AMORE & AMICIZIA

Post N° 37


6 DICEMBRE-SAN NICOLANacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 260 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti . Cresciuto secondo i dettami del Cristianesimo, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Nicola divenne erede di un ricco patrimonio e si servì dell'eredità per aiutare i bisognosi . Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva degnamente maritarle, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo, che così poté onestamente sposare le figlie. In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l'attività apostolica. Non è certo che sia davvero stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325, durante il quale avrebbe condannato duramente l'arianesimo, difendendo la verità cattolica, ma la leggenda ci tramanda che in un momento d'impeto prese a schiaffi Ario. Gli scritti di sant'Andrea di Creta e di San Giovanni Damasceno ci confermano l'ortodossa fede di Nicola. Nicola si occupò anche del bene dei suoi concittadini, ottenne dei rifornimenti durante una carestia e ottenne la riduzione delle imposte dall'Imperatore. Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343, forse nel monastero di Sion, e già allora si diceva compisse miracoli; tale convinzione si consolidò dopo la sua morte, con il gran numero di leggende che si diffusero in Oriente. Le sue spoglie furono conservate fino al 1087 nella cattedrale di Myra. Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia - al tempo dirette rivali nell'Adriatico - entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle spoglie. Il 9 maggio 1087 una spedizione barese di tre navi, di proprietà degli armatori Dottula con 62 marinai di cui 2 sacerdoti, Lupo e Grimoldo, partì dalla città di Bari (che era passata sotto il dominio normanno). Sbarcò ad Andriaco e si diressero a Myra dove si impadronì delle spoglie di Nicola. Una volta tornati a città, là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono fu posta la prima pietra della Basilica.Nel 1089 le spoglie vennero definitivamente poste nella cripta della Basilica, alla presenza di Papa Urbano II che dichiarò festivi il 6 dicembre e il 9 maggio. Nacque in seguito la leggenda che Nicola stesso quando era in vita, passando per Bari, avrebbe dichiarato "In questa città riposeranno le mie spoglie". Ancora oggi, i buoi sono ricordati fra le decorazioni della Basilica di San Nicola, nelle statue che li rappresentano ai lati del portale maggiore, mentre ai 62 marinai è dedicata una strada nella città vecchia. I Veneziani tuttavia non si rassegnarono e nel 1099-1100 si recarono ugualmente a Myra, dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa. Tuttavia qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti, non sull'altare maggiore, ma in un ambiente secondario. Fu in tale ambiente che i veneziani si misero a scavare rivenendo dei minuti frammenti ossei, che i Baresi non avevano fatto in tempo a prelevare. Furono queste a essere prelevate e traslate nell'abbazia di San Niccolò del Lido. San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima. A San Nicolò del Lido terminava l'annuale rito dello Sposalizio del Mare. -fonte wikipedia-