l'ondacalda

Padre della vittima e non del figlio


 Non ce l'ha fatta Nicola Tommasoli. Il giovane ricoverato all'ospedale Borgo Trento di Verona dopo essere stato selvaggiamente picchiato la notte del primo maggio è morto. Alle 18 il collegio medico dell'ospedale ha concluso il periodo di osservazione iniziato dopo l'assenza di attività cerebrale. I genitori di Nicola hanno espresso il desiderio di donare organi e tessuti. La cattura è stata resa possibile dopo che ieri Dalle Donne aveva confessato di essere uno degli autori dell'aggressione a Tommasoli, 29 anni, ucciso nel centro di Verona solo perché si era rifiutato di offrire una sigaretta. Dalle Donne, 19 anni, interrogato dal magistrato Francesco Rombaldoni, titolare dell'inchiesta, è un ultrà neofascista già responsabile di aggressioni a sfondo razzista e violenze negli stadi. "Vorrei essere il padre della vittima anziché il padre di mio figlio", avrebbe detto ieri tra le lacrime il padre di Raffaele Dalle Donne, al momento dell'arresto del figlio. "C'erano i ragazzi, noi stavamo passeggiando, ci hanno chiesto una sigaretta, anche con un tono un po' strano. Noi abbiamo risposto di no e abbiamo continuato a camminare per la nostra strada senza fermarci. Quando ho fatto per girarmi - ha aggiunto - uno mi ha sferrato un pugno, da lì è cominciato tutto. Due minuti di panico, faccio fatica adesso perchè ho preso tante botte, mi tiravano per i capelli, sono caduto più volte e ho cercato di difendermi come potevo, per fortuna mi sono girato, altrimenti potevo esser lì al posto del mio amico. Cosa ci dicevano? No, non insulti - ha aggiunto - ci davano le botte ma non dicevano niente. Erano delle bestie, non c'è un motivo né niente".