Omotossicologia.

TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA MONTINARI (parte terza)


2) Dieta priva di glutine e latte vaccino: nella terapia è ricoperto un ruolo fondamentale dalla dieta priva di glutine e latte vaccino, infatti Alterazioni del sistema immune intestinale possono interferire con il processo di assorbimento, determinando particolari sindromi cliniche che interessano il piccolo intestino(4).Nel 1995 Lucarelli S ed altri,  (5) hanno posto delle strette correlazioni tra intolleranze alimentari e autismo, in particolare, segnalando il ruolo dei peptidi alimentari nella produzione di effetti tossici a livello del SNC che interagissero con i neurotrasmettitori,  evidenziavano l’intolleranza al latte vaccino presente in 36 pazienti autistici; osservavano un miglioramento dei sintomi dopo circa due mesi dalla sospensione dalla dieta del latte vaccino, con  un incremento delle IgA per caseina, latto-albumina e beta-lattoglobulina, nonchè IgG e IgM per caseina.Nell’Autismo sono presenti frequentemente disordini gastrointestinali,correlati  essenzialmente  al malassorbimento , al quale si associa nel 70% dei casi una patologia da reflusso gastro-esofageo. Nella nostra esperienza il reflusso gastro-esofageo era correlato soprattutto a gastropatie da intolleranze alimentari (latte vaccino e glutine). Nel novembre 1999, (6) osservazioni analoghe sono state riportate  da Horvath K ed altri :essi dimostrano la presenza, in pazienti autistici di disordini gastrointestinali, specialmente esofagite da reflusso, e malassorbimento di disaccaridi. Gli autori osservano anche un incremento di secrezione bilio-pancreatica che depone per un interessamento dei recettori della secretina del fegato e del pancreas.E’ importante documentare ulteriori condizioni di malassorbimento che favoriscono l’accumulo di amine tossiche a livello del SNC, in particolare negli Astrociti.Nel corso della terapia non si sono mai osservati effetti collaterali o reazioni indesiderate. Dopo i primi dieci-quindici giorni di somministrazione dei prodotti, i pazienti presentavano un quadro clinico caratterizzato da aumento del nervosismo, iperattività, in alcuni casi aumento delle stereotipie; tali manifestazioni regredivano spontaneamente dopo alcuni giorni ed erano strettamente correlate con la liberazione dai tessuti di amine tossiche che, drenando nel tubo digerente, avrebbero potuto  stimolare  i recettori neuro-gliari mediante il circolo entero-ematico. Tali manifestazioni erano strettamente associate alla disbiosi intestinale che, nei primi venti giorni di terapia, assumeva un proprio idoneo equilibrio con l’eliminazione di feci fortemente maleodoranti per alcuni giorni, fino alla completa eliminazione dei radicali liberi in eccesso presenti.Nel corso della terapia si sconsigliava  la somministrazione di antibiotici, cortisonici, immunosoppressori e farmaci a componente chimica, tranne nei casi in cui la mancata somministrazione di tali farmaci avrebbe potuto compromettere il recupero clinico del paziente. Il quadro clinico si modificava lentamente, ma progressivamente; in genere i primi segni  che indicavano un miglioramento, si presentavano dopo i  primi sei mesi di terapia, caratterizzati da  una maggiore attenzione del paziente verso  il mondo circostante, riduzione delle stereotipie, maggiore apprendimento di informazioni fornite dai terapisti, coordinamento dei movimenti finalizzati e del pensiero, acquisizione di vocaboli, risposta precisa ad ordini e richiesta motivata e finalizzata , interessamento della sfera affettiva con evidente comparsa dell’affettività e della partecipazione alla vita familiare e sociale.Nella fase iniziale della terapia che è rappresentata dunque dalla dieta privativa di glutine, latte vaccino e derivati, nonchè è strettamente caratterizzata dal drenaggio, il quadro clinico dei pazienti, dopo una settimana circa di terapia, è rappresentato dal una regressione comportamentale, incremento dell’iperattività, pollacchiuria, nicturia, feci  e urine maleodoranti. Tal quadro cinico, transitorio, è dipendente dallo stato di tossicità organica di ogni paziente, dalla propria disbiosi intestinale e dalla presenza di adipociti (quadro costituzionale).  