Omotossicologia.

TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA MONTINARI (parte quarta)


d) Il ruolo dello zinco E’ importante, a tal punto,  descrivere la funzione di ogni singolo prodotto impiegato, descrivendo i propri componenti , la propria storia, ed il proprio meccanismo d’azione.L’uso dello Zinco nell’arte medica è documentato sin dall’antichità, in particolare la medicina egiziana lo impiegava per il trattamento delle ferite e delle ustioni. Lo Zinco è un componente essenziale con circa 90 enzimi presenti attivamente in tutte le principali vie metaboliche (8) . Tra i metalloenzimi zinco-dipendenti dei mammiferi, particolare importanza rivestono l’anidrasi carbonica, la fosfatasi alcalina, le carbossipeptidasi, le aminopeptidasi e numerose deidrogenasi.Riconosciuto è il ruolo dello Zinco, quale costituente della RNA e DNA polimerasi, nella sintesi degli acidi nucleici e delle proteine, e ben dimostrato è il suo ruolo nel metabolismo degli acidi grassi e della Vitamina A (9).Lo Zinco è assorbito nel piccolo intestino mediante un meccanismo di trasporto attivo in particolare nel duodeno e nel digiuno prossimale ed è regolato dalla presenza di una proteina a basso peso molecolare “legante lo Zinco” o ZBL. Qualunque lesione istologica della mucosa, come avviene nella m. celiaca, determina una riduzione notevole dell’assorbimento dello Zinco.Importantissimo è il ruolo ricoperto dallo Zinco nell’immunocompetenza in età pediatrica, infatti da studi di Giovannini  , Rottoli A., Riva E ed altri (10) si dimostra come deficit di zinco si associano a involuzione del timo e del tessuto linfatico, diminuzione del numero di linfociti T circolanti e parallelamente un aumento del numero di linfociti T immaturi nella milza, riduzione della proliferazione linfocitaria e delle principali funzioni della linea T e, in grado meno evidente, della linea B, caduta dei livelli plasmatici di IgG2, IgA e IgM, riduzione della citotossicità cellulo-mediata anticorpo-dipendente (ADCC) dei linfociti K, dell’attività citotossica diretta dei NK e di una sottopopolazione di linfociti T, competenze  principalmente dirette alla difesa contro i tessuti neoplastici e nel rigetto dei trapianti.Ruolo indiscusso è dunque quello ricoperto dallo zinco nel metabolismo, nell’alimentazione, nella genesi della risposta immunitaria e nel controllo delle infezioni (11,12). Lo zinco è quindi un componente essenziale di numerosi metalloenzimi che regolano e controllano numerose vie metaboliche interessanti i carboidrati, i lipidi, le proteine e la sintesi e la degradazione degli acidi nucleici (13) ed alcuni di questi metalloenzimi rispondono ad una carenza di zinco con una rapida diminuzione di attività.Nel nostro studio su pazienti affetti da AS e malassorbimento,  si è osservato, spesso empiricamente, che la somministrazione di latte vaccino determina un incremento delle stereotipie ed un accumulo di tossicità, nonostante i pazienti non risultino intolleranti alle proteine del latte di vacca; è ipotizzabile che la notevole quantità di caseina presente nel  latte di vacca potrebbe essere una delle cause dello scarso assorbimento di zinco da questo alimento. E’ anche verosimile, come già accennato, che il ZBL siano più di uno e che nell’assorbimento dello zinco giochi un ruolo importante anche un carrier a livello della membrana (14), come non sembra migliorare l’assorbimento di zinco l’aggiunta di acido citrico al latte di donna e a latti formulati (15). La tioneina, proteina ricca di zolfo e capace di legare i metalli, gioca un ruolo importante nel passaggio dello zinco dalle cellule della mucosa intestinale ai vari distretti dell’organismo (16), mentre l’albumina potrebbe essere la roteina vettrice dello zinco dal sistema portale al fegato (17). Il normale metabolismo intestinale dello zinco sembra includere anche un circolo enteropancreatico, infatti la sua concentrazione nel succo pancreatico è sei volte maggiore di quella