Don Aurelio Olivati

NOTE DI ARTE 1 (Prof. don Aurelio Olivati) pag. 41-50


41CUBISMO 42Nascita – A un’esposizione del 1908 Matisse gridò di fronte a una tela di Braque: "Oh, ecco i cubi!". Di qui, "cubismo". Def. È un nuovo modo di rappresentare la realtà, non come è, ma analizzata "dentro". Di qui, semplificazione massima delle "forme" fino a termini essenziali, geometrici. Alias, le "sezionarono",le scomposero nei loro elementi essenziali, cioè nei loro vari "piani". Es.: il volto di un uomo! Il pittore individuerà i vari piani: quello orizzontale della fronte, quelli obliqui del muso e delle gote, quello irregolare del mento. Terrà conto del piano di fondo su cui si staglia il volto. E i "piani" nascosti? (quelli che non si vedono?, come la nuca, zona dietro le orecchie) i cubisti vogliono ritrarre anche quelli. Inoltre: un viso, nella realtà non è mai immobile, bensì in continuo movimento, durante il quale tutti i piani si spostano in su in giù, a destra o a sinistra. Di qui: necessità di rappresentare contemporaneamente sulla tela tutti i piani che compongono l’oggetto da ritrarre: quelli visibili e quelli nascosti, quelli in quiete e quelli in movimento.43· Ecco, il perché di quelle raffigurazioni sulle quali – si dice – "non si capisce nulla". La figura c’è, ma è tutta scomposta, irriconoscibile. I cubisti, abolita la prospettiva hanno creato uno spazio nuovo, in cui tutti i piani si intersecano l’uno nell’altro, giungendo a formare una specie di incastro di solidi geometrici. Questo incastro diventa talvolta tanto fitto e intricato da nascondere completamente l’oggetto ritratto. Cubismo "analitico" È cosiddetto il cubismo della prima fase". Ma il cubismo subirà elaborazioni, ripensamenti, superamenti. Fortune del "cubismo" Nel 1912, assenti Ricasso e Braque, a Parigi, "Salone d’autunno". Un consigliere municipale si sdegnò violentemente contro il cubismo e giunse a dire che là "si attentava – in ambiente governativo – alla stessa dignità del governo". E la questione – pur con un nulla di fatto – finì nella Camera dei deputati! Cubismo "sintetico" Braque e Picasso abbandonarono ogni semplificazione e portarono le 44figure a termini più ampi e semplificati, spesso risaltati da colori intensi. Cioè: non analizzarono più gli oggetti, componendoli minutamente, ma li "costruirono" sulla tela servendosi di forme geometriche più spaziose, più definite, pervenendo a una fase detta del "cubismo sintetico". E arricchirono lo stile, introducendo sulla superficie del dipinto materiali inconsueti e di solito estranei alla pittura: colori impastati di olio e sabbia (per rendere rugosa la superficie), ritagli di giornali incollati sulla tela, fogli di carta dipinti a modo di pannelli di legno o di marmo. A che scopo? Allo scopo di rendere più reali i contenuti del quadro e anche a scopo decorativo.45Cezanne e Picasso messi a confronto per uno stesso soggetto: molto di Ambrosie Voltaire, nel primo: costruzione secondo le "vecchie" regole, nel secondo: la figura è scomposta: non si stacca più dal fondo, in rilievo, secondo la prospettiva tradizionale; i piani si intersecano e si sovrappongono, determinando infinite sfaccettature, che non permettono più di individuare il soggetto, ma solo di intuirlo.Braque – Case a l’Estaque (1908) : quadro che fece esclamare a Matisse : « Oh, ecco i cubi ! » Braque – Le gueridon (1911). Senza titolo si capirebbe ben poco. Si intuisce solo uno strumento musicale. Colori di tono spento.Leger – Fumatori . Due uomini che fumano e levano cortine di fumo su un paesaggio di sfondo a colori vivaci e quasi cartellonistici.Delannay – La torre Eiffel (1910). È riconoscibile, ma trasformata in una vivissima, fantastica "esplosione" di colore.46Picasso – Violino (1913) Esempio di "cubismo sintetico". Scomposizione di piani, ma questi sono divenuti più nitidi e distesi. La vivacità sta anche nell’effetto tra zone "ruvide" (olio e sabbia) e quelle colorate e levigate. È una composizione armoniosa, chiara ed equilibrata: un bel quadro (= non tutti i quadri dei "cubisti" sono belli: specie se vi si nota il prevalere della preoccupazione tecnica). Braque – Natura morta (1929). Altro esempio di cubismo "sintetico". Rocca, tavolo, chitarra, giornale, frutta, coltello: tutto il dipinto è una felice armonia di colori limpidi e delicati.47Marino MARINI (Vedi anche pag. 9) Uomo taciturno e tranquillo, che parla poco e osserva molto. Ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Ha insegnato a Monza e ora al "Brera" di Milano. I suoi temi: le "pomone" (robuste figure femminili), i "giocolieri", e soprattutto i "cavalieri" in una serie lunghissima. Cavalieri: che cosa significano" Sono simbolo della condizione dell’uomo del nostro tempo. Nel 1937 eseguì il primo cavaliere, "un gentiluomo a cavallo, che cavalca sereno e classico" (Marini), un uomo fiducioso in sé e nel mondo, insomma. Poi, venne la tremenda esperienza della guerra e i suoi cavalieri divennero sempre più fragili, deboli, indifesi. Gli ultimi sono addirittura disperati e non hanno neppure la forza di reggersi in sella. Ha interpretato il dramma dell’uomo moderno 48Marini – Cavallo e Cavaliere (1947) Collezione Agnelli. Eseguito dopo la prima guerra mondiale. Gli uomini hanno ricominciato a "rivivere" e "sperare". Il cavaliere si tiene ritto in sella e alza il capo fiducioso. Le due figure fanno blocco unico. Volumi solidi e compatti. Struttura semplificata e piena di energia. Marini – Cavallo e cavaliere (1947) Lincoln. Come nel precedente, ma i lineamenti del cavallo e cavaliere sono come "disintegrati", privi di personalità. - Opera lasciata scabra e opaca.Marini – Giocoliere (1953). New Jork. Qui c’è scultura e anche pittura. Cioè, il bronzo è chiazzato di colori, per cui risaltano più netti i piani, più vivaci e più dinamici. 49Def.COME SI GUARDA UN’OPERA DI ARCHITETTURA- L’architettura è come la musica, "una musica solidificata"(Goethe). E cioè un’armonia fatta di ritmo, accordi, contrasti. - Al posto delle note ha volumi, superfici, masse, elementi decorativi, ma tutti in funzione dello SPAZIO che è il vero protagonista dell’edificio. Infatti, l’architetutta ha l’unica funzione di delimitare lo spazio, ossia di modellarlo in un modo preciso e adeguato allo scopo pratico ed estetico che l’architetto vuole raggiungere. 1) Le dimensioni dell’archit/: TRE (altezza, larghezza, profondità). Ma ce n’è un’altra, quella che risulta dai vari punti di vista, da cui ci si mette per "vedere" un’opera. Essi sono "vari", cioè molti, e si ha il "senso dello spazio", perché ci si trova immersi in esso. 2) Lo "spazio interno" è quello compreso dentro gli elementi che fanno l’edificio e che non devono essere considerati separatamente ma legatamene con gli altri. L’architetto rivela la sua sensibilità nel creare lo "spazio interno".Intr.A 50Ci sono 3 diversi modi (principali) di "creare lo spazio" (e corrispondono a "tre epoche diverse"): A) Arte classica- a) uno spazio "immobile" come nel PANTHEON, cioè tutti gli elementi tendono a "chiudere" lo spazio e a darlo in una situazione di riposo e di stabilità.B) Arte rinascimentale – b) uno spazio ritmato come nella BIBLIOTECA DI S. MARCO, dove su pianta geometrica, archi e colonne, sempre uguali e a uguale distanza, sembrano muoversi ritmicamente nello spazio; (del Vignola a Firenze o nella Chiesa del Gesù a Roma);C) Arte barocca – c) uno spazio drammatico come nelle chiese barocche, dove tutto è animato, dilatato, moltiplicato da nicchie, pilastri, decorazioni, con forti contrasti di luce e di ombre. 3) L’aspetto esterno. Si può caratterizzare da due modi: a) il primo consiste nell’impostare l’edificio su una serie di volumi ben precisi (costruire "per volumi"), simili ai solidi geometrici. (Sangallo: chiesa di Montepulciano – Bramante: S. M. d. Grazie). I vari "corpi" sono perfetti parallelepipedi, l’abside è un semicilindro, il tiburio è un prisma. Il motivo geometrico è anche sui frontoni triangolari e sulle pareti rettangolari che risultano fra i pilastri. Donde: staticità, saldezza, ordine. Effetto "plastico".L’architettura è l’arte di delimitare uno spazio, servendosi di elementi costruttivi che di esso costituiscono, per così dire "l’involucro".