l'ondacalda

LA MILANO DA SNIFFARE


Non c'è solo la mamma che si è buttata dalla finestra col figlio di 4 mesi e ora è piantonata in ospedale. C'è il chirurgo ortopedico di 37 anni beccato con un grammo di coca in tasca, appena comprata in piazzale Corvetto. Che con i poliziotti quasi si giustifica: «Lavoro 16 ore al giorno. Altrimenti non ce la faccio». Ci sono storie simili, storie di ordinaria cocaina nei racconti degli uomini che ogni notte incastrano chi compra e chi vende nel più grande mercato d'Italia. Un lungo elenco di nomi, verbali pronti per le direttissime e fogli prestampati da spedire in Prefettura che gli agenti dell'Uocd, l'Unità operativa criminalità diffusa, compilano ogni notte. Sono 1.500 i milanesi segnalati in Prefettura, negli ultimi 12 mesi, come «assuntori di droga». A volte si finisce con la patente ritirata. Altre, come per il medico, si dovrebbe arrivare a una segnalazione all'Ordine. Ma i fogli si fermano sulle scrivanie. Così fuori nessuno sa che il dottore, la prof o il tranviere sono schiavi della polvere bianca. Le statistiche dell'Asl dicono che un giovane su tre si droga. Un popolo meticcio: disgraziati, liberi professionisti, manager, operai. Tutti tutti insospettabili. Come le modelle ucraine che gli agenti in borghese hanno fermato in corso Como mentre compravano tre dosi, rivestite di carta stagnola. O i ragazzi che ogni notte varcano il portone del fortino di viale Bligny, 42. Poi ci sono quelli che lo spacciatore lo chiamano al telefono e lo ricevono a domicilio. Come aveva fatto il padre del piccolo ferito lunedì, dopo un volo dal primo piano in braccio alla madre. Negli uffici della Mobile c'è un imbianchino. Ha 30 anni, la faccia tirata dal sonno perso. «Lavoro tutto il giorno, che devo fare». Lo hanno preso mentre ritirava la dose dal pusher. In viale Traiano tocca a una professoressa delle medie. Il compagno ha comprato due dosi. Beccata: «La prendo solo quando sono giù». All'Arco della Pace gli agenti seguono un gruppo di ragazzi, fino all'appartamento. Dentro trovano un etto di bamba. Due arresti, sette segnalati. Pure il figlio di un imprenditore. Noto. Poi tocca a un tranviere dell'Atm. Prova a non perdere la patente. Supplica. Come il tassista fermato in piazzale Lagosta: «Mi serve per guidare». Tutti o quasi, raccontano le solite menzogne: «Era la prima volta». In viale Monza, gli uomini della Uocd fermano un'auto. A bordo una donna, alla guida un italiano e dietro un bimbo di tre anni. In tasca due grammi, comprati un minuto prima.Il suv che si ferma in piazzale Loreto, verso le due di notte. Eleonora ci prova: «Andate a prendere i criminali». È agitata, addosso ha tre palline di cocaina. Poi una delle tre confessa: «Volevamo divertirci, solo per provare». Le tre mamme crollano, Eleonora, 43 anni, capelli biondi e abito scollato capisce che non c'è niente da fare. «Non volevo. Non ditelo a mio marito. E non ditelo ai miei figli». La droga sequestrata è cocaina di bassa qualità. Le tre amiche vengono trattenute, ci vorrà tutta la notte per spiegare e riempire moduli e verbali. A casa le aspettano i figli. E il racconto più difficile dovranno farlo a loro.