della bile. Nell’intestino gli alimenti stimolando il pancreas liberano zinco endogeno. Il chimo contiene sia zinco endogeno, che proviene dal pancreas, sia esogeno, proveniente dai cibi. Sono da escludere dalla dieta dei pazienti gli alimenti a base di soia che ostacolano l’assorbimento dello zinco in essi contenuto, e di quello presente in altri alimenti assunti contemporaneamente.Altra inibizione della biodisponibilità dello zinco è determinata dai fitati, largamente rappresentati nel latte di soia, nelle fibre vegetali, ed è dimostrato che cereali e leguminose, ricchi sia di fitati che di fibre, sono alimenti che contribuiscono notevolmente a deprimere la biodisponibilità dello zinco.Importante osservazione è anche che il ferro non eminico, e l’acido folico  risultano essere  inibitori  dell’assorbimento intestinale dello zinco , pertanto nei pazienti con malassorbimento associato a sindrome autistica, risulterebbe controindicata la somministrazione di ferro per via orale e di acido folico.Pertanto se ne deduce che l’aggiunta di sali di ferro ad un latte formulato provoca una significativa riduzione dell’assorbimento di zinco.Nelle sindromi da carenza di zinco sono riconosciuti sintomi quali anoressia, ipogeusia, disgeusia, disosmia, rash cutanei, confusione mentale, atassia.Nel 1981 Burnet ha prospettato un possibile ruolo etiologico dello zinco nella patogenesi della dementia. e) Il ruolo del Cloruro di Magnesio Nella terapia un ruolo importante è ricoperto dal  Cloruro di Magnesio.Ha la formula Mg Cl 2  e peso molecolare 95.23; la massima presenza la si registra nell’acqua di mare con circa 7.5 g per litro.Cox I.M., Campbell M.J. e Dowson D. (18) dimostrano il ruolo ricoperto dal magnesio nella sindrome da astenia cronica ( chronic fatigue syndrome CFS).In tale sindrome si è dimostrato come siano bassi i livelli eritrocitari di magnesio e che la somministrazione dello stesso determini uno stato di benessere in questi pazienti.Analogie etiopatogenetiche sono state da noi osservate tra la CFS e la sindrome autistica, infatti nella CFS è stata presa in considerazione la possibilità che DNA virus ( EBV, CMV, HSV, VZV) o virus Coxackie B siano all’origine della sindrome da astenia cronica i cui meccanismi sono ancora sconosciuti e discussi.Si conoscono tre forme di Mg Cl2:1)      Cloruro di Magnesio cristallizzato (Farmacopea Ufficiale)2)      Cloruro di Magnesio essiccato (Farmacopea Tedesca e Francese)3)      Cloruro di Magnesio anidro (Non riveste alcun interesse terapeutico)Noi impieghiamo il Cloruro di Magnesio cristallizzato ottenuto dalla evaporazione dell’acqua di mare; contiene sei molecole di acqua (Mg Cl2 6H2O) con peso molecolare 203.33, sale anidro 46.84% e H2O 53.16%.Questo risulta il solo cloruro di Magnesio iscritto alla Farmacopea Ufficiale.E’ altamente igroscopico ed è molto solubile in acqua.In forma salina, se non è ben conservato al riparo dall’aria, assorbe umidità divenendo una sostanza mielosa, successivamente sciropposa, difficilmente maneggiabile. f) Attivazione enzimatica mitocondriale, attivazione dei neurotrasmettitori, riparazione della struttura. Particolare attenzione è stata posta alla cinetica dei Chinoni in associazione alla L-Arginina e coenzima Q-10.Il coinvolgimento del DNA mitocondriale in molte patologie degenerative ci ha spinti a focalizzare lo studio sulle funzioni del mitocondrio al fine di ipotizzare una terapia che mirasse al rispristino delle funzioni cellulari, considerando falliti molti tentativi terapeutici con immunosoppressori.I mitocondri generano energia mediante un processo assai complicato con lo scambio di elettroni lungo una serie di complessi proteici (catena respiratoria).Tale scambio permette, anche se indirettamente, all’ATP-sintetasi di sintetizzare ATP (adenosintrifosfato), molecola questa che è deputata al trasporto di energia all’interno delle cellule.Si è dimostrato che gli organi più facilmente esposti ad una carenza di energia