L'Olimpia di Jay

L'ULTIMO SPETTACOLO


Ci sono volte in cui, mentre ti appresti a fare qualcosa, ti domandi semplicemente il perché.C’è sempre quel desiderio antico che scalda, la passione che non puoi mai spegnersi, ma la schiena è metaforicamente piegata.La fatica di avere visto troppo schifo, troppo marcio, la sensazione di non poterne più.Negli ultimi due anni, quelli della stanchezza più piena, quel motivo sei stato tu.Il desiderio di vederti crescere, il piacere nel guardarti diventare fenomeno davanti ai miei occhi.Come un papà che si accorge, giorno dopo giorno, dei piccoli progressi del suo bimbo.Perché eri questo, poco più che un bambino.Diventato grandissimo prima ancora di avere smesso di crescere.Più maturo dei tuoi compagni, più serio di celebrati colleghi.Una faccina rosa in campo blu, lungo lungo, con gli occhi timidi.L’ultima volta che ti ho visto, era la fine di aprile, ti dissi: ciao piccoletto.Resta quello il mio saluto e, chissà, magari l’ultimo che ho potuto farti faccia a faccia.Quello che so è che, a mio modestissimo parere, hai fatto un errore a scappare via.Per mille motivi che ora, qui sopra, non avrebbe nemmeno senso spiegare.Perché alcuni, inevitabilmente, sarebbero banali rimproveri di chi non vuole vederti lontano da casa.E poi, accidenti, io non sono proprio nessuno per tranciare questi giudizi: tu e il tuo papà, un signore che per questi colori ha fatto qualcosa, sapete.E avrete deciso con tutta la testa e il cuore possibili, perché siete una bella famiglia, un valore umano splendido in un mondo che non prevede più legami né vincoli.Only business.In quella microeternità che sono i sentimenti, seppur appesi a un cielo semplice come quello delle passioni sportive, sei stato un amore pieno e pulito.Ciao Danilo, è stato bellissimo.