Oltre la soglia

da DISEGNARE PAROLE di Maria Arrigo


LETTERA A UN CRITICO  Caro amico, la tua tesi sull'arte misticheggiante non ha i colori chiari di un'anima in ricerca. E' un semplice tentativo di rinfrescare una speculazione critica con temi d'accatto che non hanno rispondenza profonda.E' questo che rende ambigue le tue pagine di critica perché sono belle tecnicamente, persino evocatrici di perdute innocenze, di laceranti rimpianti ma a conti fatti sono pagine fredde. Sono scritti inficiati da uno scetticismo di fondo. L'arte è valida finché ha dietro una sua logica che può essere piena di razionalità o irrazionalità, può essere anche frutto di spontanea fantasia, di piacere ludico.Dipingere, scrivere, ecc. ha una sua catarsi che si esplica nel godimento della manipolazione, dell'invenzione, della fabulazione. Affidare all'arte un compito, una missione che tu, malgrado l'apparenza, non credi affatto che essa possieda è rivestire di penne di pavone una cornacchia. Prima o poi la tua affascinante e bella teoria perderà le penne iridescenti e si rivelerà una misera cornacchia.Lungi da me il pensiero che tu scriva volutamente delle falsità, ma inganni te stesso e non ti accorgi che le tue teorie religiose, idealistiche dell'arte possono affascinare chi non è addentro a tali tematiche, ma risultare scontate a chi ne è a conoscenza.Le pennellate filosofiche rendano il discorso critico più avvincente, ma non si esauriscono in se stesse perché non fanno parte del tuo sostrato dialettico.Tu scrivi ma non credi. Si ha l'impressione - forse sbagliata - che ti gingilli con le parole Dio, estasi, visioni perché sono delle gemme rutilanti che scaldano e infiammano le mani. Ma se il tuo cuore non le accetta, non le vivifica con sussulti di tenerezza, di lode, sarai sempre un raffinato e volubile critico. Perché non approfondirai quei temi ma incostante seguirai nuove suggestioni.Un consiglio perciò voglio darti: come uomo cerca in letture mistiche te stesso, ma non sfruttarle come giochi dialettici.