l'ondacalda

L'ultimo abbraccio


Luigi faceva il cuoco. «’O cheffone», come lo chiamavano gli amici. Aveva poi cucinato «Da Raffaele» sul corso principale, fino a tre anni fa era il beniamino dei clienti di «Ciao Bella», un locale di via Gazzella. Il suo datore di lavoro era Giuseppe Di Massa, un omaccione che, ricordandolo, non riesce a frenare le lacrime: «Luigi era uno uno dei migliori cuochi dell'isola. Ed era molto apprezzato da clienti e datori di lavoro, ma quando poteva, dava anche una mano al suocero che ha un’impresa edile». E con il suocero Luigi aveva costruito, una ventina di anni fa, la casa che è diventata la tomba sua e delle figlie, mentre Orsola si era dedicata alla famiglia, all'orto e agli animali domestici. «Luigi aveva fatto come tutti gli altri - spiega Giuseppe Di Massa - aveva costruito là dove aveva potuto. In un isola dove da quaranta anni non si dà una sola licenza edilizia, funziona così. Ma la casa era solida, fatta a regola d'arte. Ora con i soldi che era riuscito a mettere da parte stava cominciando a costruire altri due piccoli appartamenti per le figlie. Sarebbero rimaste a vivere accanto ai genitori». In famiglia tutti cercavano di dare una mano: Anna, 18 anni, lavorava in un negozio di abbigliamento sul corso; Maria, 16 anni, commessa nel minimarket «Le Ginestre». Secondo gli amici e i vicini di casa erano ragazze tranquille, un po’ all’antica. Giulia frequentava con impegno la seconda media. «Era una ragazza timida e gentile - racconta Maria Teresa, una compagna di classe - le piacevano i telefilm di Oc e collezionava le figurine per l’album. Ci frequentavamo poco perché i suoi genitori la facevano uscire raramente». «La mamma, soprattutto, era molto presente - racconta la preside Lucia Monti - tanto che le aveva proibito di partecipare alla gita scolastica quando siamo andati a Roma al Senato. Le insegnanti le avevano promesso che l'anno prossimo avrebbero tentato di convincere la mamma». Giulia era una di quelle ragazzine sempre più rare che voleva a tutti i costi riuscire bene a scuola. Nell'ultimo tema aveva scritto: «Se avessi una bacchetta magica vorrei avere tutti ottimi voti». E la settimana scorsa c'era riuscita, aveva avuto «buono» in scienza e, per la contentezza, era scoppiata in lacrime. I compagni, allora, l'avevano applaudita.http://multimedia.repubblica.it/home/214826