OLBIA

OLBIA GALLURA Il centrosinistra tende la mano a Giovannelli Il sindaco: «Lusingato, ma voglio cercare un accordo....


  da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 01 APRILE 2009CRISI COMUNALE, LE TRATTATIVE Il centrosinistra tende la mano a Giovannelli Il sindaco: «Lusingato, ma voglio cercare un accordo con la mia maggioranza» L’opposizione: «Accordo sui temi nessuna poltrona e niente inciuci» 
di Luca Rojch OLBIA. Il primo giorno da separato in casa delle libertà Gianni Giovannelli lo passa a consolare le truppe e ripassare i giochi di prestigio. In 20 giorni deve riuscire a mettere insieme una maggioranza tra 2 gruppi in guerra. Il sindaco si prepara a far riapparire la giunta, dopo averla smaterializzata nel cuore della notte. Contagia buonumore. Sorride a tutti, distribuisce pacche e abbracci. In aula ha fatto approvare il bilancio, poi si è dimesso. Lui ci fa un figurone, la maggioranza una figuraccia. Chi lo immagina depresso e desolato rimarrà deluso. La storia d’amore non è che sia stata tutta cuori e lacrime. Lui smanetta su internet e garantisce a tutti che non ha nessuna idea di mollare. «Non temo le elezioni - dice -, ma vorrei portare a termine il mandato. Se si andrà di nuovo al voto io mi ricandiderò». Incassa anche una grande apertura dal centrosinistra, pronto anche a dialogare con il sindaco per il futuro della città. Ma il Pd parte con un attacco frontale al centrodestra. Il Partito democratico stanco di fare lo spettatore del divorzio nella casa delle Libertà trova il coraggio e annuncia l’uscita di un dvd tutto dedicato alla crisi. «Abbiamo assistito a una delle pagine più tristi della storia della città - dice Nardino Degortes -. Si deve dare la possibilità ai cittadini di vederla e rivederla. Di osservare alla moviola tutta la collezione di miserie umane, le parole non sono mie ma della maggioranza, di accuse e minacce. Si è parlato almeno in parte dei motivi della crisi, delle poltrone in muratura. Anche se i veri motivi di questo strappo ancora non sono stati detti. Il Comune va avanti in un clima al veleno fatto di microspie, di sospetti, di un sindaco che dice di essersi occupato poco di cemento e di una parte della maggioranza che sogna assessorati all’Urbanistica. La madre di tutte le battaglie. Abbiamo visto il capo dei rivoltosi, Settimo Nizzi, invocare una guerra da portare in aula, nelle commissioni e per strada. Una frase che mi ha fatto rabbrividire. Olbia non è Beirut, né Belfast». Ma l’opposizione non sceglie di entrare solo con la ruspa sui resti della casa delle libertà. «È evidente che il nostro ruolo è di opposizione - dice Degortes -. Conosciamo il nostro compito. Sappiamo anche che di fronte al fallimento di questa maggioranza litigiosa c’è il baratro di un anno di commissario prefettizio. Siamo pronti a tendere la mano al sindaco. Ma a determinate condizioni. Non vogliamo nessuna poltrona. Siamo disposti solo a parlare di grandi temi, di ciò che è il bene di Olbia». Ma se Degortes si veste da crocerossina di una maggioranza in coma, il consigliere Luigi Damigella sparge sale e aceto sulle ferite. «Noi siamo l’opposizione - dice - non ci tireremo indietro, ma non siamo disposti ad assistere a questa lotta in maggioranza per la spartizione del mattone». Carlo Careddu mette l’accento su chi ha pagato il prezzo della crisi. «In questo scontro di potere la vittima è la città - accusa -. I ribelli del Pdl hanno bloccato le commissioni. Hanno paralizzato le attività del consiglio. Da Pittulongu al Puc, tutto è fermo per causa loro. La loro politica del fare è un paravento che ha nascosto un’azione costante di sabotaggio». Antonio Loriga continua il pressing. «Mi chiedo dove fosse il rappresentante della commissioni trasporti alla Camera, Settimo Nizzi, nel caso Meridiana - accusa -. Non è mai intervenuto». L’ultimo affondo è di Rino Piccinnu. «Ieri c’è stata la Waterloo di Nizzi come hanno dimostrato i fischi del pubblico - dice -. Il centrodestra litiga sulle poltrone, rimane assente sulle esigenze del territorio. Sui fondi scippati dal governo per la Olbia-Sassari, su quelli per l’aeroporto volati via». Il centro sinistra tende la mano al sindaco. È pronto al dialogo.Giovannelli incassa il successo, ma è molto cauto. «Mi fa piacere che l’opposizione mi dia un attestato di stima così profondo - spiega -. Prendo atto della manifestazione di disponibilità del centrosinistra che dichiara in modo netto la separazione dei ruoli tra maggioranza e opposizione anche se ci dovessero essere convergenze. Non c’è nessuna intenzione di fare inciuci. La separazione è netta. Ma per prima cosa la verifica deve essere fatta all’interno della maggioranza che ha un suo programma. Ho fiducia di trovare una soluzione». Ritorna sulla notte di passione che si è chiusa con le sue dimissioni. «Ho fatto approvare il bilancio - dice Giovannelli -. Questa è forse la cosa più importante. In questo modo la città non è rimasta paralizzata. Le dimissioni non mi turbano. Sono molto sereno. Direi che è quasi una liberazione. Per prima cosa ho le mani libere in questi 