odeon 4.0

e la mia ombra mi racconta


 "Ai nostri piedi, le nostre ombre parallele, vicine e unite, tracciavano un disegno incantevole.". Marcel Proust  da: la Recherche 
Madeleine Peyroux-Weary Blues-fucknota  e trascorrono quasi tre ore guardandosi.si puà apprezzare, osservandoli, una sorta di iniziale riconoscimentoche effettivamente non esiste, lo spiega chiaramenteil genere di stretta di mano che si scambiano:sembra energica, forse hanno le mani caldee piacevoli al tatto entrambi, ma è piuttosto difficile stabilirlo.entrambi sono intenti a dimostrare, apparentemente, una certa presenzadi sé.terminate le presentazioni rientrano neipropri ruoli: lei in piedi, continua una conversazionegià in corso mentre lui si accomoda su di una poltrona, accanto ad altre persone, è ovviamenterilassato, lo dice la postura che assume.anche lei, poggiata tranquillamente ad una parete,ha la stessa compostezza dell'agio.quando la situazione entra nel vivo, osservandol'uno e l'altra appare evidente che non smettanodi ricercarsi con lo sguardo, in modo sorprendentementenaturale, pur continuando,ognuno, ad intervenire nella collegialità di un dialogo a più voci, senza però mai rivolgersi direttamente l'uno l'altra e viceversa.questo dura per tutto il consesso.alla fine, mentre lei sta allontanandosi dopoavere indossato la propria giacca, salutato tutti è lui che, indossato il cappotto la raggiunge e le porge la mano a modo di saluto ed invito. lei la stringe per qualche istante.ora, con la luce alla spalle, a terra queste due persone, proiettano un curioso intreccio di ombre.siamo lo spazio che occupiamo e l'ombra che proiettiamo in una sera qualunque.