Alla fine della lunghissima campagna elettorale, gli americani hanno corso un grandissimo rischio e non lo sapevano. Hanno eletto a Capo dello Stato il clone di re Silvio. Almeno a sentire le parole del signor Franco Frattini, ministro degli Esteri del Berlusconi III. Secondo l'espertissimo ministro, infatti, “i punti di contatto tra Berlusconi e Obama sono tanti e si notano”. Frattini sottolinea "giustamente" come Obama e Silvio siano "entrambi nati in un ghetto", "entrambi si siano riscattati con lo studio e con la volontà" ed "entrambi si riconoscano nel sogno americano". Ora, a parte il fatto che trovo difficile associare il termine "ghetto" all'ambiente in cui Silvio ha trascorso la sua infanzia (per conferma, senza dilungarmi troppo, rimando a Wikipedia) e che, a naso, non credo che per Silvio il concetto di "sogno americano" sia proprio uguale a quello di Obama, forse bisognerebbe dire al ministro che le differenze tra l’uno e l’altro, in realtà, non sono poi dei "trascurabili dettagli". Giusto per citare alcune cosette: 1) il giudizio sul quasi ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush, che Silvio considera un gigante della Storia, mentre Obama no; 2) e che dire delle opposte posizioni sulla guerra contro l’asse del Male, che procede per bombardamenti e invasioni; 3) per caso anche il buon Obama ritiene super-affidabile l’amico Putin? mah!; 4) e su Kyoto? Vi sembrerà strano, ma questi, per il fedele Frattini, sono punti di dissenso che, grazie al cielo, "non si notano". Cosa non si fa per accondiscendere e beatificare il proprio padre-padrone. E tutto sommato poteva andare anche peggio: nel suo delirio adulatorio il buon ministro avrebbe potuto citare altre incredibili somiglianze, come l’altezza, la struttura longilinea, il portamento, il taglio dei capelli, l’accento, e soprattutto il colore della pelle. Nonostante, quindi, l'involontario tentativo del ministro Frattini di denigrare il buon Obama con paragoni irriverenti, gli Americani hanno scelto Lui.
Punti di contatto...
Alla fine della lunghissima campagna elettorale, gli americani hanno corso un grandissimo rischio e non lo sapevano. Hanno eletto a Capo dello Stato il clone di re Silvio. Almeno a sentire le parole del signor Franco Frattini, ministro degli Esteri del Berlusconi III. Secondo l'espertissimo ministro, infatti, “i punti di contatto tra Berlusconi e Obama sono tanti e si notano”. Frattini sottolinea "giustamente" come Obama e Silvio siano "entrambi nati in un ghetto", "entrambi si siano riscattati con lo studio e con la volontà" ed "entrambi si riconoscano nel sogno americano". Ora, a parte il fatto che trovo difficile associare il termine "ghetto" all'ambiente in cui Silvio ha trascorso la sua infanzia (per conferma, senza dilungarmi troppo, rimando a Wikipedia) e che, a naso, non credo che per Silvio il concetto di "sogno americano" sia proprio uguale a quello di Obama, forse bisognerebbe dire al ministro che le differenze tra l’uno e l’altro, in realtà, non sono poi dei "trascurabili dettagli". Giusto per citare alcune cosette: 1) il giudizio sul quasi ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush, che Silvio considera un gigante della Storia, mentre Obama no; 2) e che dire delle opposte posizioni sulla guerra contro l’asse del Male, che procede per bombardamenti e invasioni; 3) per caso anche il buon Obama ritiene super-affidabile l’amico Putin? mah!; 4) e su Kyoto? Vi sembrerà strano, ma questi, per il fedele Frattini, sono punti di dissenso che, grazie al cielo, "non si notano". Cosa non si fa per accondiscendere e beatificare il proprio padre-padrone. E tutto sommato poteva andare anche peggio: nel suo delirio adulatorio il buon ministro avrebbe potuto citare altre incredibili somiglianze, come l’altezza, la struttura longilinea, il portamento, il taglio dei capelli, l’accento, e soprattutto il colore della pelle. Nonostante, quindi, l'involontario tentativo del ministro Frattini di denigrare il buon Obama con paragoni irriverenti, gli Americani hanno scelto Lui.