Relative

mare d'autunno


mio nonno vide il mare quando era già nonno da un po'.lo portarono all'euroflora di genova. chissà che gli passò per la mente quando se lo trovò dinanzi.chi nasce e cresce sul lago, un lago prealpino, una qualche presa di posizione di piccolo campanilismo acquifero gli scappa.roba del tipo "sì, però. noi si ha di fronte la riva, mica questo piattume dell'orizzonte lisicio davanti".ma è piccolo campanilismo.ma in fondo rimane sempre un concetto un po' estraneo. il mare intendo. anche se non credo sia la stessa cosa da chi arriva dalla pianura, o dalla città d'interno. chi non ci è nato sul mare.sarà per questo che ogni volta mi prende un po' di questa sensazione di estranea stranità.però è piacevole, tutto sommato.'sta storia della battigia: dove finisce il mare e dove inizia la terra?l'ipnotica ripetitività dell'onda che rifrange: una specie di OMMMM crestondifero.il baluginio del faro, che è come se emergesse da un sorta di sogno da sveglio, che poi sarebbe la foschia trapassata dalla lucciola gigante.
e poi leggere sulla spiaggia, pure spiaggia d'autunno [il mare d'inverno è un concetto col copyright] ha comunque un fascino tutto suo. specie nel rosso del tramonto. che qui lo senti che sei molto più a est del solito: scura a cchiu prestu....pse comunque i medici di base non perdono occasione per dimostrarsi piccoli, concentrati sul loro ombelico, e campioni di particolarismo personale. azzz...