cinto di perle; ogni vulcano è spento, le stelle vacillano e ondeggiano quando il turbine spiega il mio stendardo. Da un promontorio all'altro, con la forma dell'arcata di un ponte su un mare torrentizio che resiste a ogni raggio di sole, resto sospesa in alto come un tetto - e le colonne sono le montagne. L'arco trionfale che oltrepasso in marcia con l'uragano e il fuoco e con la neve e le Potenze dell'aria incatenate al carro non è che l'arcobaleno dai mille colori; su cui la sfera di fuoco intrecciava le tinte lievi e la fresca terra sorrideva in basso.Sono la figlia dell'Acqua e della Terra, sono l'allieva del Cielo; passo attraverso i pori del mare e delle spiagge; mi trasformo, ma mai potrò morire. Perché dopo la pioggia, quando la volta del Cielo è immacolata e nitida e i venti e il sole coi convessi raggi levano azzurra la cupola dell'aria, io silenziosamente rido a quel mio cenotafio, e come un neonato dal grembo, come uno spettro dalla tomba sorgo dalle caverne della pioggia e lo distruggo ancora.   epimeteail piombo del cielosi è rifatto luce biancala battaglia combattutanessun vinto, nessun vincitoresi tratta dell'invocazione all'uomodel dio, questa pioggia, in una preghiera veramenteunica ed eterna.e mentre arriccio le dita dei piedidentro le scarpe fradice,ho stampato in faccia il più grande sorriso della giornatatanto ebete da farmi respirare meglio.