L'Olimpia di Jay

JENNA JAMESON E LA SCIURA MARIA


Non so neppure se il nome della nota pornostar si scriva così, ma quello che deve rendere è il concetto.Non parlo della partita di ieri, non analizzo le crisi o presunte tali dei singoli, non mi soffermo sulle allucinanti dichiarazioni di Djordjevic – che getta ulteriori ombre sugli equilibri di uno spogliatoio che viene messo in piazza a ogni piè sospinto.Mi voglio soffermare su una sensazione che mi ha pervaso fortemente durante la partita di ieri.Questa squadra è brutta, brutta e senza appeal.Costruita male, condotta peggio, fatta crescere in modo sciatto.E invece, una volta tanto, forse mi sarebbe bastato divertirmi.Dopo l’annata scorsa, nella quale abbiamo sopportato ex giocatori, bolliti di ogni genere e gente onestamente molto vicino alla frutta, sarebbe stato sufficiente mettere insieme una banda di giovanotti atletici, vogliosi di buttare sul parquet entusiasmo e sudore, mixarla a gente di esperienza, con qualità, per fare uscire dal pentolone una squadra competitiva e probabilmente in grado di lottare per vincere in un Campionato dal profilo veramente basso.Poi magari non ce la fai, non vinci, paghi a prezzo alto l’avere osato.Ma almeno ci siamo divertiti.Perché una squadra costruita seguendo chissà quali cervellotiche strategie, a gennaio si ritrova i soliti problemi, le solite crisi isteriche dietro l’angolo, svariate serpi in seno e, particolare estremamente tecnico da non sottovalutare, noi esibiamo due palle che toccano terra.Insomma, per essere molto pratici: era preferibile vivere una rovente avventura con Jenna Jameson piuttosto che provare a costruire un futuro sereno e solido con la sciura Maria.Che è rassicurante, esperta, sa fare tante cose, non ti tradisce, ma al momento del dunque resta e resterà sempre e comunque un cesso.Con Jenna sai come va a finire, nel suo ruolo è scontato: grandi grovigli, straordinari preliminari, posizioni da urlo, poi inevitabilmente arriva il momento di prenderlo dove non batte il sole.È un clichè.Però è un bel vivere: del doman non ci sarà certezza, però gli altri ti invidiano, gli amici vengono a casa tua per vederla, magari riallacci anche i rapporti con quei conoscenti che da un po’ non ti vengono a trovare.La sciura Maria magari sul momento te la invidiano gli scapoloni cinquantenni, ma dopo un po’ tutti si annoiano: saprà stirare e lavare bene, ma quando arrivano gli amici li obbliga alle pattine.E dopo un po’ non ne puoi più neanche tu.La metafora è abbastanza chiara: si poteva fare qualcosa di coraggioso, qualcosa che assomigliasse per davvero alla Philips da corsa di cui ci si è riempiti la bocca vanamente in estate.Una Philips che, da buona Jenna Jameson, ti ha fatto tanto godere e non ha vinto niente.Ma perché, con la sciura Maria vinceremo qualcosa?Io dico di no, sperando di non essere tacciato come disfattista.Ci sarebbe la scappatoia della chirurgia estetica, che a volte fa miracoli.Ma se il chirurgo è un cane, magari nemmeno laureato, il rischio è che oltre ad essere un cesso la sciura Maria diventi uno di quei fenomeni da baraccone tristi con le labbra a canotto.