Alla fine non ce l’ho fatta.Quando ho rivisto il monolocale 40mq che sembrano 25, quando nell’accorgermi che nel bagno io e l’agente immobiliare, insieme, non ci entravamo,quando ho visto quanto farneticava, il poveretto, per convincermi di che buon affare fosse, ho mollato.E a niente è valsa la splendida via, il verde e il silenzio e il supermercato sotto casa.E quel cretino di agente che non faceva che dirmi quanto sarebbe stata solo una sistemazione di passaggio perché poi, vedrai, trovi un fidanzato e vai a vivere con lui e tutto cambia.Come se fosse l’unica soluzione fattibile, unirsi per cumulo di beni.E io non ce l’ho neanche fatta a rispondergli che in realtà io un fidanzato ce l’ho e che non mi è parso mai uno dei traguardi indispensabili per avere un tetto sopra la testa,che cercavo semplicemente una cosa solo mia, un briciolo di indipendenza, una mia dolce tana.Sono uscita a passo svelto dal palazzo e quasi mi è dispiaciuto per il sole alto, perché desideravo solo camminare veloce nel freddo e coprirmi il viso con la sciarpa.Quando è squillato il telefonino ho sentito la mia voce dire a ripetizione “sono venuta a Milano per far la morta di fame, per far la morta di fame”e sono scoppiata in un pianto liberatorio davanti allo sguardo allibito dei passanti.Per un attimo mi è venuto davvero, di prendermela con lui.Di prendermela con lui perché non è ricco, di prendermela con lui per il suo passato, per le scelte sbagliate, per il trauma che per sempre si porterà dietro e che mi ha un po’ trasmesso.Ho inghiottito l’insensato risentimento insieme alle lacrime, la faccia nella sciarpa l’ho affondata lo stesso.Sono un’adulta.Sono UnaPersona AdultaEppure non riesco a trovare una straccio di spazio in questa vita.
Qualcuno mi presta 150.000 Euro?
Alla fine non ce l’ho fatta.Quando ho rivisto il monolocale 40mq che sembrano 25, quando nell’accorgermi che nel bagno io e l’agente immobiliare, insieme, non ci entravamo,quando ho visto quanto farneticava, il poveretto, per convincermi di che buon affare fosse, ho mollato.E a niente è valsa la splendida via, il verde e il silenzio e il supermercato sotto casa.E quel cretino di agente che non faceva che dirmi quanto sarebbe stata solo una sistemazione di passaggio perché poi, vedrai, trovi un fidanzato e vai a vivere con lui e tutto cambia.Come se fosse l’unica soluzione fattibile, unirsi per cumulo di beni.E io non ce l’ho neanche fatta a rispondergli che in realtà io un fidanzato ce l’ho e che non mi è parso mai uno dei traguardi indispensabili per avere un tetto sopra la testa,che cercavo semplicemente una cosa solo mia, un briciolo di indipendenza, una mia dolce tana.Sono uscita a passo svelto dal palazzo e quasi mi è dispiaciuto per il sole alto, perché desideravo solo camminare veloce nel freddo e coprirmi il viso con la sciarpa.Quando è squillato il telefonino ho sentito la mia voce dire a ripetizione “sono venuta a Milano per far la morta di fame, per far la morta di fame”e sono scoppiata in un pianto liberatorio davanti allo sguardo allibito dei passanti.Per un attimo mi è venuto davvero, di prendermela con lui.Di prendermela con lui perché non è ricco, di prendermela con lui per il suo passato, per le scelte sbagliate, per il trauma che per sempre si porterà dietro e che mi ha un po’ trasmesso.Ho inghiottito l’insensato risentimento insieme alle lacrime, la faccia nella sciarpa l’ho affondata lo stesso.Sono un’adulta.Sono UnaPersona AdultaEppure non riesco a trovare una straccio di spazio in questa vita.