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IL VALORE DEL SERVIZIO PUBBLICO


Circa 260 milioni di pasti distribuiti nelle mense italiane sono prodotti ogni anno da un esercito di 37mila lavoratori in nero, con alti rischi per la qualità dei cibi somministrati a bambini e anziani. Il grido d'allarme arriva dalle associazioni del settore della ristorazione collettiva, Angem-Fipe e Ancst-Legacoop, che rilevano un "preoccupante involuzione" del mercato con l'aumento delle aziende "non virtuose", favorite da criteri delle gare d'appalto che mettono la qualità al secondo piano puntando soprattutto sulle offerte al ribasso. In pratica, il 30% dei circa 854 milioni di pasti distribuiti ogni anno in Italia sarebbe a rischio qualità. E i numeri del mercato in appalto dicono che il settore vale 3,8 miliardi di euro, conta 1400 imprese e 73mila lavoratori di cui 45mila a tempo pieno. Gli utenti annuali, invece, sono oltre cinque milioni, distribuiti nei 20 mila punti di servizio gestiti dalle aziende di ristorazione collettiva. Per non parlare dei quasi due milioni di bambini fra scuole materne ed elementari per i quali il pasto in mensa è quello principale in tutta la giornata. Un pasto in mensa costa oggi 4,60 euro. Ma "con l'aumento delle materie prime, il mancato adeguamento dei prezzi all'inflazione e il ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione - spiega il presidente di Angem, Ilario Perotto, in una conferenza stampa presso la sede della Confcommercio - la gestione delle mense è ora ai limiti della sostenibilità economica".