Relative

madiba


c'è un concetto fugacissimo che mi rimbalza tra le sinapsi da qualche tempo. qualche anno, via. una specie di intuzione in sedicesimi, un'epifania de noartri, una folgorazione in miniatura. ma che è lì piantata nella testa, e non se ne va.è una cosa che si potrebbe riassumere così: l'umanità sta progredendo in maniera inesorabile ed inevitabile. come una specie di cervello condiviso che sta imparando. tante sinapsi che via via si strutturano. e si diventa più intelligenti. prima persona plurale per intendere tutta l'umanità: humankind, rende al meglio il concetto, nella pragmatica degli anglosassoni.il fatto è che certe sinapsi, fondamentali per stabilire nuovi circuiti neuronali nuovi progressi che poi diventano patrimonio acquisito comune, prendono vita grazie a neuroncini, che sono neuroncini più di altri.ecco, madiba è uno di quelli.è la prima cosa cui ho pensato appena ho saputo se ne fosse andato. una convinzione talmente profonda e riconoscente che accompagna questa sensazione lieve, che mi sento dentro. come fossi un po' unito - neuroncino de noarti - a tutti gli altri neuroncini che sono scossi, colpiti, emozionati dalla stessa notizia. quasi appia  strano che uno come lui possa semplicemente non esserci più. forse perché quello che continuerà ad esserci è la pietra angolare che ha posato - immortale - nella storia del suo paese. e nella storia della humankind.era un pugile. era uno che combatteva, anche con violenza. era uno che incassava. e poi è diventato l'uomo della pacificazione. probabilmente è questa tenacia ruvida da neuroncino inscalfibile che lo rende così amabile e amato.se n'è andato. ma ormai la cosa pare ormai già un dettaglio, ad essere sinapticamente consapevoli, e grati: tutti quelli che voglion esser neuroncini con quanto comunque ci lascia. roba viva. roba molto viva.