Relative

[in]comprensibilismi


da giovane, quando scrivevo e leggevano quel che scrivevo, spesso il commento era: per me è troppo difficile da capire, non sono alla tua altezza. da tracotante insicuro qual ero la cosa mi faceva piacere. era come dimostrare d'esser un fine pensatore. in realtà ero solo un pirla. non avevo ancora fatto mio l'assunto fondamentale: se cazzo scrivi, sarebbe d'uopo farti cazzo capire.quando cercai di smettere, di far l'ingegnere intendo, frequentai un master. gran parte del masterizzare verteva sullo scrivere. scrivere per farsi capire. era uno scrivere per il gueb. io estesi il concetto. e cambiai lo stile di scrittura. che poi sarebbe quello che uso ora. quindi anche quello di questo post.ora. tecnicamente quel cazzo di master potrebbe aver miseramente fallito. e non solo per il fatto di aver usato due avverbi in un unico periodo. ma anche perché non sia mai riuscito a smettere, intendo sempre la storia del far l'ingegnere.ed i miei post spesso sono poco comprensibili. ora lo vedo come un piccolo fallimento postico. la splendida psicoalchimie dice che dovrei sintetizzare. il miko luca sostiene d'esser certo che io non penso in maniera così complicata. son solo due, tra le tante suggestioni suscitate.il fatto è che i pensieri mi escono così. e a me sembrano lisci e fluidissimi. solo escono rapidi e poco controllati. e provo a fissarli scrivendoli, così che non se ne vadano. ecco perché scrivo "molto", e non sintetizzo. perché a volte l'idea deve essere stanata, e la stano ragionandoci sopra. solo che io scrivo anche il fatto provi a stanarla. e quindi le subordinate, gli innesti con le parentesi quadre. ecco perché sembra complicato. ecco perché s'abbassa la leggibilità. perché c'è un sacco di scarto. che in teoria non dovrebbe finire in un post. o quelle cose lì.poi io mi diverto a far il cazzaro. e spesso imbelletto. e quindi quando i pensieri escono, lisci e fluidi, è come se scoppiassero come popcorn. o come i pistolotti degli spatzle, che finiscono in acqua bollente e s'attorcigliano, che nemmeno i capelli pettinati dal cuscino. e quindi un florilegio di parole poco comuni. che potevo scrivere "una quantità elevata di parole poco comuni". però, cazzo, florilegio ha una sua bellezza ed evoca da par suo. suona bene e racconta meglio l'imbellettamento.  ci sono un sacco di parole poco comuni che sono bellissime. e che hanno un significato che è quello che proprio mi serve: quasi che fossero la musica che esattamente mi sento in testa. e quindi le circonlocuzioni, i calembour e queste scribocazzate qui.però un post deve essere capito. magari non fino giù nel fondo. perché spesso ha mimetizzati pezzi che sono delle piccole evocazioni, pensate pensando a qualcuno. se non si capisce è un piccolo fallimento. quindi fallisco, piccolopiccolo, spesso. quindi dovrei fallir, piccolopiccolo, meno.avrò fallito con questo? questo post, intendo.