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L'elezione di chi guiderà le assemblee di Montecitorio e Palazzo Madama potrebbe essere un punto di partenza nel dialogo tra i partiti che potrebbe fare da seme da innaffiare anche verso la composizione di una maggioranza di governo. E nel 2013 Bersani da presidente incaricato, proprio con le candidature di Pietro Grasso e Laura Boldrini tentò di aprire un dialogo con M5s, anche per un eventuale appoggio esterno o un via libera a un governo di minoranza. Per succedere a Piero Grasso gli altri nomi che si fanno sono quelli di Paolo Romani (Forza Italia, ma ben visto anche dalla Lega e dialogante anche col Pd, quindi con chance di farcela presto nelle votazioni che partiranno a fine mese), di Emma Bonino (che potrebbe raccogliere un pacchetto di voti trasversale, ma non si capisce quanto sostenuta dalla Lega), mentre si parla di quotazioni al ribasso per Roberto Calderoli, che negli ultimi 17 anni è stato per 10 il vicepresidente a Palazzo Madama e conosce molto bene i regolamenti. Alla Camera, dove è più probabile che venga eletto un presidente in quota M5s (e a quel punto il Senato andrebbe al centrodestra), per il momento le indicazioni vanno verso un esponente che già conosce da dentro le istituzioni (il deputato Roberto Fico, già presidente della commissione Vigilanza e ritenuto capo di una corrente più movimentista rispetto alla linea di Di Maio) e chi, invece, per lavoro è stato abituato a confrontarsi con tutti, cioè l'ex direttore di SkyTg24 Emilio Carelli, che per 23 anni ha lavorato in Fininvest e poi in Mediaset, quindi con numerosi contatti dentro Forza Italia.