LE MIE VIE NON SONO LE VOSTRE VIE. il riscontro oggettivo

Post n°24 pubblicato il 29 Novembre 2007 da haythan_song

La parola del Signore è sempre attuale.

Nel Vangelo si trovano veramente tutte le risposte alle nostre domande a condizione di leggerle con impegno e con la fede.

Il Signore ha utilizzato sempre un linguaggio molto elementare allo scopo di far comprendere la Sua parola anche a chi non fosse dotato di una cultura scolastica. Si è servito quindi di parabole e di esempi che meglio di ogn arte oratoria hanno espresso concetti di grande portata.

Le mie vie non sono le vostre vie. Questa frase si trova nel Vangelo di
Matteo 20:1-16 - La parabola degli operai mandati nella vigna pronunciata da Gesù e rivolta agli operai che protestavano per una presunta disparità di trattamento valutata con il metro "umano" ovvero gli operai che hanno iniziato il lavoro a giorno inoltrato venivano ricompensati come gli operai che hanno iniziato il lavoro dalle prime ore del mattino sino alla sera.

La metafora rappresenta il premio dell'eternità che viene concesso in eguale misura (e non potrebbe essere diversamente in quanto non si può porzionare l'eternità) a chi ha condotto tutta una vita in santità e a chi si è rivolto sinceramente al Signore anche l'ultimo momento della propria esistenza.

Le mie vie non sono le vostre vie, ovvero i parametri che adotta il Signore sono quelli di una realtà vera ed assoluta, a differenza dei parametri umani che sono di una realtà "relativa" alla nostra condizioni di esseri umani.

Un riscontro oggettivo - ma ce ne potrebbero essere tanti altri - che a me sembra di cogliere - ma senza mai averlo cercato -  alla luce delle recenti scoperte tecnologiche, è il seguente:
quando di notte guardiamo una stella siamo pronti a giurare sulla esistenza dell'astro in quanto lo vediamo, non importa se ad occhio nudo o con telescopi, ma la scienza ci ha rivelato che in realtà noi non vediamo la stella bensì la sua luce, e per intanto la stella potrebbe non esistere più nel momento in cui la vediamo, o per meglio dire, crediamo di vederla. Ciò significa che la nostra percezione della realtà è fortemente limitata - ed assolutamente dipendente - dalla nostra condizione di esseri umani, e che pertanto la realtà vera è diversa da come viene percepita da noi.

Con ciò voglio dire che l'evoluzione dell'uomo, supportato dalla scienza, lo aiuta a capire - fornendogli dei riscontri oggettivi - che la vita terrena è uno "spaccato" della realtà assoluta nella quale vive il Signore, e nella quale è destinato anche tutto il genere umano, e che tutto ciò che Lui ha detto è assolutamente vero, anche se l'uomo non può percepirlo e lo accetta con un atto di fede



 
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'a livella

Post n°23 pubblicato il 29 Novembre 2007 da haythan_song

 
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VOLARE

Post n°19 pubblicato il 23 Novembre 2007 da haythan_song

 
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LA COSCIENZA CIVICA ED IL RUOLO DI CITTADINO

Post n°18 pubblicato il 30 Luglio 2007 da haythan_song
 

Non sono parole vuote ed astratte, ma prese di posizioni responsabili che costruiscono il futuro di chi li pone in essere e della collettività.

 

Voglio riferire un episodio che mi è capitato ieri sera in una località collinare vicino alla città dove abito.

 

Vi si svolgeva la terza serata di una manifestazione musicale ed enogastronomica, una sorta di sagra, e ho deciso di partecipare in compagnia di mia moglie per godermi un po’ di fresco e fare la conoscenza di qualche artista visto che mi piace il campo musicale.

 

Appena sono arrivato ho avuto subito l’impressione di una fiera contadina, molto scarna, e sono stato accolto da due giovani della protezione civile che mi hanno indicato un parcheggio, distante alcune decine di metri, situato alle spalle del luogo in cui si teneva la manifestazione.

 

Arrivato al parcheggio sono stato accolto da parcheggiatori improvvisati ed ovviamente abusivi che mi hanno invitato a parcheggiare la macchina in un piazzale sistemato per l’occasione in un campo agricolo. Mi sono rifiutato di entrare perché era evidente che mi sarai impolverato anche le parti intime appena sceso dalla macchina, e a mo’ di conforto il parcheggiatore mi ha “assicurato” che era stata sparsa dell’acqua per limitare la polvere. Ma bene! Cosi scendo proprio nella fanghiglia! Ho rifiutato e sono andato via.