E’ indubbio che per la molteplicità dei quadri clinici presentati , per l’età di ogni paziente, per la propria costituzione, la risposta alla terapia sì è presentata differente nei tempi e nei modi. Con il proseguire dello studio stiamo cercando di fornire una classificazione di tali encefaliti subcliniche con AS su base immuno-allergologica e immunogenetica, per le quali è ipotizzabile un programma terapeutico settoriale.Importante è l’osservazione anche  del miglioramento dei quadri clinici di pazienti affetti da AS con epilessia farmacoresistente, e questo è stato da noi messo in stretta correlazione con la terapia omotossicologica, drenante e alimentare somministrata ai pazienti.Tutte le osservazioni cliniche ed eventuali modifiche delle terapie con antiepilettici sono state coordinate e monitorate da neuropsichiatri infantili.I progressi sono  stati costanti e stabili, anche se la terapia ha subito brevi interruzioni.Negli ultimi dodici mesi di osservazione abbiamo potuto notare che l’85% dei pazienti giunti alla nostra osservazione presentavano un indice percentuale di NK < ai valori minimi e che l’ulteriore attivazione del sistema immunitario ha consentito una migliore risposta dei neurotramettitori consentendo un recupero clinico in tempi più brevi(31).   c) Associazione della terapia con elevate concentrazioni battericheDi estrema importanza è il ripristino dell’eubiosi intestinale con la normalizzazione dei processi metabolici alterati con esaltazione dei Linfociti T,B e dell’Interferone.Nella gelatina reale è presente l’acetilcolina, sostanza ad azione colinergica, che rientra tra i neurotrasmettitori delle fibre parasimpatiche ed esercita diverse azioni farmacologiche, in particolare sulle ghiandole che ricevono innervazione parasimpatica comprese le ghiandole tracheobronchiali, le salivari, sudorifere e quelle annesse all’apparato digerente.E’ indispensabile mantenere l’alvo libero quotidianamente, per tal motivo sono stati impiegati purganti salini.(30) L. acidophilus:  la specie maggiormente rappresentata nell’intestino umano (presente anche in altre parti del corpo quali il cavo orale e la vagina). Anaerobio facoltativo ; per la crescita ha necessità di acido folico, calcio pantotenato, niacina e riboflavina. E’ stato dimostrato che i bifidobatteri costituiscono il 90% della flora gastrointestinale del neonato, ed il 50% di quella dell’adulto. Il L. acidophilus svolge un ruolo molto importante nell’antagonismo batterico intestinale con meccanismi di difesa che inibiscono la traslocazione di altri batteri. L’effetto di tale antagonismo batterico  è riferito al confinamento dei microrganismi  traslocanti nel tratto gastro-enterico da parte delle microflora autoctona. Studi sul topo hanno dimostrato che la somministrazione di Lactobacillus spp. attraverso una dieta a base di yogurt, permette di stimolare i linfociti della placca di Peyer con una conseguente risposta più rapida agli stimoli mitogenici.Il L. acidophilus colonizza il tratto gastroenterico dell’uomo già nel tenue ,dimostrando resistenza all’acidità gastrica, alla peristalsi e agli acidi biliari. L’azione di questi batteri determina una specifica stimolazione sul GALT e sulla mucosa vaginale si ha un’interazione con la Candida (sul microambiente vaginale).Tali batteri lattici possono essere utilizzati come veri e propri farmaci immunobiologici ,sia nella prevenzione, sia nel trattamento delle infezioni gastroenteriche,mediante la inibizione della colonizzazione