Relative

post con un groppo in gola, e molta rabbia in corpo


scrivo questo post con serena rabbia. scrivo confuso e confuso forse verrà. scrivo con qualche giorno di ritardo. scrivo perché dopo il groppo, le immagini dei morti stampate sulla retina, il pensiero di quelle povere persone annegate, le lagrime di ieri di sfogo, è tempo di scrivere.scrivo incazzato perché ho sentito cose che mi hanno fatto male e messo molta rabbia addosso. se possibile il razzismo leghista putrescente, e la viscidità di una certa parte della destra mi provocano un disturbo forse mai esperito prima. ho addosso a riguardo una nausea che mi fa girar dentro pensieri di schifo che non vorrei mi intossicassero. non lo voglio perché mi pare che queste tossine stiano ammorbando sempre più persone. situazione da cui prendere [snobbisticamente? pace] le distanze.giovedì mattina, quando si è capito la portata di quel naufragio mi è balenata anche la convinzione che, quell'evento terribile e tragico, almeno obbligava ad aprire gli occhi. perché decine di body-bag allineati sul molo è il minimo che ci toccasse sopportare vedere. senza voltare lo sguardo.io per primo.anche se io lo so che queste cose accadono da almeno quindici-vent'anni, ma mi son trastullato a far le pulci al nano coi capelli di kevlar. io lo so che le stime parlano di almeno quindicimila morti. quindicimila, cazzo, e poi me ne dimentico. io lo so che succede ai migranti prima di imbarcarsi in quelle carrette, che mi lamento per cose che sembrano stronzate. io lo so che capita a loro cose che io faccio solo fatica a immaginare, figurarsi riuscire a sopportarle sulla mia pelle debosciata di depresso occidentale frustrato. io lo so la disperazione e la forza di volontà devono avere per andarsene dalla loro casa, la loro terra, mentre non mi è mai capitato di dire ad un padano quale immensa stronzata è la padania. io lo so che abominio possono essere i cie, anche se mi distraggo per altro. io lo so che scempio giudirico è il concetto di immigrazione clandestina, ma al limite firmo le petizioni per abolirla.insomma, io lo so. nonostante le mie manchevolezze so tutto questo. e soprattutto lo so senza bisogno di vedere. anche se non son riuscito a togliere lo sguardo dentro a quelle bare disposte in quell'hangar, a guardarmi e riguardarmi i video dei soccorsi. sentirmi il groppo in gola ad osservare il pianto a dirotto di quella soccorritrice.e quindi oggi ho avuto una consapevolezza chiara. e non mi importa molto se può sembrare spocchiosa o con apparenti convinzioni di superiorità: anche perché mi è montata una rabbia che non auguro a nessuno. quando stamani alcune delle istituzioni hanno guardato anche loro quelle bare, hanno contato i morti, hanno preso - mi auguro - lo schiaffo in faccia di quella distesa di assurdità, e poi hanno dichiarato fosse necessario cominciare fare qualcosa. voglio crederci, voglio pensare che si impegneranno. che qualcosa cominci finalmente a cambiare. ma ho anche pensato quanto sia stato stronzo e cieco doverci arrivare perché prima si sia dovuto guardare. vederli, i morti. non riuscire ad arrivarci ragionando sul problema e sui modi beceri con cui si prova ad arginare la marea della migrazione: che è vecchia come l'umanità. senza la capacità di fermarsi e valutare prima delle conseguenze di queste cause sciagurate. che anche un pistola come me sapeva e conosceva, nonostante tutto.e mi son sentito fiero di tutti coloro mi insegnano la teoretica. ed anche un po' più avanti. nonostante a volte me ne dimentichi, guardando il mio ombelico. la rabbia mi ha pervaso. ma anche la sensazione di essere sulla strada giusta. nonostante tutti i miei torti.