Oltre la notte...

La dama rossa parte 1


Giunse in un turbinìo di foglie morte, tra le volute di nebbia che andavano diradandosi. La figura sottile avvolta in un aderente abito lungo rosso scarlatto, il volto pallido ma perfetto incorniciato da una cascata di capelli nerissimi, lunghi fino alla coscia. Silenziosa come un ombra arrivò nel piccolo paese di pescatori, poche case arroccate su di una scogliera, appena prima del tramonto del sole. Entrò nella prima taverna che incontrò, l'unica per essere sinceri. Si trattava di un pub dove la clientela era più o meno la stessa da trent'anni e tutti coloro che stavano chiacchierando al Blackcrow'hinn tacquero immediatamente appena ella attraversò la porta di legno di quercia. Tutti gli occhi si puntarono su quel viso bellissimo, su quel corpo senza difetti. Lei bevve gli sguardi degli avventori, soprannaturale creatura dai lineamenti fini e dalle movenze ammalianti. I pochi clienti della taverna erano in prevalenza marinai e pescatori della costa est dell'Inghilterra, gente dalle salde tradizioni e dallo sguardo fiero, eppure tutti fremettero immediatamente di passione per la Dama Rossa, ignari del perricolo che correvano. Lentamente, quasi sfiorando il pavimento invece di calpestarlo, ella si diresse al banco, dietro al quale il vecchio Toddye la osservava rapito quanto gli altri. -Un bourbon.Liscio.-disse con voce calda e ferma al barista, che versò il suo drink senza distogliere gli occhi da lei. Il fatto che avesse parlato spezzò in parte l'incantesimo che la sua apparizione aveva generato. I clienti ricominciarono a parlare tra loro, pur senza staccare gli occhi da quella bellissima straniera. Ron, il più intraprendente tra tutti loro, decise di non perdere l'occasione di conoscere una cotanto interessante ospite del suo pub preferito. -Un tempaccio, vero? Il vento si sente fin quì, dentro al caldo...- cercò di rompere il ghiaccio lui.-Il vento? Il vento è meraviglioso oggi, così carico di... magia.- rispose la ragazza. Non dimostrava più di vent'anni e Ron non riusciva a distogliere lo sguardo dalle sue labbra vermiglie.- Non sei di queste parti, vero? - aggiunse il giovane, il quale non sapeva da dove cominciare, temendo una rispostaccia di lei che lo avrebbe screditato agli occhi di tutti i presenti.- No, vengo da lontano. Sono solo di passaggio. Stavo camminando quando ho visto la luce e l'insegna della locanda ed ho pensato che sarebbe stata una buona idea fermarsi.-- Camminando? Vuoi dire che sei venuta da York a piedi con questo freddo?- sbottò il ragazo incredulo.- Non da York, ma questa è una lunga storia. Piuttosto, sai dirmi quanto dista il paese di Erinnflort? - chiese lei sorridendo e scoprendo i suoi denti, perfetti come tutto il resto.-Erinnflort? Ma devi aver preso un granchio, straniera. Erinnflort non è che un cumulo di rovine da almeno cent'anni, fu distrutta da un incendio all'inizio del secolo. Non ci abita più nessuno da allora. Sei certa che vuoi andare proprio lì?- rispose Ron, mentre diversi altri avventori riportavano l'attenzione alla strana coppia.- Si, non avrei fatto tutta questa strada se non fosse stato per tornare a Erinnflort...- bisbigliò lei avvicinandosi al giovane e fissandolo con i suoi ardenti occhi  azzurri. Ron deglutì e si perse nella spirale seducente di quello sgurado così penetrante. Sentiva che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per lei. Anche portarla a Erinnflort, paese dimenticato da tutti e non segnato sulle mappe, che tutti dicevano di evitare con un sacco di scuse, ma che era in realtà al centro di mille storie di fantasmi che i vecchi narravano ai bambini per farli star buoni durante le sere d'inverno. - Nulla di buono può venire da quel posto. - disse il vecchio Toddye, asciugando un bicchiere senza guardare la ragazza- Lasciate perdere signorina, se siete venuta dalla città solo per dare un'occhiata ve lo dico io: a Erinnflort non c'è nulla da vedere, solo qualche vecchio muro cadente annerito da un incendio di un secolo fa in mezzo al bosco che è nato sulle rovine. Nessuno sano di mente andrebbe ad Erinnflort, soprattutto con un vento di tempesta come questo nell'aria. Dicono che quel posto sia maledetto e anche se sono tutte chiacchiere io non vi consiglio di andare a ficcarci il vostro bel nasino.