Creato da enricofortunati il 21/11/2006
olivicoltura e analisi sensoriale degli oli di oliva

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Importanza dell'analisi sensoriale degli oli di oliva

Post n°1 pubblicato il 21 Novembre 2006 da enricofortunati
 
Foto di enricofortunati

L’ANALISI SENSORIALE DEGLI OLI DI OLIVA

socio OLEA

 

La valutazione organolettica è ormai considerata uno dei parametri  fondamentali  utilizzati come criterio per la definizione della qualità degli  Oli di oliva essendo diventata  con il Reg UE 2568/91

In questo contesto 1' assaggiatore ha ottenuto, per il suo determinante giudizio, un importante riconoscimento che lo gratifica per 

E’ accertato ormai che gli  organi sensoriali umani, sottoposti a solleci­tazioni e stimoli esterni, si comportano come veri e propri strumenti di misura, pertanto nel mondo dei degustatori professionisti, il giudizio sensoriale è stato codificato dal Consiglio Oleicolo Internazionale (C.O.I.), attraverso apposite commissioni di esperti chiamati "Panel". Gli assaggatori professionisti, non vogliono assolutamente lasciare l'olio extravergine  di oliva, unicamente al giudizio del consumatore, special­mente se questo non possiede una preparazione di base e soprattutto un'esperienza che lo guidi nelle sue valutazioni.

 Dal momento che non tutti i produttori agiscono nel rispetto delle "buo­ne norme di lavorazione" della materia prima, è ovvio che in commer­cio siano presenti oli con evidenti caratteristiche organolettiche negati­ve.

L’ obiettivo principale di questo articolo è pertanto quello di insegnare a riconoscere i difetti ed i  pregi di un olio di oliva, affinchè un maggior bagaglio culturale, abbinato ad una buona esperienza pratica, guidi il con­sumatore nelle scelte più opportune..

Si vuole quindi stimolare l'interesse del consumatore nei confronti dell'arte dell'assaggio dell'olio, fornendo tutte le nozioni necessarie .

Per l'analisi sensoriale si utilizza una "scheda-panel" redatta dal Consiglio Oleicolo Internazionale (C.O.I.) seguendo la quale l’assaggiatore ricerca e valuta una serie standard di attributi positivi o negativi che siano.
Fra i primi, fondamentale è il "fruttato di oliva, verde o maturo" col quale si identifica nell’olio esaminato l’odore dell’oliva sana, fresca, giustamente matura, nel momento in cui viene franta.
Vengono poi gli odori, di "mela" che si attribuisce se l’olio presenta sensazioni gusto-olfattive che ricordano quel frutto, e quelli di "altra/i frutta/i matura/i", preziosi quanto rari.
Con l’olfatto, si apprezzano anche il "verde", di "foglia" o di "erba" che sia. Sono tipici odori presenti in oli ottenuti da olive mature, accompagnati al gusto da sentori di amaro e piccante.
La "foglia", più che essere imputabile alla presenza di foglie o rametti macinati insieme alle olive, come in genere si crede, conferma invece la relativa maturazione dei frutti; quello di "erba" è un odore che ricorda un prato durante la falciatura ed è considerato carattere di pregio, come i precedenti.
Solo alla degustazione, invece, si percepiscono l’"amaro" ed il "piccante".
Entrambi attestano la presenza di sostanze fenoliche alle quali si riconoscono capacità antiossidanti perché in grado di catturare e neutralizzare i radicali liberi cui si deve il processo di irrancidimento che porterà alla distruzione "chimica" del grasso.
La presenza di "amaro" e di "piccante", gradevoli fino ad una certa intensità, sono indice di serbevolezza del prodotto nel quale, man mano che passa il tempo e decadono i fenoli, compare nell’olio il carattere di "dolce" da intendere non già come mieloso o zuccherino, bensì come mancanza di amaro e di piccante.
Gli assaggiatori esperti sono in grado anche di percepire e valutare "altri attributi tollerabili" ai quali, in genere, si associano considerazioni positive: odori di "carciofo", "pomodoro acerbo", "mandorla", "pinolo", ecc. confermati, o meno alla degustazione.

