Essenza

Post N° 65


"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato ovittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo,alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o di più compagni."  Questa è la definizione che dà del bullismo Olweus, uno dei massimi studiosi di questo fenomeno. Da questa definizione si possono trarre le seguenti caratteristiche presenti in un comportamento di bullismo:Azioni individuali o collettive di tipo: * fisico: prendere a pugni o calci, prendere o maltrattare gli oggettipersonali della vittima;* verbale: insultare, deridere, offendere;* indirette: fare pettegolezzi, isolare dal gruppo.Dura nel tempo (settimane o mesi) La vittima è impossibilitata à difendersi Come abbiamo visto da queste caratteristiche il bullismo può essere attuateda un singolo individuo o da un gruppo e la vittima può essere, a sua volta, un singolo individuo o un gruppo. Si può distinguere una forma di bullismo diretto, chesi manifesta in attacchi relativamente aperti nei confronti della vittima,e di bullismo indiretto, caratterizzato da una forma di isolamento sociale ed in una intenzionale esclusione dal gruppo. Per quanto riguarda lamanifestazione degli atti di bullismo si può affermare che la scuola è senza dubbio il luogo in cui questi si manifestano con maggiore frequenza,soprattutto durante i momenti di ricreazione, e nell' uscita da scuola. Proprio a causa di ciò, le vittime dei bulli spesso rifiutono di andare a scuola. Rimproverati e rimproverandosi continuamente di "attirare" le prepotenze dei loro compagni, perdono sicurezza e autostima.Questo disagio può influire sulla loro concentrazione e sul loro apprendimento.Spesso ragazzi con sintomi da stress, mal di stomaco e mal di testa, incubio attacchi d'ansia, o che marinano la scuola o, peggio ancora, hanno iltimore di lasciare la sicurezza della propria casa, sono le vittime prescelte dal bullo. Le conseguenze di tale situazione sono spesso gravi e possonoprovocare strascichi anche in età di molto successive a quelle del soprusostesso.Generalmente le vittime sono più deboli fisicamente della media deiragazzi. Anche l'aspetto fisico (ad esempio l'obesità) può giocare un ruolo nella designazione della vittima, anche se non è determinante.La vittimaLe vittime sono, per lo più, soggetti sensibili e calmi, anche seal contempo sono ansiosi ed insicuri. Se attaccati, reagiscono chiudendosi in se stessi o, se si tratta di bambini piccoli, piangendo. Talvolta soffrono anche di scarsa autostima ed hanno un'opinione negativa di sé e della propria situazione. Le vittime sono caratterizzate da un modello reattivo ansioso o sottomesso, associato, soprattutto semaschi, ad una debolezza fisica, modello che viene rinforzatonegativamente dalle conseguenze dei comportamenti sopraffattori. Tali conseguenze sono sempre a svantaggio della vittima perché non possiede le abilità per affrontare la situazione o, se le possiede, le padroneggia in maniera inefficace. Solitamente le vittime vivono a scuola una condizione di solitudine, di isolamento e di abbandono. Manifestano particolari preoccupazioni riguardo al proprio corpo:hanno paura di farsi male, sono incapaci nelle attività di gioco osportive, sono abitualmente non aggressivi e non prendono in giro i compagni, ma hanno difficoltà ad affermare se stessi nel gruppo dei coetanei. Il rendimento scolastico è di vario tipo e tende a peggiorare nellascuola media. Queste caratteristiche sono tipiche delle vittime definite passive o sottomesse, che segnalano agli altri l'insicurezza, l'incapacità, l'impossibilità o difficoltà di reagire di fronte agli insulti ricevuti; così le ripetute aggressioni non fanno altro che peggiorare questo quadro di incertezza sulle proprie insicurezze.