Creato da: mr.moho il 08/05/2005

Oltre la notte...
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Messaggio N° 13
 14-09-2005 
 

LA Dama Rossa parte 2

Continua dal precedente post, leggere in sequenza prima il post 12 e poi questo per evitare confusione. Grazie ed a presto!

I due parlarono per un pò della scoperta di Jason, poi decisero di indagare più a fondo. Una persona in città poteva certamente dar loro informazioni più dettagliate sulla storia del piccolo paese di Erinnflort e sulla gente che vi aveva abitato. Si trattava di Oliver, il bibliotecario del paese di jason e Toddye, anziano almeno quanto il barista ma altrettanto in gamba.

I due lo interpellarono a riguardo la sera stessa. Oliver era un vecchietto magro e curvo, simpaticissimo e appassionato di storia e folklore locale. Li accolse nella sua piccola ma accogliente villetta e si dimostrò subito molto curioso a proposito della bizzarra vicenda. I tre si recarono alla vecchia bilbioteca locale, della quale Oliver aveva le chiavi, essendo colui che apriva e chiudeva le porte ogni giorno da almeno mezzo secolo.

Quando entrarono nell'edificio faceva freddo e le tenebre si allungavano sulla cittadina tranquilla, dove da anni non succedeva nulla di strano (a parte la sparizione del giovane Ron, sulla quale non si era mai fatta luce)e la gente viveva tranquilla. Oliver guidò i due fin nel cuore della biblioteca, orgoglio della comunità locale, dove si trovavano i registri della regione sui quali erano annotati tutti i fatti importanti. Si trattava di una collezione antica, alcuni erano manoscritti risalenti a diversi secoli prima. Tutti erano ordinati per anno e sistemati con meticolosa cura.

1897. il numero spiccava a caratteri dorati sulla copertina del grande tomo rilegato in pelle. Le pagine ingiallite erano fitte di date ed avvenimenti, ma jason aveva ormai odorato la verità e disse ad Oliver di cercare senza indugi il mese di novembre. Il giorno dell'incendio che aveva distrutto Erinnflort era stato registrato con ampia cura di particolari.

In una grafia minuta ma accurata qualcuno, probabilmente il parroco del paese, aveva annotato:

"Addì 19 del mese di novembre dell'anno di Nostro Signore 1897, per cause sconosciute un fuoco impossibile a spegnersi è divampato nella grande fattoria ch'era possedimento della famiglia dei Wilson, nella borgata di Erinnflort, in poche ore la borgata stessa si è ridotta a ceneri fumanti. Delle famiglie che ivi abitavano restano alcuni sopravvissuti. Di tutte tranne che di quella dei Wilson, dei quali solo la figlia minore resta dispersa tra i ruderi. Accurata ricerca del corpo non ha dato esito alcuno e si è pertanto deciso che, essendo stato tale corpo evidentemente arso completamente dalle fiamme, si provvederà a tumulare la sola cassa con il nome della vittima, senza poterne seppellir le spoglie. Questa disgrazia pone fine alle sofferenze di quella povera creatura, costretta in isolamento con le sorelle dalla follìa del genitore vedovo. Bizzarra coincidenza che tutto sia accaduto oggi, giorno della festa della borgata ed unico di tutto l'anno in cui le giovani potevano contare sul permesso paterno di uscir di casa, come da tradizione..."

Il vecchio Oliver, che stava leggendo ad alta voce dall'antico manoscritto, si fermò ed alzò lo sguardo verso i due compagni.

Unico giorno dell'anno in cui le giovani potevano uscire, come da tradizione. La tradizione della festa della borgata di Erinnflort era che ogni giovane donna o uomo potesse in quel giorno esser liberata dalle incombenze di lavoro e dalla volontà dei genitori, dall'alba al tramonto si faceva festa, si scherzava, si mangiava e si facevano incontri, senza che padri e madri mettessero il naso nei fatti dei figli e delle figlie. Era una antica tradizione di derivazione celtica, rispettata da tutti e da sempre, svanita solo con la fine del villaggio dovuta all'incendio che lo distrusse...

AL vecchio Toddy tornarono improvvisamente in mente le parole di Edwina Wilson a Ron Morris, pronunciate dieci anni prima al banco del suo bar...

-Non vrei fatto tutta questa strada se non fosse per tornare ad Erinnflort- aveva detto la splendida Dama Rossa al ragazzo.

I tre si diedero dunque a discutere e presero una decisione.

L'anno seguente si ritrovarono in segreto poco prima del tramonto ad Erinnflort. Si sedettero al buio ed attesero. Era poco dopo le dieci di sera che li sentirono. Arrivavano da tante direzioni differenti. Erano tantissimi, tutti giovani, tutti ad attendere lei, la Dama Rossa. Bisbigliavano tra loro dolenti che l'amica non potesse essere libera di andarsene e dimenticare la tragedia. I loro abiti erano un misto di epoche differenti e tutti, dal primo all'ultimo parevano conoscersi bene. Sembravano tutti felici di vederla quando lei giunse tra loro. Li salutò uno ad uno ed essi fecero altrettanto con lei. Al suo seguito un ragazzo con non più di diciotto anni la seguiva stregato dal suo fascino. Lei congedò gli altri e si volse verso il giovane, il quale la osservava senza reazione alcuna, completamente imbambolato.

