OLBIA

OLBIA GALLURA IL Pdl ha paralizzato il passo non troppo spedito della macchina amministrativa.


 da La Nuova Sardegna LUNEDÌ, 16 MARZO 2009IL CENTRO STORICO IN AGONIA Cantieri immobili, la città chiude per fallimento Bloccata da mesi la macchina dei lavori pubblici. I commercianti in affanno   Braccio di ferro con la Tor di Valle LO SCOLASTICO
OLBIA. I lavori per la nuova sede del Comune nell’edificio dello Scolastico nel cuore della città sono fermi da alcuni mesi. La società che gestisce l’appalto, la Tor di Valle, chiede all’amministrazione un ritocco verso l’alto dei prezzi. Dopo un primo scontro, le trattative vanno avanti da diversi mesi tra le parti, ma l’intesa non è stata ancora raggiunta. Nel frattempo il cantiere rimane fermo.Ancora uno stop per la copertura PIAZZA MERCATO
OLBIA. In piazza Mercato, il simbolo delle incompiute in città, i lavori sembravano a una svolta. Pavimentata la piazza, manca ancora la copertura. Il Comune deve trovare un’impresa pronta a montarla. Deve essere concluso anche il bar-fontana, che l’amministrazione tenta di costruire nella piazza. Nell’attesa le attività commerciali continuano a fallire nella piazza dimenticata.  Il simbolo delle incompiute VIA DELLE TERME
OLBIA. In questi mesi ha scalato la classifica delle incompiute fino a diventarene un simbolo. I 200 metri di via delle Terme sono un monumento alla burocrazia. L’impresa che li portava avanti, la Pana, è fallita quattro mesi fa. Da allora il Comune ha lottato contro le contorte leggi dello Stato per far subentrare nei lavori la seconda classificata nella gara d’appalto. I soldi ci sono, l’accordo quasi. 
di Luca Rojch  OLBIA. Il silenzio come colonna sonora dei cantieri del centro. Dopo quasi tre mesi tutto è ancora fermo nel cuore della città. Il motore dell’economia si è fermato, complicato farlo ripartire. Pistoni arrugginiti dalla crisi. A gettare sabbia nel motore si mette anche un’altra crisi, tutta politica. L’assalto alle poltrone lanciato dai dissidenti del Pdl ha paralizzato il passo non troppo spedito della macchina amministrativa. Come una calamita la guerra tra le maggioranze ha attirato tutte le energie su di sé. Mentre il centrodestra litiga, la città reale rimane immobile. In via Acquedotto continua la lenta agonia dei negozi. Una sorta di eutanasia delle insegne che si spengono in modo inesorabile una dopo l’altra. Negli ultimi mesi altre tre attività hanno chiuso. Nessuna forma di compassione. Piazza Mercato continua a rimanere una quasi compiuta. La maggioranza sembrava pronta al cambio di passo. Il sindaco Gianni Giovannelli aveva fatto capire di essere in stretto contato con la società che doveva subentrare alla Pana, l’impresa fallita che aveva lasciato a casa i lavoratori e a metà i cantieri. I contatti con la seconda classificata nella gara di appalto erano al rush finale. La Gedi, che doveva subentrare negli appalti, stava per chiudere l’accordo. Ma la crisi, fatta esplodere il giorno dopo che la giunta regionale è stata completata, ha paralizzato tutto. Poco conta se da mesi tutti sapevano che gli equilibri precari che tenevano in sella Giovannelli sarebbero saltati appena le urne si sarebbero chiuse. Puntale la bomba a orologeria è scoppiata. Ma a restare ferita in questa guerra fratricida sembra essere la città. Le commissioni, già in stand-by per tutto il periodo elettorale, ora sono di nuovo bloccate. Gli effetti si vedono anche sui lavori al centro. Via delle Terme è uno dei monumenti alla lentezza. Da oltre sei mesi chi vive nei 200 metri che partono da via Porto Romano attende che il Comune completi i lavori. Per ora la strada resta un insieme di buche, terra battuta, tubi di pvc e cavi scoperti. L’istantanea di un cantiere immobile da troppo tempo. La pazienza dei commercianti è finita e anche le attività commerciali della via sono vicine al collasso. «Ho perso il 50 per cento del giro di affari - spiega il proprietario della lavanderia Apegreen, in via delle Terme -. Da mesi attendiamo che i lavori riprendano. A noi sono rimasti solo i disagi. Delle promesse non sappiamo più cosa fare. Io guardo i fatti. Lo scarico delle acque nere è coperto solo da una lastra di ferro. I profumi non troppo gradevoli invadono la via. Provate voi a convincere qualcuno a passare qua. A piedi. Perché le auto non possono più entrare da più di un anno». Il disagio dilaga nel centro storico mentre le insegne delle attività commerciali si spengono e la politica lavora per decidere chi dovrà sedersi nella poltrona di assessore.---------------------- da La Nuova Sardegna LUNEDÌ, 16 MARZO 2009Oggi l’autopsia del caporale Maurizio Loi si è schiantato a Tempio con la sua moto
OLBIA. Il corpo di Maurizio Loi, il giovane militare, morto nello scontro tra la sua moto e una Fiat Multipla nella zona industriale di Tempio, è stato trasportato a Sassari per l’autopsia che avverrà in mattinata. Nessun giallo, ma una procedura standard. I funerali del caporale della Brigata Sassari non sono stati ancora fissati. La città è sotto choc dopo la morte del giovane di 27 anni che con la sua Yamaha R6 si è scontrato con una Multipla in un lungo rettilineo della zona industriale. L’auto svoltava a sinistra per entrare in un autolavaggio, Maurizio in sella alla sua moto aveva già impostato il sorpasso. Impossibile evitare l’urto violentissimo. La moto si è disintegrata nello scontro con il lato sinistro della macchina. Il militare è stato sbalzato dalla Yamaha ed è morto sul colpo. I volontari del 118 non hanno potuto fare nulla per lui. L’uomo che guidava la macchina, Antonello Meloni, 39 anni, di Calangianus, ha riportato un trauma cranico e alcune ferite, ma non è in pericolo di vita. I carabinieri sono al lavoro per ricostruire la dinamica e capire di chi siano responsabilità dell’incidente.---------------------