L'Olimpia di Jay

PRONTI, PARTENZA...


... e tra pochissimo, via. Ormai mancano spiccioli all'inizio della stagione 2006-2007, stagione che domenica ha vissuto il suo primo round ufficiale, con l'assegnazione della Supecoppa Italiana. Vinta da Treviso contro Napoli, più nettamente di quanto dica il punteggio finale (+3 per i verdi). E anche se quella partita non ci ha visto coinvolti, ha dato più di uno spunto di riflessione. Treviso vince e convince, per quanto possa convincere una squadra a fine settembre-inizio ottobre, soprattutto dimostra quanto ormai evidente: la scelta di andare in battaglia senza centri di ruolo, è qualcosa che volenti o nolenti paga. Limitandoci ai freddi numeri, o al freddo palmares, una squadra costruita con tanti mezzi lunghi e con il solo Popovic, accantonato definitivamente a metà stagione, ha vinto le ultime due competizioni nel panorama italiano. Scudetto e Supercoppa. E in finale chi c'era? Quella Napoli che proprio sotto i tabelloni di peso ne ha sempre avuto poco, o almeno ne ha avuto in maniera atipica, con il solo Cittadini a fare coppia con il bonsai Mason Rocca. Scelta che ha pagato lo scorso anno, scelta confermata quest'anno, visto che il GM Betti non ha fatto follie per portarsi a casa Josh Powell. Insomma, uno spot totalmente in controtendenza rispetto alla squadra che abbiamo costruito noi, molto tipica, con un 5 tradizionale e un 4, Watson, che è ala forte giusto sulla carta. Ma di questo si è già parlato in abbondanza. Piuttosto, mi interessa di più una pratica analisi del calendario, perchè, in modi diametralmente opposti, ha inciso notevolmente negli ultimi due anni. La prima stagione di Lardo, quella culminato con la finale, l'entusiasmo che si fiutava nell'aria si è concretizzato con un inizio buono, tre vittorie di fila, prima di interrompere la serie sul campo di quella Fortitudo poi scudettata. Ma l'entusiasmo ci fu, crebbe, e i risultati con lui. Lo scorso anno, invece, il calendario fu decisamente duro e le difficoltà che ben conosciamo furono complicate da sconfitte pesanti su campi difficili. Non credo che se avessimo avuto in sorte un calendario più agevole le cose sarebbero cambiate, anzi, ma di sicuro quando hai pressioni e aspettative forti, una sconfitta che in teoria potrebbe essere comprensibile assume una connotazione diversa. Il calendario di quest'anno, a mio parere, è un fattore da sfruttare senza complicarsi la vita con harakiri stile Teramo-Udine-Reggio Emilia-Avellino. Senza spingerci troppo in là, le prime tre partite casalinghe ci vedranno affrontare Livorno, Scafati e Biella. Le prime tre trasferte a Varese, Montegranaro e Udine. E' superfluo dire che l'inizio non è tremendo ed è ancora più inutile aggiungere che un cammino balbettante o, peggio ancora, negativo comporterebbe una depressione dell'ambiente da non augurarsi. All'opposto, un buon inizio potrebbe creare quell'entusiasmo che spesso è stato il collante migliore, l'ingrediente più gustoso, in grado di sopperire anche a carenze effettive e riscontrabili. Insomma, in poche parole: l'incognita Bulleri continua a esistere, l'atletismo continua a mancare e gli equivoci, grazie al mercato di G&G, non ce li siamo fatti mancare. Ma pensiamo a iniziare bene, che a volte è qualcosa che ha un valore impagabile, anche se, e su questo non ci piove, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Però partire con il piede sbagliato è qualcosa che potrebbe andare al di là della razionalità: perchè in questo ambiente, con queste premesse, con le teste calde che ben conosciamo e con la capacità manageriale della nostra dirigenza, partire - chessò - anche con un 3-3 nelle prime sei giornate di cui abbiamo parlato, sarebbe esiziale. Perciò in alto gli scudi, fuori la voce e non facciamo mancare il nostro sostegno. Che di voce, per insultare chi di dovere, ce n'è sempre e in abbondanza. PS (ma non troppo): nel frattempo, in Lega2, la Sebastiani Rieti di Lino Lardo inizia travolgendo la Ignis Castelletto. Un buon inizio, per una stagione che mi auguro ricchissima di soddisfazioni. Forza Lino!