Aspettavo con grande interesse e curiosità la partita di Udine, proprio per mettere i miei dubbi davanti a un bivio.
Sfiducia mal riposta o qualcosa di cui preoccuparsi?
Ne esco con una sensazione tremolante, ancora meno solida.
Il dato inconfutabile: torniamo dalla doppia trasferta di Montegranaro e Udine con zero punti.
E le grandi squadre devono vincerle certe partite. Soprattutto le squadre come noi, che lo scorso anno contro le piccole hanno buttato alle ortiche le velleità di una buona griglia playoff.
Queste due uscite erano la prova del nove per confermare o rimandare le buone impressioni suscitate nei primi tre match di campionato.
Prova fallita, a mio parere.
Nonostante a Udine la squadra abbia avuto in mano la palla del supplementare o addirittura della vittoria, anche se, va detto, più per fortuna (la tabellata di Bulleri da 7 metri) e demeriti altrui.
Resta il fatto che sul parquet degli arancioni avevamo indirizzato la partita nel canale giusto, sfruttando lo strapotere dei lunghi sotto i tabelloni, senza forzare un tiro da tre in serata negativa.
Poi, inconcepibilmente, la partita ha cambiato strada, i rifornimenti per Blair e Watson sono diminuiti, ci si è incaponiti in insulsi imbuti e, come da copione, è cominciata la mattanza di palle perse, alcune, fra l'altro, davvero imbarazzanti.
In sintesi: se hai due lunghi che mettono insieme in assoluta agevolezza 40 punti e 25 rimbalzi, non puoi permetterti di perdere la partita.
E noi questa partita dovevamo e potevamo portarla a casa, a mio parere, senza eccessivi grattacapi.
Nonostante la serata indecente di Calabria e Tusek, quest'ultimo autore di autentici pezzi da museo dell'orrore.
Davvero da sottolineare anche la partita autolesionista di Garris, troppe volte incapace di tirare le fila di un gioco che sembrava fin troppo delineato.
Eppure?
Eppure sarebbe bastato infilare un paio di canestri da tre in più per mettere in tasca i due punti.
Verissimo: tirando dalla lunga distanza con il 15% o giù di lì, molte squadre sarebbero sprofondate.
Secondo me guardare il problema da questa prospettiva e liquidarlo così, sarebbe un errore gravissimo.
Bisogna piuttosto domandarsi perchè certi equilibri sono ancora così sottili, perchè non siamo in grado di gestire la partita e, dulcis in fundo, chiederci se coach Sasha DJ sia sintonizzato alla perfezione con il suo nuovo ruolo.
Si, perchè io la sua gestione della partita non l'ho proprio capita, anzi, mi spingo a dire che mi è sembrata fuori da ogni logica.
Gallinari e Blair in panca per 4 falli e mai più riproposti, Gigena messo in campo e tolto dopo buone cose per fare spazio a un Calabria totalmente fuori dalla partita, Marko Tusek lanciato sulle piste di Damon Williams, che lo doppia quando e come vuole in termini di dinamismo e velocità.
Insomma, la razionalità dice di stare calmi, che tanto lo sapevamo tutti che c'era ancora da crescere e migliorare.
L'istinto dice che in queste due partite sono venuti a galla vizietti pericolosi, che somigliano molto a quelli della passata disgraziata stagione.
Sabato arriva Biella a chiudere il ciclo iniziale molto favorevole. Chiuderlo con 4 vittorie è il minimo sindacale.
Per mettere il coperchio su un pentolone di sensazioni non eccezionali.
Soprattutto per ricominciare a vedere una crescita, un passo dopo l'altro, senza forzare i tempi.
Ma senza nemmeno passi del gambero.
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