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Tiri liberi sul mondo della Pallacanestro Olimpia Milano

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VOLI IMPREVEDIBILI

Post n°157 pubblicato il 16 Marzo 2009 da JayVincent


Ed ascese velocissime.
Sarà l’influenza del maestro Franco Battiato, ascoltato ieri sera in uno splendido viaggio di musiche, parole e immagini, ma sono proprio le "traiettorie impercettibili” degli uccelli a disegnarmi bene l’impressione che ho di questa squadra.
Squadra che, proprio sulle ali di un Falco, sa anche ascendere rapidamente, salvo poi planare senza preavviso. Anzi, forse proprio quando meno te lo aspetti.
Come il volo incontrollabile e incontrollato di un rapace, che al momento di ghermire la preda si fa passero sperduto.

L’inizio lento è il conto pagato allo scollegamento di cervello evidenziato giovedì contro un Prokom in gita premio; togliere l’alta tensione non paga mai e questo dovrebbe essere tanto chiaro quanto lapalissiano.
Al di là dei bei discorsi stilistici relativi all’onorare gli impegni, al rispettare il pubblico e amenità varie, che sono correttissimi formalmente ma che sappiamo altrettanto bene non essere sempre ragione di vita per chi pratica sport professionistici.
La Scandone targata Zare gioca un buon basket, costruisce con discreto equilibrio ma si perde nella mancanza di playmaking, in una serata in cui anche Warren e parzialmente Diener la lasciano in panne.
Eppure sono proprio gli irpini a suicidarsi quando, con l’inerzia a valanga, sperperano tiri liberi e perdono palloni terrificanti (citofonare Porta) contro un avversario in bambola completa.
Una Milano che, fino a quel momento, aveva anche tessuto buone trame, esaltata dalla prova sostanziosa di Hollis Price, dal pick’n’roll Rocca-Vitali e dalle giocate chirurgiche ed energiche di Katelynas.
Insomma, un volo magari lento ma costante, prima di venire impallinati dalla blanda zona di Markovski che scopre impietosamente le difficoltà che la squadra incontra sempre davanti a queste soluzioni difensive.
Se negli occhi di tutti c’è ancora la zonetta bulgara con la quale il dead man waking Renato Pasquali sbancò il Forum, non dev’essere stato piacevole vedere come uno sbiadito replay ci abbia nuovamente fatto saltare i circuiti.
Anche perché allora eravamo a ottobre e il calendario diceva seconda giornata.
Oggi siamo già entrati nella primavera meteorologica, abbiamo da un pezzo scollinato la metà stagione e le ore di allenamento in palestra sono piuttosto numerose.
Possiamo poi attaccarci all’assenza per cartellino rosso di Mike Hall, che contro la zona può essere un fattore, possiamo ascoltare coach Bucchi discettare sull’argomento, ma ciò che resta impresso sulle retine degli spettatori è che si fosse veramente alla più assoluta improvvisazione.
E l’improvvisazione, ormai lo sappiamo bene, ha il nome, il cognome e la capigliatura rasta di David Hawkins.
Ma il massimo della curiosità sta comunque nella scioltezza con cui questa squadra, dopo essere stata rondine con un ala spezzata, diventa araba fenice, risorge e domina l’overtime con sicurezza.

Un passo indietro rispetto a Cantù?
, credo sia giusto dirlo. Non ho visto traccia di quella concretezza e sicurezza ostentata in terra brianzola.
È però anche vero che molto spesso questo gruppo ci ha fatto vedere brusche frenate e imbarazzanti topiche nel momento in cui sembrava farsi largo la fiducia.
Dunque una vittoria nel momento della conferma è sempre qualcosa di importante: trovo che i due punti di ieri sera valgano molto proprio per quel rischio concretissimo di lasciarli per strada.
Un esame di maturità non passato a pieni voti, ma superato in un contesto che ci ha spesso visto soccombere; la vera, e forse inappellabile, prova del nove sono le due trasferte consecutive che ci attendono sui campi dei fanalini di coda Rieti e Udine.
Partite che probabilmente sposteranno definitivamente l’ago della bilancia, che ci diranno cosa siamo, davanti ad avversari che getteranno il cuore oltre l’ostacolo.

A tal proposito, i miei più grandi complimenti a Lino Lardo, che senza stipendio, in condizioni che poco hanno a che fare con la regolarità e con una penalizzazione sulle spalle sta portando Rieti a compiere un miracolo sportivo di grandezza indefinibile. È sempre bello gioire per i successi di un amico, un amico che continua a dimostrare di essere pittore capace di grandi opere. Nel silenzio e nella solitudine che spesso accompagnano i piccoli grandi capolavori.

 
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