 

Sono stato subito informato che non potevo tornare indietro essendo quella una strada a senso unico e che quindi ero costretto a proseguire ed alla fine – così mi era stato comunicato dai sedicenti parcheggiatori - dopo aver effettuato il periplo della piccola collina mi sarei ritrovato sulla strada  del ritorno.

 

Mi sono avventurato per quella strada indicatami, che si è rivelata subito un budello in discesa, della larghezza della mia auto, stretto e buio, senza alcun cartello stradale, tra rocce ed arbusti incolti.

 

Dopo circa un paio di chilometri mi sono ritrovato davanti ad un ponte sopra un canalone ad un altezza di circa 15 metri,  illuminato solo dai fari della mia macchina, ed ero impossibilitato a fare manovra per invertire il senso di marcia in quanto non c’era spazio sufficiente. Per fare manovra dovevo necessariamente passare il ponte al di la del quale, dopo un’ispezione a piedi, ho visto che c’era spazio sufficiente.

 

Ovviamente non avevo nessuna intenzione di proseguire oltre perché le stradine che mi si presentavano davanti non mi davano nessun affidamento.

 

Avevo la sensazione di essere caduto in una trappola, facile preda di rapinatori ed esposto a qualunque altro rischio, sia di incidente che di improvviso malore.

 

Finalmente passo il ponticello e riesco a fare inversione di marcia e ritorno su al parcheggio dove ho rimproverato aspramente il parcheggiatore. Poi sono andato dai due della protezione civile e gli ho detto il resto i quali hanno poi capito l’errore che stavano commettendo, ovvero quello di non fare alcun opera di prevenzione e di sicurezza verso quei turisti, che come me, non conoscevano la zona e rischiavano di correre seri rischi.

 

Ma in definitiva si sono defilati scaricando la responsabilità sul Comune che avrebbe dovuto mettere dei vigili urbani per il controllo del territorio.

Per caso ho incontrato una macchina della polizia municipale con il vigile di turno, dall’aspetto molto trasandato, al quale ho esposto la mia disavventura, e per tutta risposta mi ha riferito che gli organizzatori della manifestazione non gli hanno offerto neanche un bicchiere di birra a differenza di organizzatori di altre manifestazioni.

 

Sono rimasto allibito ed avvilito, ma ho reagito energicamente. Dopo aver protestato con il vigile l’ho informato che sarei andato dai carabinieri a denunciare l’accaduto, e udite!  udite! ha cercato di dissuadermi raccontandomi che i carabinieri a quell’ora, ormai erano circa le ore 22, stavano dormendo e che non avrebbero aperto a nessuno.

 

L’ignaro non sapeva con chi aveva a che fare, e tra i fumi dell’alcool mi aveva scambiato per uno con la sveglia al collo e l’anello al naso, come purtroppo ce ne sono tanti nella nostra bella Italia.

 

In sostanza gli ingredienti di questa avventura sono:

 

  • Una coppia di cittadini non più giovani che viene attirata da una pubblicità di una manifestazione musicale all’aperto in una serata estiva
  • Una banda di organizzatori improvvisati e senza alcuna responsabilità verso il pubblico, tutti proiettati ad alleggerire le loro tasche, tra parcheggiatori abusivi e prezzi alle stella
  • Mancanza di controllo delle istituzioni locali, che si hanno mandato la protezione civile ed un vigile urbano, ma senza alcuna preparazione per ricevere il pubblico che affluiva numeroso da fuori zona

 

E mettiamoci pure la mia insofferenza ad abbozzare a situazioni incresciose e a subire la prepotenza del furbetto di turno e il menefreghismo delle pubbliche istituzioni governate da politici improvvisati.

 

Ho quindi deciso di recarmi dai carabinieri per denunciare questa situazione i quali – tutt’altro che dormienti e chiusi dentro – mi hanno ricevuto ed hanno ascoltato con attenzione il mio raccolto, alla fine del quale mi hanno assicurato che sarebbero andati sul posto per richiamare l’attenzione degli organizzatori ad una maggiore cura.

 

Soddisfatto sono andato via. Ma lo avranno poi fatto? Spero tanto di si, ma non mi è sembrato il caso di controllare.

 

La morale di questa storia è che dovremmo acquisire la coscienza dei nostri diritti di cittadini, e soprattutto di farli valere a tutti i livelli, Le cose funzionano solo se noi vogliamo che funzionino.

 

Delegare completamente agli altri non è produttivo.

I nostri predecessori hanno guadagnato la libertà con il proprio sangue, e noi rischiamo di perderla per ignominia!

 

Chi è d’accordo con me?

 

 

 

 

 
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