Oltre ogni limite

Da cosa iniziamo....

Punto 1, Energia. A mio parere al primo posto dell’agenda di governo ci dovrebbe essere la stesura di un Piano Energetico Nazionale da oggi per i prossimi 10 anni (non se ne vede uno dal lontano 1975 se non sbaglio). In questo piano devono essere previsti per la riduzione della dipendenza dal petrolio e dai suoi derivati. Lasciando a parte il discorso del “nucleare”, che merita una discussione tutta per se (e poi c’è sempre un referendum ad imporre una scelta), bisogna cercare di investire in fonti energetiche che ci rendano più autonomi in materia energetica.

Abbiamo una fonte vitale, inesauribile e a bassissimo costo come il sole e non viene sfruttata. Da qui a dieci anni bisognerebbe definire e portare a termine la costruzione di centrali elettriche foto-voltaiche, specie nel sud, come quelle fatte in Germania (che non credo abbia più sole dell’Italia) e portare la produzione interna di questa fonte ad almeno il 15% del fabbisogno nazionale. Ovviamente occorre mantenere e incentivare lo sviluppo domestico del solare.

Sempre nello stesso piano si dovrebbe quantificare e portare a termine la costruzione dei gassificatori in modo da stoccare maggiori quantità di gas e comprarlo quando il prezzo è più conveniente, cercando di superare quelle resistenze, talvolta legittime ma in alcuni altri casi pretestuose, che ne impediscono la costruzione. Insomma, come gli altri paesi civili e industrializzati in qualche caso dovrebbe prevalere l’interesse nazionale su quello locale e/o personale (so di aprire un vespaio in questo senso, ma mi sembra giusto parlarne!).

Per quanto riguarda la domanda di carburante interno, visto il “cartello” che le compagnie petrolifere stanno ponendo in essere in Italia bisognerebbe cercare di “sterilizzare” almeno una parte delle tasse sul carburante e, per determinare una maggiore concorrenza, si dovrebbero obbligare le compagnie a vendere ai benzinai privati almeno il 60% delle pompe di distribuzione. Questo consentirebbe di avere distributori multi-marca e quindi obbligherebbe le compagnie a fare leva sul prezzo per occupare più  mercato. Ovviamente l’aiuto dello Stato deve andare nell’ottica di agevolare, mediante mutui a tasso agevolato o altri incentivi, l’acquisto degli impianti da parte dei gestori privati. Questo, a mio modo di vedere, abbasserebbe il prezzo dei carburanti. E poi bisognerebbe anche incentivare l’uso e la produzione di carburanti non derivati dalla lavorazione del petrolio.