-Molti tra i più anziani annuirono a quelle parole, ma Ron lanciò al vecchio un'occhiata gelida.-Se lei vuole andare ad Erinnflort avrà i suoi buoni motivi no? - sbottò alla volta di Toddye, il quale tornò alle sue faccende con un'alzata di spalle.- Se vuoi ti ci posso accompagnare domani mattina con la macchina, sono solo una ventina di kilometri ma non puoi mica fartela tutta a piedi. Ma ti avverto, se ti aspetti una città fantasma da film orror resterai delusa, io ci sono andato un paio di volte da ragazzino con gli amici, non si tratta che di poche macerie e di alberi rinsecchiti e rovi.- disse sorridendo Ron. Lei si illuminò in un sorriso che stordì il ragazzo, era bellissima, questo solo poteva pensare lui in quel momento. - Sei davvero gentile, ma non ci siamo neppure presentati. Io sono Edwina Wilkins- disse sempre sorridendo e guardandolo negli occhi. - Ronald Morris, è un vero piacere...- disse lui allungando la mano a stringere delicatamente quella di lei. La mano che sfiorò era delicata al tocco, la pelle liscia e bianchissima, pressochè perfetta ma fredda. - Edwina, ma tu stai gelando- disse lui- vieni, andiamo vicino alla vecchia stufa, laggiù nell'angolo.-Il vecchio Toddye li guardò chiacchierare tutta la sera, come tutti nel pub, d'altronde. Ron era un bravo ragazzo, di cuore ed onesto, come ce ne sono pochi, pensava il vecchio oste, era davvero felice ora e guardarlo mentre faceva una corte spietata alla Dama Rossa arrivata da chissà dove era uno spettacolo. A volte una risata di lei interrompeva il brusìo della loro conversazione, mentre sedevano vicino alla grande stufa in fondo al locale. Certo che un pezzo di donna così lì dentro non se la ricordava nessuno a memoria d'uomo. Benchè da giovane la sua Mabel (riposi in pace) fosse stata un fior di ragazza, per carità. Fortunato Ron, anche se doveva essere una tipa un pò fuori di testa per volersene andare in un posto come Erinnflort. Magari era una di quelle tipe fissate con i fantasmi e tutte quelle menate là.Ma era talmente bella che nessuno dei presenti avrebbe potuto biasimare Ron! Arrivò l'ora di chiusura ed i due giovani vennero al banco per pagare le loro consumazioni. Involontariamente Toddye ascoltò un pezzo della loro conversazione...-Credi che ci vorrà molto?- diceva lei.-Non più di venti minuti, te l'ho detto...--Ehi, Ron, non penserete mica di andarci adesso, al buio, vero?- Li interruppe Toddye. Loro lo guardarono e improvvisamente il vecchio ebbe un attimo di confusione, un giramento di testa lo portò a doversi afferrare al bordo del banco del bar. Lo sguardo di Ron era totalmente vacuo, come se fosse stato ipnotizzato, stregato...e lo sguardo di lei invece era una lama di gelo che arrivò al cuore del vecchio riempindolo di terrore. Non fare domande, dicevano quegli occhi inumani, fatti gli affari tuoi.Fu una frazione di secondo, poi tutto tornò normale, Ron fu di nuovo un ragazzo innamorato che ha conquistato la sua bella, lei una stupenda straniera dai gusti un pò macabri e il vecchio un anziano oste stanco. Il quale non domandò più nulla. I due uscirono ridendo nella notte e Toddye chiuse il pub.Il mattino dopo, al momento di aprire, Toddye si trovò davanti al bar l'auto della polizia locale. Strano, pensò, che Jason, l'unico poliziotto della cittadina, fosse già lì ad aspettarlo per fare colazione.-'Giorno Jason, tutto bene a casa? La sciatica di tuo padre?- chiese il vecchio salutando il poliziotto.-'Giorno Toddye, tutto regolare a casa, ma non sono quì per quello. Stamane, saran state le sette di mattina, mi ha chiamato la signora Morris. Dice che Ronald non è rientrato, che non lo aveva mai fatto prima di sparire così, insomma è preoccupatissima. Anche se non posso certo mettermi ad indagare dopo poco mi son detto che potevo passare a chiedere a te che conosci tutti in paese, tanto più che la Morris dice che ieri Ron era uscito per venire quì...-I due parlarono per una mezz'oretta ed il vecchio raccontò tutta la storia della sera prima al poliziotto. Alla fine i due ridacchiarono un pò scherzando sul fatto che la bella straniera doveva aver stancato tanto il povero Ron da non lasciarlo tornare a casa. Dovevano essersi imboscati da qualche parte e probabilmente si erano addormentati. La spiegazione lasciò soddisfatto Jason, ma non Toddye.