Creato da: mr.moho il 08/05/2005

Oltre la notte...
  ci sono viaggi che cominciano con uno scopo, altri che non hanno meta, non conoscono regole, semplicemente sono.

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Messaggio N° 7
 17-05-2005 
 

Rockstar

Mentre l'auto si avvicinava allo stadio stracolmo lui si accese una sigaretta. Una di quelle forti, che andava perfettamente in accordo con la vodka ghiacciata che aveva appena mandato giù. L'aria condizionata della Limousine, nera come la notte che la circondava, era piacevole sulla pelle, allontanava l'afa esterna e gli dava la sensazione di essere lontano dal mondo. L'auto si infilò nel corridoio di transenne vigilato dal suo piccolo esercito privato, che a fatica conteneva le ali di folla che premevano dai lati. I flash dei fotografi cominciarono la solita sequela di lampi fastidiosi, che si riflettevano sui suoi immancabili occhiali neri. Lui scese in fretta dall'auto e la folla proruppe in un ovazione. Ti amano- pensò lui -ti amano tanto che ti mangerebbero pur di averti per sempre con loro. Fece un rapido cenno di saluto in direzione della gente accalcata ed entrò nel corridoio. Solita sfilza di facce estranee, tutti che lo guardavano, come sempre. Tutti, tranne lei. Lei era andata ormai, irrimediabilmente perduta. Erano passati due anni. Due lunghissimi, vuoti e dolorosi anni. Erano stati così felici, così superiori a tutto ciò che poteva minacciare il loro amore. Poi lei aveva cominciato a farsi di brutto. E lì erano cominciati i guai. Lui era riuscito a mantenersi pulito da quella merda per tanti anni, anche se il mondo che aveva intorno era corrotto e tentatore. Ma lei era fragile,  così dolce e così indifesa di fronte a chi non aspettava altro. Lui era sempre in tournè, sempre su qualche palco, sempre lontano. Un giorno tornò a casa e la trovò ad aspettarlo con un ago nel braccio, svenuta. Parlarono, provarono, piansero. Ma lei era ormai in un vicolo cieco e in pochi mesi ne vide la fine. La donna più bella che avesse mai visto, la sua unica amica. L'amore della sua vita, quello che si trova una sola volta e poi mai più. Una mattina era rincasato, preoccupato per lei come sempre, sfuggendo alla folla che lo bramava, che voleva il suo corpo e la sua anima, e l'aveva persa. Non potè dimenticare neppure per un attimo lo sguardo vuoto dei suoi occhi blu, tanto profondi nella fissità di quell'ultimo viaggio. Era distesa sul loro letto. Fredda ed immobile. Era dimagrita, aveva perso la freschezza del suo bellissimo volto nei mesi passati, pareva un cucciolo che si fosse rifugiato in quella stanza di lusso per trovare la pace. Adesso, mentre passava attraverso i mucchi di fiori accatastati fuori dal suo camerino, lui cercò di dimenticare per un attimo. L'aveva amata tanto. Così tanto che adesso nulla aveva più senso, se non il suo sacrificio per quella belva impazzita che fremeva sotto il palco gridando il suo nome. Loro lo avevano assorbito ed assimilato nel corso di tutti quegli anni. Avevano implorato ed ottenuto il suo tempo mentre lei aveva bisogno di lui. Avevano vinto. Prese dal cassetto la siringa ed il cucchiaio, scaldò la roba sulla fiamma dell'accendino e fece entrare un altro pò di sogni e di morte nelle proprie vene. Poi imbracciò la sua Strato e si avviò verso il palco, per immolarsi ancora un pò al suo pubblico famelico.



 
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