- Vedi che avevo ragione? La festa è finita e mio padre sarà furibondo. Ma io so che non può più punirmi, ormai. Nè lui nè quelle arpìe delle mie sorelle. Ora sono libera, ma torno quì ogni anno con un amico nuovo, per ricordare. Ed ogni anno tutti torniamo, sai, per la festa. Vuoi restare con noi? -

sussurrava la bellissima creatura al giovane...

-Ogni cosa che tu desideri, qualunque cosa, ma non andartene, resta con me, ti prego- rispondeva lui

-Ed allora rimani tu con me, dolce creatura viva, resta al mio fiaco ed entra nel mio regno di ombre, io sarò sempre vicina a te, potrai vedermi ogni anno, vivere in eterno, diventare una di noi. Li hai visti gli altri vero? Hai visto come sono felici per la loro regina? E pensare che mio padre diceva che non avrei mai imparato nulla. Mi rinchiudeva e l'unico mio svago era leggere. Se non fosse stato per la nonna non avrei mai avuto i libri del potere, mio dolce e bellissimo vivente. Libri antichi, ci ho messo anni a comprenderli. Volevo stregare i giovani e convincerli a dividere la mia prigione, la mia solitudine...-

- Io ti amo, ne sono certo, e farò qualunque cosa per te mia adorata- rantolava il giovane cercando la bocca di lei, le sue labbra vermiglie e letali. Lei lo abbracciò, si avvinghiò su di lui ed i due caddero a terra, lontano dagli occhi degli spettatori nascosti dietro ai muri in rovina. Il vecchio Oliver, perso il suo proverbiale coraggio fuggì verso l'auto e sgommò in direzione del villaggio dando tutto gas. Questo scosse Jason dalla sua apatia, da quella sensazione di incredulità che lo aveva immobilizzato e che ancora immobilizzava Toddye. Doveva fare qualcosa, subito!

Balzò in piedi ed urlò verso i due amanti che si trovavano uniti in un abbraccio convulso - Fermi, in piedi, sono un ufficiale di polizia! Alzatevi con le mai in alto e...

La frase gli morì in gola, quando vide la creatura che fino ad una ttimo prima era stata una bellissima fanciulla dal viso innocente scagliare il proprio amante lontano una ventina di metri e voltarsi verso di lui.

- Come osi, mortale, interrompere il mio annuale pasto!- gridò la creatura, i cui occhi ora baluginavano di riflessi lucenti color del sangue nel buio.

- Ferma dove sei, ferma o sparo!- disse il poliziotto.

- Ah, microbo impertinente, se non avessi tanta fame da rendermi furiosa ti potrei convincere in un attimo a puntare la tua stessa arma verso di te e ti farei morire felice perchè stai facendo qualcosa per me. Hai osato l'inosabile, verme schifoso, ed ora striscerai al mio cospetto prima di essere ridotto in cenere dal bacio della Dama Rossa.-

Mentre il poliziotto sentiva i propri pensieri intorpidirsi e le proprie gambe farsi sempre più rigide e la pistola gli cadeva dalle mani tremanti un rumore fece voltare il viso alla creatura. Un'auto sopraggiungeva a tutto gas ed i suoi fari illuminarono la sagoma della Dama, accecandola per un attimo.

- Ferma mostruosità immonda! disse una voce d'anziano. Era il vecchio Oliver, tornato dal villaggio.

-Che vuoi tu, mucchio d'ossa! Dopo verrò da te, ora devo nutrirmi...- disse lei, volgendosi verso Jason

- Troppo in fretta, voglio leggerti un passo da questo libro che ricordavo di avere in biblioteca- disse Oliver, cominciando a recitare una antica formula celtica...

lo sguardo della creatura si fece di fiamma.

- Fermo, ignorante! Così rendi vano il mio lavoro...fermo! Gridò la giovane, mentre il suo volto si accendeva di terrore e la forza demoniaca che l'aveva tenuta in vita per più di un secolo l'abbandonava man mano che il vecchio leggeva l'antica formula al contrario.

- Aspetta, ti prego, pianse lei in una disperazione inumana, io posso renderti immortale, posso ridarti la gioventù, sarò tua per l'eternità, guarda vecchio, a cosa rinunci- disse strappandosi l'abito rosso e mettendo il piena vista il corpo perfetto scosso dai singhiozzi.-Non lo fare, non lo fare...- ma il vecchio continuò imperterrito a leggere, mentre il pianto di lei si faceva sempre più sommesso, più lontano...

Quando Oliver finì di leggere il vento tornò a soffiare, a ululare il suo dolore, alzando le foglie morte in mulinelli illuminati dalla luce dell'aurora. Là dove la creatura era crollata singhiozzando, ora, non restava più nulla.

Sul libro che Oliver teneva in mano risaltava una scritta in caratteri dimenticati dai più, in una lingua antica, che pochi parlavano ancora. Il libro del Potere, diceva la didascalia della cassa della biblioteca nella quale era racchiuso da anni. Le note dicevano che era stato ritrovato murato in una cantina di una casa distrutta da un incendio negli anni '30. Da anni era uno dei rompicapi letterari ai quali Oliver si appassionava. E con il miglior costrutto possibile evidentemente. Fu con enorme dispiacere che il vecchio lo diede alle fiamme, racchiudendo nel silenzio della cenere il suo abominevole potere. Per sempre.

Fine



 
  Inviato da mr.moho @ 18:39 COMMENTI: 2

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