L'Olimpia di Jay

IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO


Qualcuno pensava potesse essere un cortometraggio, dati i problemi di roster in cui versa questa Olimpia incerottata, con Blair e Bulleri out per infortunio e l’influenza che mette il bloster alle gambe di Nate Green.Invece al Forum va in scena un kolossal interpretato magistralmente da tre attori protagonisti, con un contorno di caratteristi che recitano la parte al meglio delle proprie possibilità.Il buono è senza dubbio Danilo Gallinari, con la sua faccia da cucciolone che appena ti distrai un attimo si trasforma in Cujo e azzanna ogni cosa passi dalle sue parti, tramutandolo in falli subiti.Sicurezza da veterano, mano che non trema, anche in una serata in cui dal campo entra poco.In ogni interpretazione degna di memoria c’è un passaggio da ricordare: l”offerta che non potrà rifiutare” di Marlon Brando, il “domani è un altro giorno” di Via col vento.Che Danilo offensivamente possa inventare cose straordinarie non lo scopre nessuno, e per me la pietra miliare è la difesa esibita tre volte su Delonte Holland, con una capacità di tenere le finte e il palleggio quasi improponibile per uno della sua altezza.Il brutto, neanche a dirlo, è Sven Schultze, brutto nella faccia, quando spara tre missili nel canestro di Varese, bruttino nell’esecuzione, ma sempre tremendamente sostanzioso ed efficace.Oggi Sven è la dimostrazione di come convinzione e fiducia possano permettere di andare oltre ogni ostacolo imposto dal talento.Quando il momento è difficile, quando la palla non gira, si può andare da lui. Una soluzione in più e una garanzia di cuore oltre l’ostacolo: uno così, vent’anni fa, sarebbe stato nel cuore di Dan Peterson e Franco Casalini, capace di interpretare il sangue, lacrime e sudore tanto caro alla Banda Bassotti.Il cattivo, è pleonastico dirlo, non può essere che Travis Watson con gentile fascetta.Costretto a caricarsi sulle spalle il peso dell’area colorata, trebbia senza pietà la batteria di lunghi di Magnano.Schiacciate, rimbalzi, grinta e coraggio: TJ non sarà un mostro di intelligenza cestistica, questo va detto, ma è quanto di meglio si può trovare oggi sui legni in fatto di cattiveria agonistica.Assolutamente di rilievo lo sguardo riservato, dopo una bimane, a Gaby Fernandez sdraiato a terra.Bullismo allo stato puro.E con i tre protagonisti abbiamo finito.Ma c’è da entusiasmarsi per i cameo di Kiwane Garris, lento nella partenza e velocissimo sotto lo striscione del traguardo, protagonista nella fiammata che sposta la partita nelle mani milanesi, e di Dante Calabria.Per lui poco tiro, poco impatto offensivo, ma 7 rimbalzi e 5 palle recuperate che dimostrano come il suo pieno recupero, più mentale che fisico, sono ossigeno puro per questa Olimpia.Infine, è necessario parlare della regia, perché ogni filmone che si rispetti non prescinde da chi sta dietro la macchina da presa.E se coach DJ è spesso stato regista ben lontano da quello ammirato in campo, ieri azzecca cambi, approccio e interpretazione del match.Bravo a lui, e bravo a Claudio Coldebella, che non può nascondere la sua anima da guerrirero e già nel riscaldamento parla con il corpo e dispensa sguardi da reclutamento alla battaglia.Punto della situazione: ora la Virtus è più vicina, a due punti, con lo scontro diretto da giocare a Milano e un prosieguo di Campionato favorevole.Le prossime tre partite, decisamente abbordabili, possono essere l’abbrivio giusto per lanciare la volata.Considerato che Siena appare troppo solida e sicura, vista anche la risposta all’harakiri nelle Final Eight, l’obiettivo deve essere una candidatura di ferro al secondo posto.L’inerzia c’è, l’importante è non disperderla fuori dalle mura amiche come troppe volte è successo nei mesi andati.