OLTRE LA STRADA...

ACI TREZZA


 Aci Trezza (Trizza in siciliano) è una frazione del comune di Aci Castello in provincia di Catania, centro peschereccio di antica e notevole tradizione e famoso per il suo paesaggio.Il panorama di Aci Trezza è dominato dai faraglioni dei Ciclopi: otto pittoreschi scogli basaltici che, secondo la leggenda, furono lanciati da Polifemo ad Ulisse durante la sua fuga. Poco distante dalla costa (a circa 400 m. di distanza), è presente l'Isola Lachea, identificata con l'omerica Isola delle Capre e che attualmente ospita la sede di una stazione di studi di biologia dell'Università di Catania. L'isola e i faraglioni di Acitrezza assieme allo spuntone roccioso sul quale è costruito il castello di Aci, sono la più antica testimonianza di quell'attività vulcanica che è ora incentrata nell'Etna.
Circa 500 mila anni fa, quando ancora il vulcano non esisteva, nella zona compresa tra gli attuali Capomulini e Augusta si apriva un grandissimo golfo che rientrava verso l'interno dell'isola inoltrandosi fino alle colline sulle quali sorge ora il paese di Adrano (dove difatti sono stati trovati recentemente fossili marini). Circa 500 mila anni fa,appunto, avvenne nel golfo una grande eruzione che innalzò lava fin sopra il livello del mare: l'isola e gli isolotti, assieme alla rocca di Acicastello, sono appunto i resti di quella prima fase eruttiva del vulcano sommerso. Successivamente il vulcano spostò la propria attività verso nord creando un monte, indicato dagli studiosi con il nome di Trifoglietto, che poi collassò sprofondando e lasciando come traccia la grande depressione ora conosciuta come Valle del Bove. Dopo questi due grandi episodi l'attività vulcanica, spostando stavolta la propria direzione verso ovest, diede vita con eruzioni successive all'attuale massiccio dell'Etna che ha incorporato i resti dell'antico Trifoglietto.Dopo aver sottoposto ad accurati studi la natura particolare delle lave che caratterizzano la rocca di Acicastello, l'isola Lachea e i faraglioni, i vulcanologi sono pervenuti alla certezza che il golfo di Acitrezza-Acicastello costituì sostanzialmente la prima culla dell'attuale vulcano Etna. Infatti La forma colonnare che si riscontrano sotto il castello di Aci e negli isolotti indicano che l'eruzione di queste lave avvenne sotto il livello del mare.E, inoltre, le argille biancastre del fondo marino, innalzate dalla lava durante quell'eruzione preistorica, sono ancora visibili a "cappello" sull'isola Lachea e sul più grande dei faraglioni LA LEGGENDA DI ACI E GALATEAUn’altra leggenda racconta, invece, la vicenda passionale della bella ninfa Galatea, figlia del dio marino Nereo, e del suo innamorato, il mite pastorello Aci, figlio del dio Pan, protettore dei monti e dei boschi.Secondo l'antico racconto, la ninfa ogni giorno, quando il disco solare cominciava a scendere verso occidente, lasciava la spiaggia dove erano le proprie sorelle e si dirigeva verso la scogliera dove stava ad attenderla Aci.I due amanti stretti nel loro amore attendevano le prime ombre della sera, che pian piano scendevano dalle colline fino al mare e,che segnavano il loro quotidiano distacco.Un giorno, Polifemo, che si era invaghito della ninfa, inviò un messaggero a Galatea con l’intenzione di prenderla in sposa. Al rifiuto della sua proposta e colmo di rabbia, il gigante cominciò a battere con i pugni sulle pareti della grotta facendo tremare tutta la montagna, e alla vista di Aci schiacciò il rivale sotto un macigno.
Il pianto senza fine di Galatea destò la compassione degli Dei che vollero attenuare il suo tormento trasformando il sangue del pastorello in un bellissimo fiume che scende dall'Etna e trova pace nel mare dove l'attende l'abbraccio affettuoso dell'innamorata. La fantasia ha così personalizzato, ammantandoli di poesia, l'infuriare periodico dell'Etna (interpretato dalla violenza del ciclope Polifemo), la spuma del mare (il candore della pelle della ninfa Galatea) e il fiume Aci, che scorreva nei pressi di Capomulini (il pastorello innamorato). MONUMENTI La chiesa del paese costruita dal principe Stefano Riggio come primo edificio della "Terra di Trezza" venne ultimata nel 1687 e dedicata a S. Giuseppe. Fu però distrutta dopo pochi anni, dal terremoto che l'11 gennaio del 1693 devastò tutta la Sicilia orientale. Ne venne costruita subito un'altra, ultimata nel 1696, che venne dedicata a S. Giovanni: è quella tuttora esistente al centro del paese.Acitrezza è il paese in cui Giovanni Verga ambientò il famoso romanzo I Malavoglia (1881) e nel quale, nel 1948, venne girato il film La terra trema di Luchino Visconti e Antonio Pietrangeli, capolavoro del neorealismo realizzato con attori non professionisti abitanti del luogo.RISTORAZIONEDotata di numerosi ristoranti di ottimo livello,è possibile avere, gustose specialità particolarmente a base di pesce. Ancora più numerose sono le pizzerie, che di sera sono affollate, soprattutto in estate, di comitive e gruppi familiari in massima parte provenienti appositamente dalla vicina Catania.