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Come l'Argentina


L'analisi del Financial Times è impietosa: senza riforme, sulla strada della rovina. "L'Italia segue l'Argentina sulla strada della rovina". A scriverlo è il Financial Times. Berlusconi direbbe che sono frottole di giornalisti comunisti... Ebbene, secondo il prestigioso quotidiano economico della City londinese, il governatore della Banca d'Italia "Mario Draghi implicitamente ammette questa somiglianza quando afferma che l'Italia deve migliorare la propria performance produttiva se vuole avere qualche speranza di invertire il trend di relativo declino" intrapreso dal Paese. L'analisi del Financial Times è impietosa: "In assenza di riforme reali, lo scenario più probabile per l'Italia è quello di un prolungato periodo di stagnazione economica, se non di recessione, con un aumento del debito pubblico. Queste spingerà le agenzie di rating ad abbassare ulteriormente l'outlook italiano e costringerà la Banca Centrale Europea a tirare fuori dai guai l'Italia". Torneremo ad essere la Grande Malata d'Europa, di triste memoria? Sì, a meno di non seguire una brutale terapia per guarire dal disastroso virus del crack. Quale, la indica lo stesso Financial: "L'Italia commetterebbe un grave errore se postponesse riforme del mercato anche dolorose e se facesse affidamento sull'indulgenza della Bce". Lo stesso errore commesso dall'Argentina che si è sempre affidata "alla benevolenza del Fondo Monetario Internazionale per misurare la debolezza della propria economia". "Come nel caso dell'Argentina - prosegue il Ft - l'unica strada da seguire per l'Italia è quella di riguadagnare competitività attraverso riforme strutturali, e soprattutto quella del mercato del lavoro". Il quotidiano osserva infine che "come l'Argentina negli anni '90, le finanze pubbliche italiane sono veramente in disordine: con un debito pubblico che eccede il 105% del Pil, l'Italia è il paese più indebitato fra i grandi d'Europa. E con deficit superiore al 4%, sta chiaramente violando i criteri di Maastricht. Ad aggravare la situazione c'è anche la perdita di competitività a livello internazionale". L'eredità Berlusconi.