L'Olimpia di Jay

BUONA FINE, MIGLIOR INIZIO


L’Olimpia chiude l’anno 2006 con una vittoria importantissima sul difficile campo di Capo d’Orlando.Successo di grande valore perché spezza una serie poco brillante lontano dalle mura amiche, rendimento che poteva diventare un blocco psicologico non indifferente.Molti hanno sottolineato l’aspetto negativo di avere dilapidato un cospicuo vantaggio di 18 punti, permettendo ai siciliani di rientrare e addirittura di giocarsi l’overtime, o la vittoria, con l’ultimo possesso.È sicuramente vero che per l’ennesima volta una squadra della nostra esperienza non è riuscita a mettere su binari tranquilli una partita che sembrava ampiamente in ghiacciaia dopo 15 minuti, ma è anche vero che all’interno dei 40 minuti ci sono state cose importanti.La partita di Nate Green, che nonostante il tabellino sgonfio è riuscito a giocare un match da autentico mastino su Alvin Young, riuscendo a levarlo dalla partita per diverso tempo.La prestazione dei lunghi, convincenti: Blair si è confermato presenza solida e reattiva, segnando con continuità, mentre Watson ha fatto segnare il suo hi-season in termini di rimbalzi, ben 15 in 29 minuti di utilizzo.E, ancora, un primo quarto da dominatore di Danilo Gallinari, che segna e impatta fortissimo sulla partita.Insomma, in un’altra partita complicata, mi pare ci siano più buone notizie che in passato, anche perché bisogna considerare che se l’Upea è tra le prime della classe, avendo vinto a Treviso e in grado di battere tra le mura amiche Napoli e Fortitudo, un motivo ci sarà.Se proprio bisogna trovare la metà vuota del bicchiere, c’è da soppesare la prestazione incerta di Calabria, poco preciso, e soprattutto il NE di Marko Tusek.Lo sloveno inizia ad assomigliare sinistramente a Tyrone Grant, e non intendo nella smisurata dotazione personale.Lo scorso anno Djordjevic fece scivolare lentamente il buon Tyrone nel dimenticatoio del fondo panchina, salvo rispolverarlo in alcuni momenti, con risultati più che discreti, ma senza continuità.Tusek ha giocato anche qualche frangente discreto, all’esordio con Livorno, ad Avellino, contro Treviso e Cantù, alternato a momenti di puro orrore cestistico.Il tutto, però, sulle montagne russe: quasi sempre gli sprazzi positivi sono stati seguiti da prolungate soste ai box e a Capo d’Orlando una panchina continua che crea qualche punto interrogativo.Il giocatore non è integro? Non è funzionale? Il coach non crede in lui?Personalmente sono sempre dell’idea di non creare equivoci, e se proprio non se ne può fare a meno, liberarsene il prima possibile.Non ho nulla contro il ragazzo, ma se il suo utilizzo deve essere questo, è meglio che tutti si levino il dente del (pre)giudizio.Detto della buona fine, il miglior inizio è un augurio in vista del mezzogiorno domenicale contro la capolista Siena.Un’altra prova del nove per le nostre ambizioni di imbattibilità casalinga: la Montepaschi è una squadra solidissima, molto fisica, esplosiva.C’è quel Romain Sato che tanto piaceva a noi pochi intimi del web, c’è un talento purissimo come quello di Joe Forte, ci sono i punti di Kaukenas a uscire dalla panchina e c’è una batteria di lunghi veri e pericolosissimi, in grado di mixare atipicità e concretezza.Una profondità di roster notevolissima, per la quale servirà un approccio davvero intenso.A mio parere saranno fondamentali la gestione di Garris, la luna di Bulleri e il controllo dell’area di Blair e Watson contro il pistolero Baxter e l’ottimo Eze.