Essenza

Post N° 82


 Il bisfenolo A, una sostanza organica presente come additivo specifico in numerose materie plastiche che sono a diretto contatto con il cibo e con l'organismo umano, come ad esempio nella laccatura interna delle lattine di alluminio, nei biberon, nelle otturazioni dentali o nelle tubature dell’acqua, può avere effetti devastanti sullo sviluppo cerebrale del bambino. L’allarme arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Endocrinology. .Già dal 1936 è noto agli scienziati che il bisfenolo A può essere causa di disturbi del sistema endocrino, ma i ricercatori dell’University of Cincinnati hanno scoperto che questi disturbi hanno effetti negativi sul tessuto cerebrale a dosi sorprendentemente basse. “Questo studio è anche il primo a mostrare che i meccanismi di segnalazione tipici degli estrogeni sono attivi durante lo sviluppo cerebrale fetale e infantile in regioni del cervello che non si credeva fossero coinvolte ormonalmente”, spiega Scott Belcher, professore associato di Farmacologia e Biofisica Cellulare all’University of Cincinnaty College of Medicine. Il bisfenolo A agisce come un estrogeno artificiale, ed è già stato accusato di favorire lo sviluppo del tumore della mammella e della prostata, ma solo recentemente la comunità scientifica ha lanciato l’allarme per possibili rischi a lungo termine dovuti all’esposizione a bisfenolo A durante la gravidanza. “Le molecole di bisfenolo A vengono utilizzate per la sintesi di polimeri plastici e resine largamente utilizzati in molti prodotti di uso quotidiano”, avverte Belcher. “Si tende a pensare che le plastiche siano composti stabili, ma invece il legame chimico tra le molecole di bisfenolo A è altamente instabile, e quindi c’è un elevato rischio che la sostanza si diffonda nell’acqua, nelle bevande o nel cibo che sono a contatto con le materie plastiche nelle quali è contenuta”.  Studi sperimentali hanno dimostrato che il bisfenolo A mima l’azione degli estrogeni, essenziali nello sviluppo cerebrale,  a tal punto che anche dosi minime di questa sostanza possono inibire del tutto l’azione degli estrogeni sulla crescita neuronale. Si stima che 0,23 parti per trilione di bisfenolo A possano avere effetti inibitori drammatici sullo sviluppo neuronale a pochi minuti di distanza dall’assunzione. “Si tratta di concentrazioni con l’esposizione fetale alla sostanza, a livelli che possono essere presenti anche nell’acqua potabile”, spiega Belcher. Il fatto che il bisfenolo A abbia effetti devastanti anche a così basse concentrazioni può facilmente causare una mancata individuazione della sostanza con i metodi di misurazione standard del rischio chimico. Una considerazione molto importante, data la larga diffusione nell’ambiente della pericolosa sostanza.