OLBIA Quaranta più il sindaco. È il Consiglio comunale dell'era Giovannelli con l'ex berlusconiano che vince (bene) ma senza sfondare il muro del 60 per cento. Vuol dire che la “sua” Coalizione civica prende un solo premio di maggioranza portando a casa 24 scranni (la quota massima era 27). Il centrodestra si ferma a 16, compreso Settimo Nizzi , il deputato battuto a sorpresa. Ma siccome il destino è strano, percentualmente i pidiellini quasi doppiano i democratici (29,62 contro 17,22): sono il primo partito delle urne e piazzano 12 consiglieri.
IL PD Dunque, hanno un nome i nuovi 40 dell'Aula. In quota maggioranza, ecco il Pd, forza leader con 8 scranni. Da più votato delle elezioni, entra intanto il senatore Gian Piero Scanu . Seguono Rino Piccinnu , Carlo Careddu , Gianni Ricciu , Antonio Loriga , Marino Achenza , Ivana Russu e Luigi Damigella . Tranne la Russu, sono tutti uscenti. Esclusi, al momento, Liliana Pascucci e Ninni Chessa . Ma considerando che il Pd potrebbe avere tre assessorati, i due ex verrebbero ripescati insieme Pietro Spano , primo dei non eletti.
LA LISTA DI GIOVANNELLI Sono 5 gli scranni che vanno ai “civici”. Nell'ordine: Vanni Sanna , Stefano Giua , Davide Bacciu , Andrea Serra e Monica Fois . La lista ipoteca uno o due posti in Giunta: così verrebbero salvati Luciano Lombardo , pure lui un uscente, e Serena Deiana .
IL POLO PER L'ITALIA Il terzo partito della maggioranza occuperà 4 scranni con Vincenzo Cachìa (Udc), Giulietto Careddu (Udc), Marco Vargiu (Fli) e Gian Luca Corda (Udc). Al Polo per l'Italia dovrebbero andare due assessorati: così entrerebbero in Aula l'Upc Giorgio Spano e Massimo Putzu (Fli). Esclusi sicuri Marco Varrucciu (ex Idv) e Silverio Cattrocci , candidato sindaco nel 2007. Idem Marco Buioni e Pino Masala , i Fli anti nizziani.
UPC, IDV E I PICCOLINI Infine: tre consiglieri li mette l'Upc, due l'Idv. Entrambi hanno diritto a una casella nell'Esecutivo. Tra i cristiano-popolari è ok per Gesuino Achenza , Benedetto Cristo e Rina Pileri . Il ripescato sarà Tore Pitta . Stop per Gabriella Palermo , l'anti Nizzi dell'Upc. Coi dipietristi passano Giommaria Uggias e Gianni Urtis . Subentrerà Giovanna Maria Spano . In quota Sel vince Giovanni Antonio Orunesu . La “miracolata” delle urne è Enza Tucconi : 25 voti, ma è prima nella lista Pari opportunità che supera lo sbarramento del 2 per cento.
IL CENTRODESTRA Capitolo Pdl: oltre Nizzi, daranno battaglia in 11. Sono: Michele Fiori , Marzio Altana , Angelo Cocciu , Francesco Sanciu , Franco Casu , Marco Piro , Tonino Pizzadili , Giovanni Casalloni , Pietro Carzedda , Tiziano Pinna e Valerio Spano . Uno scranno a testa va a Riformatori, Dc, Psd'Az e Udc. Quindi: Giovanni Cassitta , Vito Langiu , Stefano Fancello e Gesuino Satta . I 13 del centrodestra sono tutti uscenti, tranne Casalloni, il volto nuovo del Pdl, asso pigliatutto a San Pantaleo. Invece: niente da fare per la valanga di consiglieri che il 16 febbraio licenziò Giovannelli. Cioè: Antonio Appeddu , Gianfranco Bardanzellu , Gigi Carbini , Giuseppe Fiori , Pietrino Marras , Giampiero Mura , Angelo Pagano , Giampiero Palitta , Tore Pinna e Paolo Pirina . Idem l'ex della Pubblica Istruzione, Paolo Calaresu (Riformatori). Oggi, per i berlusconiani è il giorno della conta. Obiettivo: ricostruire gli equilibri delle preferenze. Una cosa sembra sicura: la Provincia, guidata dal senatore Pdl Fedele Sanciu , è già nel mirino dell'asse sinistra-destra che ha espugnato il Comune e ora tenta il bis nell'ente di Olbia-Tempio. Sarà effetto domino? Chissà.
Alessandra Carta
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Onorevole Nizzi, non è andata bene.
«No, non è andata bene».
Cominciano dal suo Pdl. I candidati hanno raccolto parecchio voto disgiunto e sono rimasti sotto i 12mila voti (a 9.268).
«Effettivamente ci eravamo prefissati una forbice tra le 10mila e le 12mila preferenze. Ma poi hanno pesato il vento nazionale, la crisi economica e i tanti problemi che il partito ha nella guida del Paese».
A proposito: non sarà che ha pagato pure il suo essere troppo berlusconiano?
«Assolutamente no. Io sono onorato di essere amico del Presidente e a lui vicino. Quel 43,24 per cento di olbiesi che ci ha votato, dimostra quanto lo sia anche Olbia».
Ha già capito le ragioni della sconfitta?
«Gli errori sono soprattutto miei. Negli ultimi quattro anni ho parlato poco coi i miei concittadini. Ma l'ho fatto nel rispetto dei ruoli: non ero io il sindaco. Credo abbia inciso anche la campagna di delegittimazione costruita nei miei confronti. Maldicenze, bugie, ingiurie e accuse di mafia».
Sul tema lei è rimasto defilato.
«Mi sembrava più opportuno spiegare agli olbiesi il nostro modello di città. Non volevo convertire la campagna elettorale in una battaglia mediatica basata sulle calunnie. Ma adesso Giovannelli dovrà risponderne».
Ha deciso di querelarlo?
«Certo. E spero abbia i documenti per dimostrare che io, come ha detto, ho cento case, metodi da mafioso e sono stato poco trasparente nella gestione del Comune».
Olbia cosa non le ha perdonato?
«Penso i miei incarichi. Da deputato, presidente del Cipnes e vicecoordinatore Pdl».
Una chiamata a Giovannelli l'ha fatta?
«Io coi traditori non parlo. Non immaginavo che un uomo del volontariato fosse tanto malvagio. Lo credevo dolce e trasparente. Invece è pieno di livore, è cattivo dentro. Farà implodere anche questa coalizione».
Giovannelli l'avete cacciato a febbraio. Non sarà che i cittadini l'hanno visto come una vittima del Pdl?
«Può essere. Ma noi l'abbiamo mandato a casa vista la sua manifesta incapacità, e continuerà a dimostrarla».
Lei tornerà in Aula?
«Ci mancherebbe. Ho il dovere di farlo per quei cittadini che ci ha rinnovato la fiducia. Sarà opposizione dura, nell'esclusivo interesse di Olbia. Contrasteremo il gruppo di potere che si è di nuovo costituito e da sempre esiste. Di certo, ben prima di me». ( a. c. )
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Inviato da: coffeebreak.for.us
il 16/03/2009 alle 09:44