l'ondacalda

Le caste sociali


Il nostro paese non è il posto dell´uguaglianza e nemmeno quello delle opportunità. Si notano grandi differenze fra chi vive in un discreto benessere e chi tutti i giorni lotta per non oltrepassare la soglia della povertà. E l´ambizione di fare il «salto sociale», di passare da una condizione all´altra, è più difficile da realizzare in Italia che altrove.Un paese «vulnerabile», con tante, troppe, fragilità: i conti pubblici, la divergenza fra Nord e Sud che aumenta, la tragica carenza di innovazione, ma anche le elevate diseguaglianze sociali ed economiche. Il reddito non è distribuito in modo equo, si concentra ai vertici ed è diluito alla base.Oltre 4,2 milioni di persone percepiscono un reddito che non supera i 780 euro al mese. Un milione e mezzo di persone vive in famiglie dove le entrate totali non superano gli 800 euro. Il disagio è focalizzato soprattutto al Sud (dove quasi il 39 per cento dei nuclei si colloca nelle fasce di reddito più basse contro il 12 per cento del Nord), nelle famiglie numerose, in quelle dove ci sono disoccupati e fra gli anziani soli. E le privazioni sono imbarazzanti: nel Meridione il 13,5 per cento delle famiglie confessa di non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni.Su tutto il territorio italiano a non mangiare in modo adeguato è il 7,5 per cento dei nuclei . Quasi l´11 per cento non può riscaldare in modo accettabile la propria casa, il 39 non fa nemmeno una settimana di vacanza all´anno. L´affitto si mangia in media il 30,7 per cento delle entrate.E penso all'India delle caste sociali. In India il sistema delle caste è una piaga da era barbarica . Gli intoccabili, i Dalit, sono gruppi poveri ai margini della società oggetto di continue violazioni e sfruttamento. L’intoccabilità, che si manifesta tuttora in molti aspetti della vita quotidiana, oltre a rappresentare una violazione dei diritti fondamentali, continua a costituire un ostacolo imponente allo sviluppo ed alla realizzazione di una società, divisa in ceti sociali insormontabili, che possa dirsi veramente democratica. Non si può passare da una casta sociale inferiore ad una superiore !Di questa discriminazione soffrono, ovviamente ancor di più, le categorie più emarginate quali le donne ed i bambini. La strutturazione del lavoro ed il conseguente sfruttamento, costituiscono uno degli esempi più lampanti della discriminazione in base al sistema delle caste. Ancora oggi, ai poveri vengono assegnati lavori che sono considerati impuri dalle caste alte, quali la concia delle pelli, il trattamento degli animali morti, la pulizia delle strade ed ogni altra occupazione che possa essere inquinante per gli appartenenti alle caste più alte.La paura degli studenti di famiglia di caste superiori è di perdere i loro privilegi a favore di una politica di suddivisione delle opportunità più equa e democratica. Hanno oltre il 50 % dei posti, pur rappresentando il 15 % della popolazione. Il rischio ora è quello di un confronto che porti a nuovi tragici episodi di violenza. Gli studenti appartenenti alle caste superiori hanno già annunciato che cercheranno di impedire fisicamente ai poveri che avranno i posti assegnati di prenderne possesso.Non è questo il mondo che vogliamo. Nessun luogo si può definire civile, se vi è anche un solo povero.