di patogeni per l’effetto barriera e per la produzione di sostanze ad azione antibiotico-simile in quanto possono indurre risposte immuni specifiche nell’ospite. L.bulgaricus : tale ceppo batterico , come lo Streptococcus thermophilus, non fa parte della microflora intestinale endogena; è in grado di aderire alla mucosa intestinale attraverso acidi lipoteicoici determinando un importante effetto barriera nei confronti della E.coli, stimolando una risposta immunitaria specifica citolitica dell’ospite nei confronti della E.coli con conseguente efficace lisi delle cellule batteriche traslocate.Il L.bulgaricus e lo S. thermophilus possono legarsi spontaneamente in vitro ai linfociti CD4+ e CD8+ umani per mezzo di interazione con specifici recettori di membrana con produzione di citochine (INF- a,b,g, IL-1, IL-2) importanti per la difesa nei confronti di tumori e delle infezioni. Tali batteri attivano inoltre macrofagi e linfociti intestinali con l’attivazione di NK e conseguente produzione di INF-g.   Streptococcus thermophilus: esistono numerose interazioni tra i batteri lattici alimentari e il sistema immune dell’ospite. Lo Streptococcus thermophilus non fa parte della microflora endogena intestinale ma sopravvive al passaggio del tratto intestinale. Questi batteri colonizzano temporaneamente l’intestino e sono implicati nei meccanismi protettivi dell’ospite con l’attivazione delle difese in seguito alla interazione con le cellule immunocompetenti intestinali.Studi hanno documentato il grande ruolo svolto da questi batteri nella risposta immunitaria, infatti lo Streptococcus thermophilus induce la produzione di IFN-g  e del numero dei linfociti B e cellule NK nel sangue periferico dell’uomo.I batteri lattici della microflora intestinale svolgono una funzione di modulatori della risposta immunitaria attivando specificatamente i linfociti Th1, favorendo la sintesi di IFN-g . La produzione pertanto di IFN-g risulta protettiva nei confronti di allergie alimentari con inibizione della sottopopolazione linfocitaria Th2 e della anomala produzione di IL-4 , IL-5 e IL-6. Pertanto, in corso di condizioni patologiche, la distruzione della flora batterica lattica intestinale può determinare l’insorgenza di allergie nei confronti di antigeni alimentari in soggetti geneticamente predisposti a sviluppare reazioni di ipersensibilità di tipo IgE-mediato, non esclusi i soggetti affetti da dermatite atopica. L.casei : grande è il suo effetto antidiarroico; può inibire i processi di deaminazione e di decarbossilazione microbica degli aminoacidi e protezione nei confronti dell’effetto tossico delle amine. Documentata è l’azione anticarcinogena e nel trattamento della dermatite atopica con incremento della produzione di INF-g e aumentata attività citotossica NK.  B.bifidum ( B. breve, B.infantis, B.longum)  : nell’uomo i bifidobatteri sono presenti nel cavo orale, nell’intestino, nei bronchi e nella vagina. Sono cellule immobili e prive di flagelli, lunghe 2-5  mm, dall’aspetto bacillare o coccoide, irregolare, da cui il nome bifido, ramificato, gibboso, con sviluppo ottimale a pH di 6,5-7,0, in condizioni anaerobiche. Sono dominanti nell’intestino di bambini allattati al seno, infatti il latte materno possiede specifici fattori di crescita per i bifidobatteri chiamati “fattori bifidigeni. Il B. breve e B.infantis sono gruppi di bifidi presenti nell’intestino del lattante, mentre il B.longum è specifico del colon umano dell’adulto.I B.longum manifestano un effetto antitumorale in quanto sono in grado di formare un polisaccaride che inoculato in topi infettati con cellule di sarcoma-ascite 180 è in grado di prolungare la vita degli animali. I bifidobatteri preverrebbero la formazione dei prodotti carcinogeni differentemente dai lattobacilli che elaborano metaboliti inibenti la proliferazione delle cellule tumorali.