cellulare sono il SNC, la muscolatura cardiaca e scheletrica, i reni e i tessuti endocrini. Il DNA mitocondriale codifica per numerose molecole importanti, specifica la struttura di 13 proteine con funzione di subunità dell’ATP-sintetasi e dei complessi della catena respiratoria, nonchè di 24  molecole di RNA che coadiuvano la sintesi di quelle subunità dei mitocondri. Le mutazioni a carico del DNA mitocondriale in grado di alterare le proteine o l’RNA presente nei mitocondri, può ridurre la capacità dei mitocondri stessi di produrre energia e quindi determinare la comparsa di malattie.Mutazioni del DNA mitocondriale possono presentarsi nei tessuti nel corso della vita con diverse mutazioni che appaiono in cellule diverse e anche in molecole diverse di DNA mitocondriale all’interno di una stessa cellula.Tali meccanismi sono riconosciuti come mutazioni somatiche.La catena respiratoria determina la produzione di energia con l’emissione di radicali liberi  dell’ossigeno, derivati tossici che possono attaccare tutti i componenti delle cellule tra cui le proteine della catena respiratoria e il DNA mitocondriale.Il danno da radicali liberi porta all’accumulo di mutazioni somatiche del DNA mitocondriale, influendo sull’invecchiamento, per cui i trattamenti in grado di bloccare la produzione di questi radicali da parte dei mitocondri e di proteggere il DNA mitocondriale potrebbero essere utili.Il trattamento con antiossidanti (Coenzima Q, Vitamine C o E, Omega 3 - 6) somministrati per lunghi periodi permette di ottenere  risultati soddisfacenti.Il Coenzima Q (benzochinone liposolubile) che si riscontra in tutti i tessuti animali ed in alcuni tessuti vegetali, serve al trasporto di elettroni durante l’ossidazione di succinato e precede il citocromo C come datore di elettroni nell’ossidazione dell’antimicina A del succinato attraverso i mitocondri.Quando la facoltà di deidrogenazione di un agente patogeno viene diminuita, esso non è più in grado di ricavare energia per la sopravvivenza, producendo sostanze tossiche come le ammine tossiche  e emolisine; quindi è logico come con l’impiego del benzochinone liposolubile sia ripristinata la facoltà di deidrogenazione.I radicali liberi vengono inattivati dal benzochinone, per cui le mutazioni somatiche del DNA mitocondriale si arrestano.Le ammine patogene (ammine tossiche) hanno dunque un forte potere decarbossilante gli aminoacidi: esse esercitano quindi una specifica azione sulle molecole HLA e sulle catene amminoacidiche cellulari.Pertanto l’impiego di un gruppo carbonilico deidrogenativo di grande efficacia implica la necessità di impedire che ulteriori ossidazioni avviate siano bloccate dai radicali liberi permanenti, come avviene per l’ossido di azoto (NO). Interessanti sono gli studi  sperimentali condotti sui ratti da Cupello A e Robello M  (19) del 2000  relativamente all’azione di modulazione del recettore GABA(A).Il nitrossido (NO) viene sintetizzato da un enzima conosciuto come Nitrossido-sintasi (NOS) che trasforma l’aminoacido semiessenziale L-Arginina, in L-Citrullina rilasciando in tal modo NO quale sottoprodotto.In questa reazione intervengono due cofattori essenziali, quali la Calciomodulina e la Tetraidrobiopterina.Sono conosciute, ad oggi, tre isoforme di NOS:1)      NOS-costitutiva (NOSc), prodotta nelle cellule endoteliali e mesangiali;2)      NOS-cerebrale (NOSb), che si forma nei neuroni ed altri elementi cellulari del SNC;3)      NOS-inducibile (NOSi), prodotta nei macrofagi ed altri leucociti, come  anche nelle cellule muscolari.Le tre forme dell’enzima NOSc,NOSb e NOSi sono importanti per il mantenimento di molteplici risposte omeostatiche.In particolare, nell’Autismo, ricopre un ruolo importante il NOSb, infatti l’aumento della concentrazione del GMPc, causato dalla stimolazione di tale recettore, è potenziato dalla L-Arginina e bloccato dagli inibitori della nitrossido-sintasi. Questo conferma che il NO risulta essere il meccanismo di