20 giorni di trattare a tutto campo con le forze politiche. Poi ero stanco di vivere una conflittualità permanente. Sono stato messo in dubbio dopo una settimana di lavoro. Qualcuno è andato a controllare quante delibere erano state fatte. Poi siamo passati alla scarsa frequentazione delle commissioni. Un altro passo è stata l’assenza in consiglio di parte della maggioranza per l’approvazione del piano assistenziale per le fasce deboli. Erano passati un paio di mesi dall’insediamento. Il dissidio strisciante è continuato. È esploso in estate con la prima crisi». Nessuna paura di parlare di un dopo Giovannelli. «È un momento particolare - aggiunge -. Pensate a cosa significa affrontare la crisi economica e il G8 per oltre un anno con il commissario prefettizio. Dobbiamo essere responsabili verso la città. Ho ricevuto la disponibilità di tutti gli assessori. Le consultazioni sono già partite. La base è che non ci sarà nessuno stravolgimento del patto con i cittadini dei ruoli istituzionali». Il sindaco non si sente tradito dalla sua maggioranza. «Le critiche politiche le accetto - dice -. Quello che mi ha fatto male sono quelle personali. Una parte della maggioranza non mi riconosce come sindaco, questo fin dal primo momento. Se una critica fosse iniziata dopo due anni di mandato, avrei capito. Ma queste accuse sono arrivate in alcuni casi dopo 20 giorni. Qualcuno si è messo il problema di vedere quante delibere di giunta avevamo fatto».-----------------------------------------
------------------------- da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 01 APRILE 2009L’ACCUSA «Giunta debole, meglio cambiare»
OLBIA. Nessuna paura di andare al voto. Le urne vengono invocate come ricetta al male della città. La giunta Giovannelli. I 14 dissidenti del Pdl, guidati dal consigliere onorevole Settimo Nizzi, chiedono più visibilità per rilanciare un’azione di governo troppo fiacca. Sono convinti che solo con il controllo di tre assessorati chiave, Urbanistica, Attività produttive e Lavori pubblici, riusciranno a dare impulso alle iniziative di crescita della città. Non ne fanno una questione di nomi, né di poltrone. Hanno sempre proposto dei tecnici per i tre assessorati. Tra i nomi papabili circolati in questi giorni per l’Urbanistica c’è Livio Fideli, ex assessore della giunta Nizzi. Hanno detto di non volere sfiduciare il sindaco, ma di fatto il loro muro, non un passo indietro sui tre assessorati, ha portato Giovannelli, anche lui fermissimo sul suo no alle richieste, alle dimissioni. In aula hanno votato il bilancio dopo che il sindaco ha assicurato loro che avrebbe gettato la spugna e aperto la crisi. (l.roj.)------------------------------------------- da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 01 APRILE 2009LA DIFESA «Non si accettano imposizioni»
OLBIA. Nessuna voglia di cedere alla proposta indecente. Tre assessorati al mattone, Urbanistica, Attività produttive, Lavori pubblici, in cambio della fiducia da parte di una fetta della sua maggioranza. Gianni Giovannelli ha preferito fare un passo indietro. Impossibile per lui mandare a casa Marzio Altana, Vanni Sanna e Gesuino Satta, i tre assessori. I più votati dei loro partiti. E forse Giovannelli non ha neanche il potere di dire al vicesindaco Altana: «Grazie, vai a casa». Fa parte del ticket, per dirla all’inglese che va di moda. In altre parole fa parte del kit da sindaco che i partiti gli hanno dato in mano con la candidatura. Per una parte della stessa maggioranza la proposta è un geniale trappolone per costringere il sindaco a farsi da parte e lasciare il posto a un nuovo-vecchio sindaco. Un dialogo quasi impossibile con l’altra metà della maggioranza. Una telenovela con l’epilogo drammatico delle dimissioni in aula dopo una seduta fiume e l’approvazione del bilancio. (l.roj.)--------------------- da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 01 APRILE 2009I partiti. Grandi manovre tra i banchi della minoranza In Consiglio il gruppo unico del Pd, ma Varrucciu sceglie l’Italia dei valori
OLBIA. L’opposizione si riposiziona. Marco Varrucciu annuncia il suo passaggio all’Italia dei valori. Una dichiarazione che arriva nello stesso giorno in cui il Pd comunica la nascita in consiglio del gruppo unico. «Ho protocollato la mia adesione al partito dell’Italia dei valori - dice -. Da dicembre ho deciso di non aderire al tesseramento Pd. Non condivido i principi ispiratori e costituenti. Ho scelto l’Idv. Un partito attento ai bisogni reali delle persone che alle regionali ha ottenuto oltre il 9 percento in città. Un risultato che merita attenzione. Siamo la seconda forza del centrosinistra in città, in provincia e in regione. Da oggi rappresenterò l’Idv nelle fila della minoranza e in collaborazione con il resto dei colleghi di opposizione. II mio impegno sarà promuovere la redazione del piano urbanistico comunale per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e non per fare ammassi di volumetrie. Mi batterò per i piani di risanamento e vigilerò sull’espansione selvaggia di metri cubi». (l.roj.)-------------------