Creato da: mr.moho il 08/05/2005

Oltre la notte...
  ci sono viaggi che cominciano con uno scopo, altri che non hanno meta, non conoscono regole, semplicemente sono.

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Messaggio N° 8
 20-05-2005 
 

Bjorn il feroce e i fantasmi delle nebbie

Bjorn era il capo. Tutti lo rispettavano, lo seguivano sempre, senza tentennamenti o timori. Era un uomo forte, di alta statura, aveva barba e capelli biondissimi e lunghi. La sua Sippe (1) era una delle più celebri della sua zona. Suo padre Ulfar era stato un razziatore intelligente e scaltro. Il suo drakkar era veloce, forse il più veloce della Sippe, che ne possedeva altri tre, uno al comando di Rulf, suo fratello maggiore, un'altro che veniva usato da Vadert, l'unico ancora vivo dei suoi cugini. Proprio con costui era nata l'idea di dirigersi lungo la costa inglese. Due mesi, avevano deciso di fronte ai vecchi della Sippe, due mesi a disposizione per predare quanto più possibile e tornare. Chi avesse portato più bottino al ritorno sarebbe diventato capo della Sippe, indiscusso padrone del fiordo. Le altre famiglie della zona erano per lo più dalla parte di Bjorn, lo stimavano perchè era famoso per la sua ferocia in battaglia, lo temevano per il suo carattere indomito. Il "Cavallo delle onde", il drakkar di Bjorn, filava in direzione della costa inglese, diretto in un posto dal nome impronunciabile che i cristiani avevano colonizzato e reso centro di scambi. L'equipaggio era composto di ventidue uomini, tutti valenti guerrieri, ovviamente tutti abili nel condurre la nave e altrettanto determinati a mettere il loro capo sullo scudo del comando dei ventiquattro che avevano seguito Vadert sulla "Serpe Spietata". Ma Bjorn ed i suoi avevano trovato un vento favorevole ed erano stati fortunati. Avevano preso terra vicino ad un villaggio di pescatori, non lontano da un monastero. In poco più di un'ora avevano superato silenziosi il villaggio ed erano arrivati alle porte del monastero. Il combattimento era stato breve, il bottino discreto, il saccheggio divertente. Nonostante quegli stolti dei monaci non avessero donne con sè (una casa senza donne! cose da pazzi, pensò Bjorn) il vino era abbondante ed i calici d'oro e i crocefissi erano di notevole valore. Torturando un pò uno dei frati avevano scoperto che questi nascondevano un notevole quantitativo d'argento nelle cantine. Ma la notte era lunga ed essi decisero che avrebbero lasciato il monastero prima che le tenebre calassero del tutto. Arraffato tutto il trasportabile presero con sè quattro monaci come schiavi e eliminarono gli altri. Veloci e sicuri arrivarono alla nave, ma quando stavano per imbarcarsi videro qualcosa che li demoralizzò molto. Stava scendendo la nebbia. Il grande nemico dei valorosi vikinghi. Gli dei dovevano essersi adirati con Bjorn il feroce. Non ci si imbarca nella nebbia, lo sanno tutti che essa nasconde spiriti maligni in agguato che trasportano le navi direttamente oltre le porte del mondo, nel regno dell'eterno gelo. Potevano saccheggiare il villaggio, aspettare il ritorno delle stelle o magari l'arrivo del mattino. La nebbia non poteva certo durare in eterno, no? Bjorn lanciò un paio di ordini secchi ai suoi uomini, ed essi presero i prigionieri e li legarono alla nave. Se gli spiriti maligni avessero semplicemente voluto prendere un tributo di sangue lo facessero pure, loro avrebbero preso altri schiavi al villaggio! Diedero una controllata ai quattro monaci, poi uno dei marinai, deciso che non potevano certo scappare con le caviglie incatenate, decise di offrir loro alcune pesanti coperte. La nebbia era fredda, era una crudeltà inutile far morire degli uomini sani solo per il gelo!Fatto questo saltò giù dal drakkar e si unì ai suoi compagni che si avviavano verso il paese di pescatori. Due edifici in legno e pietra, uno più grande era diviso in diverse abitazioni, probabilmente destinate alla varie famiglie, l'altro era certamente un magazzino, dove queste stipavano le derrate alimentari. Poco lontano un paio di baracche di schiavi o servi di rango minore. Molto grandi ma non molto affollate in quella stagione non ancora calda, in cui certamente non c'era ancora da fare molto nei campi (anche se la cosa era molto teorica per Bjorn ed i suoi, che nei campi c'erano stati solo per inseguire fuggiaschi o belle donne!). I vikinghi si divisero in due gruppi. Uno incendiò le baracche dei servi, l'altro assaltò la casa padronale nella quale tutti erano riuniti nella sala principale a cenare. Bjorn sentì il sangue pompare nelle vene come ogni volta che dava l'ordine di attaccare. Un suo cenno ed i suoi uomini si riversarono dentro alla sala, le asce in pugno, gli elmi dalle espressioni feroci calati sui volti. Demoni urlanti ancora incrostati del sangue dei monaci, saccheggiatori dalle mille esperienze, segnati da cicatrici e dalle corazze rubate a nemici diversi in tempi diversi. Della trentina di persone che si trovavano all'interno almeno venti erano donne. Ottimo. Almeno sei o sette potevano esser vendute bene, avevano tratti delicati ed un paio erano decisamente belle. Gli uomini cercarono di opporre una debole resitenza, ma Bjorn identificò il capo immediatamente e, con un esperto colpo d'ascia, gli spaccò in due testa e busto davanti a tutti. Il nemico inorridì, esitò, poi un vecchio in fondo alla sala diede un ordine ed i difensori si arresero di fronte a quella furia inarrestabile. Il vecchio portava un abito semplice, di lana grezza, ma il suo volto esprimeva autorità ed i suoi lo rispettavano molto. Ovviamente agli occhi di Bjorn lui non rappresentava che un mucchio d'ossa senza valore, ma il fatto che avesse capito chi comandava poteva essere un fatto interessante. Holsen il grosso, secondo di Bjorn, provvedette a far raggruppare i prigionieri maschi in un ripostiglio, dal quale difficilmente avrebbero potuto fuggire. Questi piccoli uomini senza coraggio si lasciavano portare al pascolo come vacche. Eppure dovevano ben sapere quale sarebbe stato il loro destino, no? Una delle donne fece per cercare una via di fuga, ma l'ascia di Bjorn, ancora grondante di sangue, le sbarrò la strada. ll guerriero la osservò, senza parlare. Fu allora che accadde il prodigio. Uno degli uomini all'aperto vide nella nebbia delle figure avvicinarsi in direzione della casa e diede l'allarme. Bjorn ed i suoi uomini uscirono dalla grande costruzione e videro a loro volta delle figure spettrali che si tenevano a riparo della nebbia. Erano coperti di pelo, metà uomini e metà aminali.