-Lei ha detto di venire da...aspetta...non ricordo se lo ha detto, ma ricordo il suo nome. Edwina Wilkins, non posso sbagliarmi, il nome di una donna simile non si scorda...--Ok, se non torna a casa il nostro dongiovanni vedrò di controllare!- disse ridendo Jason mentre usciva salutando.Passarono i giorni, ma Ron non si fece vivo. Dopo settantadue ore di assenza ingiustificata Jason comunicò il fatto e si mise seriamente alla ricerca del ragazzo. Andò nuovamente a parlare con Toddye. Riunì anche tutti i presenti quella sera, cercando di capirci qualcosa. Infine si decisero a cercare i due scomparsi nel posto nel quale erano diretti: Erinnflort.Arrivarono sul luogo al pomeriggio del quarto giorno e trovarono la vecchia Aston Martin di Ron parcheggiata con cura. Le porte erano aperte, la chiave inserita nel quadro. La faccenda si faceva seria. Jason ed una squadra di volontari si diedero alle ricerche dei ragazzi, ma non trovarono nessuna traccia, solo le rovine e, poco distante, il vecchio cimitero abbandonato di Erinnflort. Il vecchio Toddye stava appunto cercando qualche segno dei due quando il suo cuore ebbe un tuffo, un mancamento. Una delle vecchie lapidi aveva un'iscrizione risalente al tempo dell'incendio ei Erinnflort. La pulì dal muschio per essere certo. Diceva Alfred Tomas Wilson 1843 - 1897. Il vecchio scoprì le tombe a fianco della prima dalle foglie che le ricoprivano. Elisabeth Wilson 1847 - 1897. L'incendio era avvenuto nel 1897. Nora, Ophelia e Janet Wilson, e per ultima... Edwina Wilson!Tutti si dissero che si trattava di un caso, compresa la polizia, ma Toddye non si accontentò di quella risposta.Circa dieci anni dopo, a Londra, Jason, il poliziotto del piccolo paese della costa est, era ormai divenuto ispettore. Da anni il suo lavoro erano i casi di persone scomparse, che nella capitale non sono pochi.Si trovava nella casa di una famiglia di Soho, preoccupata dalla prolungata assenza di una delle occupanti delle stanze che affittavano agli studenti. -Mi dica mr. Dehaly, quando avete avuto sue notizie l'ultima volta?- stava chiedendo al padrone di casa.-La settimana scorsa agente. Aveva un appuntamento con una coppia di suoi amici, due ragazzi che aveva incontrato il pomeriggio. Sa Jane è una ragazza così strana, capita spesso che esca con gente con la sua stessa passione per i film horror e cose così. Dopo le mostro la sua stanza, anzi, aspetti, se non sbaglio c'era una foto dei tre insieme che avevano fatto in un cimitero, pensi lei! Venga, venga pure avanti ispettore- disse cordialmente il signore di Soho facendolo accomodare.Jason guardò la stanza tappezzata di locandine di film splatter, le foto alle pareti di Jane vestita di pelle e borchie, poi il signor Dehaly gli porse una istantanea.- Eccola, ispettore, le dicevo che doveva essere quì da qualche parte. Questi due sono i suoi nuovi amici coi quali usciva quella sera. Gente simpatica, sa, li ho conosciuti personalmente. Lei poi era una donna incredibile, bellissima, mi creda.Jason osservò la foto e si sentì mancare la terra sotto i piedi. Nell'istantanea una donna stupenda sorrideva, vicino a lei c'era la ragazza scomparsa, Jane. Ed accanto a questa...sorrideva felice come non mai Ron Morris, non invecchiato di un attimo dal momento in cui era scomparso dieci anni prima. Jason prese con sè la foto. Oltre ai tre si vedevano sullo sfondo alcuni giovani, tutti bellissimi, ragazzi e ragazze. Alcuni di quei volti erano sembrati familiari all'ispettore, anche se non avrebbe saputo dire esattamente perchè. Andò in archivio e cominciò a spulciare vecchie foto di casi irrisolti per distrarsi.Dopo qualche ora ebbe una sorpresa: Alexia Tarassem, studente greca, sorrideva in una foto di un anno prima, scattata il giorno in cui era scomparsa. La stessa era anche ritratta nella foto che i Dehaly gli avevano dato. Jason trovò sei persone in quella foto, alcune in primo piano, altre sullo sfondo. Sei persone scomparse in circostanze misteriose. Tutte sparite il giorno 19 novembre. Una per anno. Sconvolto tornò al suo piccolo paese e si recò dal vecchio Toddye (che ora era ormai ottantenne ma continuava a gestire il pub, aiutato da un giovane del paese). Quando gli mostrò la foto il vecchio impallidì, ma confermò con voce ferma che i due ragazzi in primo piano erano certamente Ron ed Edwina. fine parte prima...