odeon 4.0

GALWAY KINNELL


 
GALWAY KINNELLL'ORSO 1A fine invernomi capita di intravedere fili di vaporeche trapelanodalle crepe della neve vecchiae mi chino e vedo un color polmonee ci infilo il nasoe riconoscoil freddo, persistente odore dell'orso. 2Appuntisco la costola di un luposu entrambi i capila avvolgoin una palla di grasso che congelo e lasciosul passaggio degli orsi.E quando è sparitami metto sulle tracce degli orsi,spostandomi in cerchiofinché non mi imbatto nella prima, appena accennata,chiazza scura per terra.Allora partodi corsa, seguo le chiazzedi sangue che errano per il mondo.Nelle nicchie scavate a furia dove ha riposatomi fermo a riposare,sui graffi degli artiglidove si è sdraiato sulla panciaper superare una venatura di ghiaccio infidomi sdraiotrascinandomi in avanti con i coltelli da orso in pugno. 3Il terzo giorno comincio ad aver fame,all'imbrunire mi chino come sapevo che avrei fattosu una merda imbevuta di sangue,esito, la raccolgo,me la ficco in bocca e la mando giù,mi alzoe riprendo a correre. 4Il settimo giorno,ormai mi sostentavo solo del sangue dell'orso,scorgo il cadavere capovolto, lontano avanti a me,un'arruffata carcassa fumantecon la pesante pelliccia che si increspa al vento.Lo raggiungoe guardo gli occhi piccoli, vicini,il muso sgomentoriverso sulla spalla, le naricidilatate, che forsehanno percepito il primo sentore di mementre moriva.Gli squarciouna forra nella coscia e mangio e bevo,lo squarto da cima a fondolo apro e ci entro dentroe me lo chiudo addosso, contro il vento,e dormo. 5E sognodi trascinarmi esanguesulla tundra,pugnalato due volte da dentro,lasciandomi dietro una scia di sangue,sangue che sgorga comunque, a dispetto di dove, come mi muovo,di qualsiasi parabola di trascendenza orsina,di qualsiasi danza di solitudine accenni,qualsiasi balzo artigliato dalla gravità,qualsiasi arrancare, qualsiasi grugnire. 6E poi un giorno barcollo e cado-cado su questoventre che ce l'ha messa tutta a resistere,a digerire il sangue che gli colava dentro,a dissolveree digerire l'osso stesso: e adesso il ventosoffia accarezzandomi, soffia viai rutti ripugnanti di sangue d'orso mal digeritoe di stomaco marcioe il normale, orribile odore di orso,soffia sullamia lingua pesta e ciondolante una canzoneo un urlo, finché non penso che mi devo alzarea ballare. E giaccio immobile. 7Mi risveglio, penso. I fuochi fatuiriappaiono, le ochedi nuovo in formazione sulla rotta di volo.Nella sua grotta sotto la neve vecchia la mamma-orsogiace, leccapelo raggrumatoe occhi lacrimosi facendone formecon la lingua. E avanti con unpasso arrancante di zampa pelosa,e un altro portato grugnendo,e un altro,un altro,il resto dei miei giorni li passovagando: divagandosu cosa, comunque,fosse quell'infuso viscoso, quel gusto rancido di sangue, quella poesia, di cui vivevo.traduzione di damiano abeni e moira egan  
 
 Several, emancipazione musicaleredemption song per voci di Johnny Cash e Joe Strummer " (...) Emancipatevi dalla schiavitù mentaleSolo noi stessi possiamo liberare la nostra menteNon aver paura dell'energia atomicaPerchè nessuno di loro può fermare il tempoPer quanto ancora dovranno uccidere i nostri profeti,Mentre stiamo da parte e guardiamo?Si, alcuni dicono che è solo una parte di questo:Dobbiamo adempiere al libroNon mi aiuterai a cantareQuesti canti di libertà? (...)"Bob MarleyTobias, note sul "cacciatore primordiale" daThe Revenant, composed by Ryuichi Sakamoto and Alva Noto with additional music by Bryce Dessner  wooden, che contiene, con serena consapevolezza, partecipazione e distacco, il divenire:"Spettacolare come solo la banalità della ferocia,per saziare la fame, del sangue per acquietare la sete,della poesia per riscoprirsi selvaggiamente ululanti, su sentieri di una ancestralità obliata ma pur sempre presente."roberta, la chiarezza ed il riconoscimento:"siamo NOI. si. siamo noi; sa descriverci"fuck notati riposano le parole dentroquesto da tutta la vita.scivola una scheggia di selce,tra le dita,tu la sfiori, la saggi, la soppesi,l'impugni e,priva di tutto il coraggio del mondo,l'affondi in centro al dolore.ti sgorgano le parole dentro questo per tutta la vita.