L'Olimpia di Jay

NIENTE PANICO. OK, PANICO.


Citazione dotta tratta da “L’aereo più pazzo del mondo”, cult demenziale anni ’80.Perché l’Olimpia potrebbe benissimo essere oggetto di parodie trash, questa Olimpia guidata da quei due reucci della commediola all’italiana che sono Gino Natali e Giorgio Corbelli.Io credevo di essere stato buono, mi aspettavo che la letterina spedita a Babbo Natale - e pubblicata su questi schermi – venisse almeno presa in considerazione.E invece no, il 2007 ci restituisce una coppia dirigenziale al massimo delle capacità, e dal cilindro delle mille delizie esce quel gran pezzo di giocatore che risponde al nome di Goran Jurak.Arrivato in Italia due anni fa, lo sloveno è stato uno dei grandi protagonisti della disastrosa retrocessione di Jesi, per poi, l’anno successivo, approdare in una delle più derelitte Cantù degli ultimi anni.Ma non fermiamoci a sottolineare queste piccolezze e cerchiamo invece di capire il senso di questo acquisto.Ok, tempo scaduto.Nel senso che è inutile spendere parole e neuroni, perché tanto questo acquisto un senso non ce l’ha.Come tutti gli innesti by Gino Natali, si tratta di un favore: per usare una terminologia molto tecnica, il solito marchettone all’Agente di turno.A questo punto, provocazione per provocazione, preferivo tenermi in casa il sedere di Marko Tusek, uno che sarà anche a mezzo servizio, sarà anche molle, ma non credo possa darmi meno di Jurak.Anche perché il Tusek seduto ed emarginato dell’ultimo mese lo è stato per decisione di coach Djordjevic, noto anche come l’Ultimo degli Allineati.Insomma, quando questa estate venne annunciato Tusek in ogni sito, blog, forum dedicato all’Olimpia, le perplessità furono univoche.Ma il presidente Corbelli tranquillizzò tutti, affermando che “Tusek è uno dei giocatori più forti del Campionato italiano”.E allora cosa è successo a uno dei giocatori più forti del Campionato? Semplicemente che ha continuato a essere in difficoltà fisica e, dato che lo era da due stagioni, sarebbe stato difficile pensare che a 31 anni suonati il nostro Marko potesse trovare quell’esplosività che non ha mai avuto, nemmeno 10 anni fa.Ma in tutto questo il povero Tusek di colpe non ne ha: perché se io sono un General Manager e acquisto un giocatore, lo incenso, lo investo di un ruolo importante, decido di dargli una bella quantità di soldi, poi non me la posso prendere con lui se non rende per motivi che io stesso (e per primo) conoscevo perfettamente.Non posso.Magari ci metto la faccia e dico che ho sbagliato.Di certo eviterei di mandare il mio coach in Conferenza Stampa a farsi ridere dietro, sostenendo tesi improbabili, gli eviterei l’imbarazzo di dichiarare che Tusek non va più bene perché “se non ve ne foste accorti il livello fisico del Campionato si è molto alzato”.Noi ce ne eravamo accorti benissimo, caro Sasha, l’unico a non averlo fatto è chi lavora al tuo fianco, che pensava di proporre Tusek come ala forte titolare di un Campionato “dal livello fisico alto”.E tu, coach DJ, hai avallato la scelta? Dov'eri quando Natali ha firmato Tusek?Hai pensato che fosse lui il 4 “esplosivo, giovane e verticale” con cui ci hanno menato il torrone per mezza estate?Ma per cortesia.Io non difendo Tusek, difendo il suo diritto a essere rispettato.Se non va più bene lo si tagli, è prassi diffusa, ma non lo si additi come un fenomeno da baraccone davanti ai giornalisti.Non lo si faccia oggetto di sberleffi di quart’ordine, quando i primi buffoni sono quelli che lo hanno portato qui.Se Tusek non va più bene lo si tagli quando si ha in mano una soluzione adeguata, non uno sloveno di 30 anni che non gioca da sette mesi.Si, perché diciamolo, tra una battuta e una Conferenza Stampa nessuno ci spiega perché Goran Jurak fosse fermo da giugno e si allenasse come aggregato in una squadra slovena.E nessuno ci dice mezza parola sulla possibilità di scambiare Tusek con Lorbek, possibilità di cui aveva parlato Corbelli stesso poche settimane fa.Ma si sa, queste domande non avranno mai una risposta perché non verranno mai poste.E il circolo vizioso continua la sua danza e il cane continua a mordersi la coda.