trasduzione della attivazione neurale glutammato-indotta da tale recettore.Il NO entra a far parte dei fenomeni di plasticità, quali la LTP (Long Term Potentiation) nell’ippocampo che è collegata alla formazione della memoria ed alla velocità di apprendimento e la LTD (Long Term Depression) nel cervelletto, che rientra nei meccanismi per l’apprendimento motorio.Altra implicazione del NO è il controllo neuronale del tratto gastroenterico quale trasmettitore-inibitore non –adrenergico non-colinergico (NANC).Nella terapia che M.G.Montinari(20) esegue per il trattamento di patologie neuro-degenerative, immunocorrelate, vengono somministrati i Chinoni .L’uso di questi gruppi carbonilici  rappresenta un supporto alla “chimica dell’immunità naturale” (21) che in un lavoro di P.M. Koch vengono descritti nella propria azione e interazione. Szent-Gyorgyi affermò che il Metylglyoxal e il Glyoxal , che sono i dicarbonili a struttura più semplice, erano antagonisti dell’azione di proliferazione cellulare del gruppo SH, definendo il Metylglyoxal come il semaforo rosso alla divisione cellulare. Aveva anche dimostrato come il Glyoxal ed il Metylglyoxal sopprimevano la divisione cellulare senza danneggiare le cellule e che tale soppressione era reversibile; attribuiva la soppressione della proliferazione cellulare ai gruppi carbonilici.Sempre Szent-Gyorgyi riportò che le aldeidi chetoniche inattivavano il gruppo SH agendo come accettore di elettroni per le proteine e, quindi, contribuivano alla stabilità dello stato cellulare beta e della sua struttura.I carbonili reagiscono con la guanidina, essendo la guanidina un donatore di elettroni.I dicarbonili, che sono composti altamente insaturi e sostanze piuttosto reattive, possono essere presenti nelle cellule in quantità molto limitate. Inoltre i dicarbonili non possono esistere nell’atmosfera anaerobica fortemente ridotta dello strato alfa.Lo stesso ricercatore espresse l’opinione che i due ruoli più importanti dell’ossigeno fossero la trasformazione delle proteine in radicali liberi e semiconduttori, nonchè la promozione di reazioni elettroniche rendendo autocatalitico il trasferimento e la formazione di radicali liberi. Dichiarò inoltre che la mancanza di ossigeno avrebbe riportato indietro le cellule dallo stato ossidativo beta allo stato fermentativo alfa.Senza ossigeno quindi non possono essere prodotti dicarbonili nella cellula e, senza dicarbonili, non si può generare ossigeno. Sia la presenza di dicarbonili che quella di ossigeno sono essenziali per lo stato beta, e senza uno di loro l’altro non può esistere: la cellula passa così dallo stato di ossidazione beta allo stato di fermentazione alfa.Szent-Gyorgyi riferì che la soppressione della proliferazione di microorganismi invasivi nelle cellule vegetali era compiuta, irreversibilmente, da dicarbonili aromatici altamente attivi quali dichinoni di derivati catecolici ( cioè o-dichinone che è tossico) e che il Metylglyoxal inibiva la crescita batterica.W.F. Koch già nel 1912 aveva documentato che nelle convulsioni post paratiroidectomia nei cani (quindi alterazione del metabolismo del Calcio), si producevano  due basi tossiche la Metilguanidina e Guanidina che, nelle urine, erano presenti in quantità fatali. Una scoperta significativa fu che le urine trasportavano grosse quantità di acido lattico , il che significava che i meccanismi ossidativi erano troppo danneggiati per poter fornire l’energia per le attività tessutali,  provocando così le convulsioni: il tutto portava dunque ad un blocco dei meccanismi ossidativi da parte delle basi guanidiniche.Glyoxal, Metylglyoxal e Parabenzochinone, quali molecole con il più piccolo numero di impedimenti sterici, furono posti in uso nel 1918; essi furono poi seguiti da catene più lunghe di gruppi carbonilici come Acido Rodizonico, il Trichinoyl, il tutto al fine di generare la più elevata negatività carbonilica.Essendo questi dei forti deidrogenatori si potevano avere reazioni