Ma compito del panel-test è, soprattutto, quello di ricercare le caratteristiche negative affinché al consumo vadano solamente gli oli che rispettano le disposizione di legge e, più che altro, non tradiscano le aspettative dei consumatori.
All’olfatto, e/o al gusto, si avvertono così i difetti di "avvinato / inacetito", dovuti alla presenza di etanolo, acido acetico, acetato di etile e altro, originati da fermentazioni degli zuccheri presenti nell’oliva, prima, e nell’acqua di vegetazione mal separata, poi.
Il "riscaldo" dipende invece da una fermentazione lattica, che origina sia acido lattico che alcoli amilici (iso-amilico, in particolare) ed è molto frequente nelle olive lavorate dopo un certo tempo dalla raccolta durante il quale "hanno fatto la calda" cioè, fermentando, si sono scaldate.
A due precedenti, spesso, si associa l’odore di "muffa" perché sui frutti conservati in malo modo si instaurano questi microrganismi ricchi di oli essenziali che si mescoleranno a quello da olive.
Cattiva conservazione dell’olio, contatto con l’aria, esposizione alla luce, ecc., ne accelerano l’ossidazione che si avverte con il disgustoso senso di "rancido" dovuto a prodotti di degradazione, fra l’altro, tossici.
Sgradevole è anche il difetto di "morchia" da imputare a sostanze formatesi dalla putrefazione di particelle di polpa d’oliva sedimentate sul fondo dei recipienti e non separate con i travasi o con la filtrazione.
Sono difetti anche i sentori di "metallico" e di "grossolano". Sempre più raro il primo grazie all’uso dell’acciaio inox nell’impiantistica, mentre il secondo si riscontra quando l’olio lascia in bocca una sensazione "pastosa", di grasso, come se si "masticasse" strutto.
Gli "altri attributi intollerabili" sono sensazioni negative riconducibili a leggerezze operative o ad accadimenti estemporanei: fiscoli non in ordine, odore/sapore di terra, di verme, di idrocarburi, di oli minerali, ecc.

SCHEDA PANEL
L’assaggiatore opera nella massima concentrazione, dovuta alla responsabilità professionale che gli si chiede e ad un codice deontologico cui deve attenersi. Il suo esaminare l'olio consiste nel valutarlo sotto gli aspetti percepibili con i diversi sensi e precisamente:

Vista/colore
Questa valutazione non viene effettuata in quanto colore e aspetto visivo non hanno significato circa la qualità dell’olio: il campione viene infatti presentato all’assaggiatore in un particolare bicchiere di vetro scuro (blu, marrone, nero) che non consente di vedere il colore del contenuto.
Olfatto
Il bicchiere viene posto, coperto, su una piastra riscaldata e termostatata a 28 °C, avvicinandolo poi al naso e cercando di cogliere gli odori.
L’operazione è delicata e difficile perché le sensazioni sono tenui ma tali da ottundere la capacità percettiva delle terminazioni nervose dell’olfatto. In questa fase si deve cercare di coglierle, separare le une dalle altre positive o negative che siano, valutarle in base all’intensità con cui vengono percepite.
Gusto
Si porta alla bocca olio per circa l’equivalente di un cucchiaio da thè, investendo con quello tutta la lingua e la cavità orale. Si aspira violentemente aria quasi a nebulizzare l’olio stesso poiché l’aereosol che si forma facilita il percepire, attraverso le papille gustative a diversa specializzazione, le varie sensazioni da ricercare. Nella massima concentrazione, questo "stripping" viene ripetuto più volte espellendo l’aria inspirata dal naso ed infine liberandosi dell’olio in esame.
Valutazione
Durante queste operazioni si analizzano le sensazioni positive e negative, memorizzandole e valutandone la intensità con la quale sono percepite.
Per ogni attributo, la scala prevede un range di valori da 0, che si assegna in assenza di percezione, a 5 che vale "intensità di percezione estrema".
I valori intermedi sono:

1, se l’attributo è "appena percettibile" cioè si riconosce con difficoltà;
2, se la intensità con cui si avverte è "leggera" ma qualitativamente si identifica con sicurezza;
3, se la intensità è "media" cioè si ha certezza dell’attributo percepito;
4, se la intensità fosse "grande".
Definizione del punteggio
In base al difetto segnalato con la intensità maggiore viene attribuito un punteggio che può oscillare in funzione del "fruttato" o del numero e dell’intensità di altri eventuali difetti.

Le schede redatte dai componenti il panel (minimo otto persone) sono raccolte da un capo-panel che ne controlla la correttezza formale ed elabora i risultati con rigidi criteri statistici assegnando il punteggio definitivo in base al quale l’olio esaminato sarà:
extra - vergine se il punteggio è uguale o superiore a 6,5;
vergine se ha totalizzato almeno 5,5 punti;
vergine corrente se fra 5,49 e 3,5;
vergine lampante se inferiore a 3,5.

 
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