L'Olimpia di Jay

UN UOMO SOLO AL COMANDO


Mario Gigena.Il cuore, l'orgoglio, la grinta, la voglia di spaccare una partita che non si sbloccava, durante la quale Milano prova ben più di una volta ad andarsene, sempre riacciuffata da una Benetton che si regge sulle spalle di Mordente e Goree.Come prevedibile il piano partita ci porta spesso dai lunghi, reparto nel quale Treviso da due anni decide di privarsi dell'uomo grosso privilegiando i mezzi lunghi che tanto vanno di moda.La cartina tornasole della ritrovata pericolosità di Blair è il ricorso all'hack-a-Joe cui anche Blatt ricorre.La nostra coppia di centri, da segnalare un TJ Watson ancora una volta positivo in attacco e solidissimo a rimbalzo (9 carambole in poco più di 20 minuti!), prima fiacca la resistenza di Beard, Gigli e di un molle Nelson, causa influenza, poi sfonda gli argini e dilaga.Proprio nel terzo quarto quando, accoilto da un boato del Forum, si siede sul cubo dei cambi Mario Gigena.Ed è subito show.Triple, canestri in equilibrio precario, assist, manuale dello sfondamento preso.E a margine, le bellissime manifestazioni di affetto dei suoi compagni, a testimonianza che la stima per l'uomo è qualcosa che non si compra.Mario ha dovuto subire l'onta di vedere la curiosa elezione del doppio capitano senza essere preso in considerazione, proprio lui che per militanza e grinta sarebbe stato un candidato forte.Ha dovuto prendere atto della poca fiducia di Società e coach.Ma ha dimostrato dove sta di casa la professionalità: mai una polemica, mai un'alzata di cresta, solo tanto lavoro in silenzio e la bravura di farsi trovare pronto al momento giusto.Tornando alla partita: la prova scarsissima di Bologna non ha lasciato cicatrici e l'approccio è stato positivo contro una Treviso, va detto, non in condizioni perfette.Oltre ai già citati Blair e Watson, ho trovato molto positiva al di là delle cifre la prestazione di Garris e quella di Green, capaci di dettare buoni ritmi e di trovare letture interessanti.E dopo la scena muta del PalaMalaguti, un'altra prova incerta per il nostro baby Gallinari, che fa molta fatica a entrare nel match: due triple estemporanee, qualche passaggio (e palleggio) di pregiatissima fattura, ma da lui mi aspetto di più.Non per caricarlo di responsabilità, ma perchè ho una fiducia illimitata nei suoi mezzi.E quando uno è un campione, a mio parere non più solo potenziale, è lecito aspettarsi sempre qualcosa.Significa fiducia, significa farlo sentire importante.Adesso sotto con la doppia trasferta di Avellino e Capo d'Orlando, campi insidiosi e pieni di trappole.Per finire l'anno in crescendo e dimostrarci che Bologna è stato solo un incidente di percorso.