avverse severe dovute al rapido accumulo di tossine non elimnate dai tessuti, pertanto  vennero impiegata alte diluizioni di Glyoxal, Methylglyoxal e Trichinoyl.La posologia varia in relazione all’età e alle condizioni cliniche del paziente, al quale viene somministrata una dose massima giornaliera di 3 gr. di Magnesio Cloruro per consentire il mantenimento del pH intestinale al di sopra di 7, questo  al fine di neutralizzare le ammine tossiche nel colon acido per opera di batteri e virus  e miceti che decarbossilano gli amminoacidi.Le decarbossilazioni infatti procedono particolarmente in ambiente acido con pH 3.5 e 6 ad opera di batteri, quali lo streptococcus fecalis e di miceti. La presenza del Cloruro di Magnesio consente la creazione di un legame stabile con le  amine tossiche che vengono così eliminate direttamente con le feci senza consentirne il riassorbimento mediante il circolo entero-ematico e successivo stato di tossicità cerebrale, e fattore importantissimo risulta il coinvolgimento del magnesio nella sopravvivenza cellulare (22).Nel luglio 2001 ,Michael C. Lorenz e Gerald R. Fink  (23) hanno pubblicato uno studio interessantissimo sul ciclo del Glyoxylato richiesto per la virulenza dei funghi.La somministrazione per os di Gangliosidi alla 4DH (suini) consente una riparazione del danno neuronale e della GLIA. La diluizione alla 4DH, in soluzione omeopatica, supera le difficoltà precedentemente esistenti  presenti con la  somministrazione di Gangliosidi bovini.Questi sono stati largamente utilizzati nel trattamento di svariate patologie neurologiche e in corso  di osservazioni personali di M.G.Montinari (24) dal 1983 al 1992, anche nel trattamento della stipsi ostinata nell’infanzia con risultati ottimali .In particolare l’autore postulava l’azione del farmaco sulle strutture nervose del tubo digerente che regolano la peristalsi, in particolare lo sfintere anale interno. Nel corso di tale studio si osservò che i neuroni del tratto prossimale dello SAI presentavano fibre non – adrenergiche e non – colinergiche. Tali fibre neuronali vennero definite purinergiche dopo lo studio dell’ultrastruttura delle stesse e dopo l’osservazione della presenza di ATP come mediatore chimico.Il sistema dei neuroni purinergici è dunque responsabile della motilità ano-rettale e del rilasciamento dello SAI. I recettori purinergici non dipendono dalla innervazione estrinseca del plesso parasimpatico intramurale. Tali neuroni, presenti anche nello stomaco e nel retto sembrano siano controllati da fibre parasimpatiche che decorrono lungo il vago e i nervi pelvici. La via purinica controlla la funzionalità dei vari sfinteri, il SES (sfintere esofageo superiore) , il LES (sfintere esofageo inferiore) nonchè lo SAI(sfintere anale interno). Con la somministrazione di Gangliosidi bovini, associati alla somministrazione di Cloruro di Magnesio, si otteneva la ripresa funzionale stabile della peristalsi intestinale entro sessanta giorni di terapia.Nel corso del trattamento di 45 bambini non furono registrati effetti collaterali.Discusso in letteratura è stato il ruolo dei Gangliosidi bovini, sia per la loro peculiare estrazione da tessuto animale, sia per ipotizzati effetti avversi, quale la produzione di  anticorpi anti-mielina. La diluizione dei gangliosidi alla 4DH ha permesso di superare tutte le reazioni avverse documentate in precedenza, quale la sindrome di Guillain-Barre (GBS) descritta in alcuni casi dopo lunghe terapie con gangliosidi bovini (25),(26).Il rimedio A,B,C, normalizza i ritmi biologici (ultradiani, circadiani,circamensili, circastagionali e circannuali) agendo sia a livello del nucleo soprachiasmatico che degli organi effettori di questa azione pace-maker (27) che determina periodiche oscillazioni di svariate sostanze nel circolo ematico, in particolare della MLT (melatonina) e dei neurotrasmettitori ad essa associati quali la NA (noradrenalina), HT (serotonina) e la ACH( acetilcolina) (30)(31).