libero di pensare

LA PANCHINA


         Passeggiavo lungo il viale del parco e, mentre camminavo dalla distanza faceva capolino, da dietro ad un albero, una panchina, vedendola ho deciso di raggiungerla. Il cielo era cupo, le nubi minacciavano pioggia, pensieri sconnessi transitavano nella mia mente. L'ho raggiunta. La nebbia della mattina ha lasciato sopra di lei l'umidità, qualche foglia copre una parte della seduta.La pulii con un fazzolettino di carta e mi sedetti. Era una panchina di legno come tante altre, ma appena ti ci siedi sopra ecco che nella mente comincia un ingorgo di pensieri. Transitano aneddoti, battute, confessioni, dialoghi, situazioni ed in essa si scolpisce il panorama che mi circonda. Le panchine hanno la possibilità di ascoltare storie di tutti e di non raccontarle a nessuno, facendosi forzieri di segreti irrivelabili. Su di esse si contempla lo spettacolo del mondo, si guarda senza essere visti, ci si dà il tempo di perdere tempo. Un enorme contenitore di tutti i frequentatori, vagabondi, amanti con storie di gioia e di solitudine che lasciano comunque un segno indelebile. Chissà se gioisce o soffre anche lei....penso di sì...credo che anche le panchine hanno un'anima