L'Olimpia di Jay

CIAO PAOLONE


La prima volta che ti ho visto, mi hai fatto paura.E solo chi ti conosceva bene, e chi ti ha conosciuto poi attraverso le parole di altri, sa quanto può essere ridicolo.Mal’impressione di un momento, l’espressione di un istante di rabbia odisappunto su un parquet, impaginata su quel corpo da gigante, puòtrarre in inganno.La paura, Paolo Barlera,poteva e doveva incuterla sul campo. Con il futuro che gli siprospettava. Con il lavoro iniziato da due maestri come MarcoSanguettoli e Giordano Consolini. Con il suo fisico imponente e le manibuone.Poi, quel calvario durato anni, conmomenti di gioia, i ritorni, nella grande speranza che fosserodefinitivi. Apparizioni da grande attore, silenzi pieni di dignità evoglia di spaccare tutto, di mandare affanculo quella malattia dimerda. La stessa che, a noi che amiamo perderci dietro quel pallonearancione, aveva già portato via Alfonsino Ford.Lamalattia che, infine, ha avuto ragione di Paolo. Che prima di ognialtra cosa è un ragazzo di 27 anni; e quando quel filo che ci tieneappesi a questa terra si spezza, non ci resta che abbassare le bracciae smettere di difendere, per un istante. Ciao Paolone, buon Natale ovunque tu sia.