-Spiriti della nebbia!- disse uno dei vikinghi.

-Demoni della notte!- rispose un altro.

-Presto, alla nave! Di corsa uomini!- ringhiò Bjorn, vedendo che la cortina di nebbia si avvicinava sempre più portando con sè gli spiriti malvagi delle leggende che aveva sentito narrare migliaia di volte attorno al fuoco.

I vikinghi presero a correre all'impazzata mentre le creature si avvicinavano con passo barcollante. Erano numerose, e le loro sagome si intravedevano appena, ma sbucavano dalla nebbia come se ne fossero generate.

Correndo a perdifiato i nordici arrivarono in fretta alla loro imbarcazione, sciolsero i monaci e li buttarono fuori bordo per essere più leggeri e veloci e diedero mano ai remi, portando con sè solo i beni del monastero saccheggiato (che valevano ben il rischio).

Nella casa regnava un silenzio pesante, uno dei bambini cominciò a piangere. I pescatori sopravvissuti all'attacco furono slegati ed uscirono a vedere cosa avese messo in fuga i barbari. Non c'era niente nella nebbia...tranne una fila di pellegrini ammantati in pesanti pellicce che arrancava nel buio.

-Salve gente, - disse uno di questi - non si vede proprio un accidente stanotte. Stavamo dirigendoci al monastero ma è troppo lontano, possiamo fermarci per la notte?-

Incredulo uno dei pescatori rispose - Ma non li avete incrociati i barbari? Erano quì un attimo fa!-

-Barbari? Quali barbari? Non riusciremmo a vedere nemmeno la grande Gerusalemme con una nebbia del genere!

Sulla nave, spinta a forza di remi, Olfe il guercio si avvicinò al capo che, abbracciato alla testa di drago a prua, scrutava nella nebbia. -Che notte, Bjorn, che notte...- disse.

-Non ero mai fuggito di fronte ad alcun nemico, Olfe, mai!- urlò furente Bjorn.

-Non temere, Odino che tutto sa e vede comprenderà il tuo gesto, capo. Non si possono combattere le creature della nebbia! E noi tutti sappiamo che Bjorn non indietreggia davanti a nesun nemico di questo mondo, vero uomini?- disse il Guercio.

Un coro di voci ruppe il silenzio della notte, quando tutti urlarono il nome del loro capo, sapendo che era la verità. Nesun nemico di questo mondo poteva mettere in fuga Bjorn il Feroce.

Lui scrutò il mare calmo, la nebbia andava diradandosi, portata la nave fuori dal banco il Feroce diede ordine di ancorare. Mentre gli altri si disponevano per la notte di sonno egli rimase però a scrutare il mare. Inquieto non staccava un attimo gli occhi dall'orizzonte lontano appena visibile. Olfe si avvicinò nuovamente -Tu ci hai condotti in vittoria, noi ti siamo debitori, capo. Il tuo bottino è ricco e domani gli uomini ti seguiranno di nuovo a far guerra. Cosa ti angustia, mio signore?- sussurrò il forte guerriero dal volto sfigurato da un colpo di spada di vent'anni prima.

-Vorrei solo sapere perchè gli dei si sono adirati tanto da impedirci di ripartire con calma, amico mio. Solo questo...- disse Bjorn, nei cui occhi si leggeva una grande inquietudine.

-Ma è chiaro capo, volevano solo vedere se eri tanto saggio da comprendere e dirigerti verso nuove conquiste o se saresti stato folle ed avresti attaccato i loro demoni! E tu hai passato la prova della nebbia. Siamo tutti vivi e, quando sarà tempo, potremo morire felici in battaglia grazie a te e riunirci tutti nel Walhalla alla corte di Odino! Non temere Bjorn figlio di Ulfar, tutti sappiamo che questa notte abbiamo imparato ad apprezzare ancora di più colui che ci guida. Hai sentito gli uomini prima, mentre gridavano il tuo nome.- rispose l'altro.

-E allora corichiamoci, cugino di mia madre, prima che sia tardi. Voglio essere ben sveglio quando attaccheremo la costa domani!- disse Bjorn ridendo, improvvisamente tornato di buon umore, mentre cercava un angolo dove dormire, sul ponte del "Cavallo delle onde".

Tutto questo prima che lui divenisse il capo di tutta la Sippe, prima dell'età delle grandi invasioni, che avrebbero portato i suoi pronipoti dalla Spagna al Mediterraneo, dalle Russie a Costantinopoli...



 
  Inviato da mr.moho @ 16:49 COMMENTI: 6

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