L'Olimpia di Jay

L’INCONTENTABILE


Non sono mai stato un emmerdeur, un rompiballe, uno di quelli che deve sempre alzare la mano per puntualizzare.Però, proprio perché lungo tutti questi mesi ho sempre evitato di sputare sentenze e non mi sono mai sentito di sottoscrivere i commenti catastrofici di stampa e pubblico, oggi non saluto con trionfalismi la colata d’asfalto con cui l’Olimpia seppellisce Caserta.Sia chiaro: la vittoria ha ben più di uno spunto d’interesse, tante note positive che è assolutamente giusto sottolineare: la splendida prestazione di Hawkins, reattivo dietro e incendiato dal sacro fuoco davanti, l’impatto di Pape Sow, la prestazione solida di Katelynas, l’energia di Sangarè, utilissimo in ogni parte del campo e dentro ogni iniziativa. Persino la prestazione piacevolmente ‘normale’ di Mike Hall, che mette punti, rimbalzi e sostanza nel suo tabellino, senza concedere nulla alle consuete invenzioni naif.Detto anche che la Caserta vista ieri somiglia sinistramente alla scioperante Napoli che un paio d’anni fa venne al Forum, non posso astenermi dall'annotare che i ragazzi hanno mandato un bel telegramma, lasciando intravedere alcune cose buone che, ci si augura, possano venire cavalcate con maggior solerzia in futuro.Partendo da qui, mi calo nei panni dell’incontentabile e mi domando come mai questa squadra troppo spesso consideri il tiro da tre punti come inevitabile (non preferibile: inevitabile) conclusione della singola azione di gioco.E a me questo non piace.O meglio: se contro Olimpiacos & affini rifugiarsi nel tiro da lontano diventa una costrizione, perché in area non puoi nemmeno entrarci contro i centimetri e i chili dei lunghi, ma anche degli esterni, è un discorso.Ma tirare 24 volte da tre punti, pur con percentuali apprezzabili, contro una squadra che non ha struttura interna, è uno schiaffo alla miseria.E si noti che ieri abbiamo attaccato il ferro con una continuità superiore alla media, tirando molto anche da due punti in virtù dell’abnorme numero di secondi possessi.Eppure ogni volta che siamo andati da Sow, è nato qualcosa di molto più che interessante.Se i tuoi avversari schierano un trio Michelori, Frosini, Slay, non puoi esimerti dal fare razzia assoluta, nonostante la presenza di quattro non propriamente interni come Hall e Katelynas.Insomma, personalmente rifiuto questo appoggiarsi poco al gioco interno anche quando sarebbe possibile, in virtù di quella caratteristica che ormai sta silentemente diventando copyright.Nei primi due quarti si sono visti palesemente almeno tre pick and roll con Vitali che, invece di smazzarla per il rollante Sow, la scaricava fuori o si incaponiva in una conclusione personale: su questo c’è da lavorare, sul tentare di solidificare quelle letture nelle quali forse non eccelliamo, ma che dobbiamo sfruttare almeno nel loro minimo sindacale.Secondo neo, non troppo piccolo e nemmeno vezzoso: la gestione di Bulleri.Io non credo sia cosa buona e giusta trattarlo come uno juniores.Sarò impopolare, ma ritengo che sia meglio un NE piuttosto che questo utilizzo da “visto che proprio devo”.È assolutamente evidente che il suo minutaggio non è strategico né tecnico, è un riempitivo nei momenti di bassa tensione della partita.E questo non è favorevole a nessuno: non aiuta il ragazzo, che sente chiaramente la situazione e ne legge annessi e connessi, non aiuta la squadra, che non riconosce il valore tecnico dell’innesto e tende ad andare da altre mani e altre teste pensanti.Ripeto: io non sono tenuto a sapere perché il ragazzo è ancora qui, perché non fu ceduto a Pesaro e Udine ieri e a Cantù oggi.Ma sono costretto a dire che questa gestione è nociva per tutti e credo sia molto più rispettoso tenerlo seduto piuttosto che esporlo come una vecchia reliquia cui paghi uno stipendio salato.