Titolo Libero

[FAKE]


   [BY M.]E' in arrivo una rivoluzione per la stragrande maggioranza degli utenti della Rete, perlomeno per coloro i quali detengono almeno un profilo personale sui social network e/o "postano" commenti su siti quali, ad esempio, Youtube. Facebook eGoogle, anche su richiesta di governi e (si bisbiglia) multinazionali, sono sempre più decisi a porre un freno all'invisibilità su Internet, o meglio all'uso di nomi inventati e soprannomi non esplicitamente autorizzati. In virtù di ciò a partire dalle prossime settimane sembra non sarà più consentito a coloro i quali non vogliono farsi identificare online lasciare la propria impronta virtuale senza mostrare apertamente il proprio volto al mondo, almeno dal punto di vista informatico.I due colossi americani dovranno però fronteggiare la resistenza di molti "navigatori", che certamente non vedranno di buon occhio questa novità in grado di scalfire il muro di non-riconoscibilità che dapprincipio la Rete aveva garantito. Gli usufruitori di Internet si dividono in gruppi: chi vede nell'iniziativa un buon modo per porre un freno al dilagante numero di commenti offensivi che si possono trovare giorno per giorno in Rete, chi è spaventato dall'iniziativa e la contrasta in nome di coloro i quali hanno problemi seri nel dimostrare apertamente la propri identità (utenti che si collegano da Paesi nei quali non vige la "libertà di parola", vittime di aggressioni di diverso livello, ecc.) e chi la identifica come un ulteriore campagna commerciale, motivo per il quale l'immagine dei social network è stata ultimamente contrastata e rivalutata negativamente.Data l'aurea di incertezza relativa all'uso dei dati personali online fatta da Zuckerberg & C., molti ironizzano sul fatto che le opinioni espresse da un nome e cognome reali abbiano più valori di altre espresse da pseudonimi, dei quali si sa poco o nulla. Se si considera questo aspetto, l'ipotesi di coloro che vedono nella scelta di Google e Facebook di rendere obbligatorio l'invio di documenti a supporto all'iscrizione per rendere il web più sicuro e accogliente perde, chiaramente, peso.
Fake Name Generator, Una Miniera Di "Fake Identities"Considerando la problematica da un punto di vista più ampio è palese considerare quanto le recenti manifestazioni e rivolte nel Sud-Est asiatico e nel Nord Africa siano state foraggiate dai social network, che soprattutto per quanto concerne quelli che ancora garantiscono un certo grado di anonimato hanno permesso a molti dissidenti di manifestare la propria opinione e coalizzarsi per ribaltare regimi e governi "sgraditi". L'iniziativa non convince più di tanto, soprattutto se si considera l'estrema facilità di crearsi in pochi minuti delle identità finte e complete ("Fake Name Generator") e la presenza di strumenti atti a controllare l'identità e la provenienza di iscrizioni e commenti, ad esempio attraverso la presenza di un indirizzo IP riferito ad un certo Paese di provenienza. E' in costante aumento il numero di utenti che operano sul proprio conto corrente attraverso le app per i loro smartphones (fonte: "Interactive Advertising Bureau").Quasi il 60% di coloro che hanno risposto all'inchiesta hanno affermato di interagire abitualmente con il proprio patrimonio in maniera virtuale e on the move, mentre il 25% è a conoscenza della presenza di una app ma non l'ha ancora scaricata e/o utilizzata. Minore è la percentuale di coloro i quali utilizzano il sito della propria banca in formato mobile, senza sfruttare la app ufficiale.
Ribadendo l'importanza di interagire con la propria banca attraverso la app ufficiale disponibile sugli stores virtuali, è importante non comunicare a nessuno e/o trascrivere la password di accesso ai propri dati, accertandosi inoltre che la sessione si svolga protetta dalla criptazione SSL (Secure Socket Layer).Ecco alcuni consigli utili per coloro i quali intendano iniziare o continuare ad operare con la propria banca attraverso queste applicazioni:non connettersi al servizio da hotspots e/o wi-fi pubblici e/o privi di sufficiente sicurezza;diffidare delle comunicazioni che la propria Banca invia attraverso SMS o e-mail. E' estremamente consigliabile, inoltre, evitare di chiamare i numeri telefonici indicati in questi messaggi;attivare gli alerts relativi ai pagamenti effettuati tramite il proprio bancomat, la propria carta di credito e/o il conto corrente bancario. Il servizio in questione, in passato proposto solo da alcune banche, è ora comune a diversi Istituti e società emittenti carte di pagamento;allontanarsi dal sito della banca e/o interrompere l'uso della app laddove si tema la stessa stia funzionando in maniera equivoca;controllare regolarmente il proprio estratto conto bancario;installare sul proprio dispositivo mobile un software che si prenda cura della sicurezza del dispositivo mobile in questione.     Spesso un sistema viene mantenuto in condizioni di maggiore sicurezza modificando periodicamente la password di accesso, facendo sì che per un cybercriminale non sia più così vantaggioso provare a forzare l'accesso, sia dal punto di vista del tempo che tale attacco richiederebbe per poter essere portato a termine positivamente, sia per quanto concerne le risorse informatiche che esso domanderebbe.Con riferimento agli eventi del 15 aprile sembra che buona parte degli attacchi siano mirati nei confronti degli accounts "admin", i principali (e spesso unici) adoperati per la gestione dei profili su i Vari usati.La principale raccomandazione che gli esperti di sicurezza informatica stanno rilasciando nelle ultime ore riguarda l'immediata modifica della propria password di accesso; l'intervento è ancora più necessario nel caso in cui la stessa fosse estremamente semplice (es. nome proprio di persona, cognome, data di nascita, ecc.)     Per poter operare malware e badware hanno bisogno di chi li ospiti fisicamente. Global Security Map è un report aggiornato in tempo reale, disponibile gratis online, atto a stabilire in quali luoghi il crimine informaticoattecchisce e dove ha allungato i propri tentacoli.Nata dall'esperienza in fatto di report acquisita col tempo da HostExploit, Global Security Map ha storicamente contribuito a smascherare alcuni episodi di cybercrimine in tutto il mondo.La pericolosità della situazione, raccontata sul sito di Global Security Map attraverso alcuni pratici e dettagliati grafici, è valutata in base a 6 diversi parametri: spam, malware, badware, botnets, phishing e hub di crimine informatico. HE Index è il metro di giudizio sviluppato dal teamresponsabile di questi report, attraverso il quale si descrive la gravità dello scenario di ogni Paese al mondo su una scala che va da 0 a 1000. Raccolti i dati, il sistema attribuisce una classe di merito ad ogni versante in base alla significatività di quanto recepito e alla grandezza del/i server coinvolto/i.Definiamo con maggior precisione le classi di analisi, individuando per ciascuna di esse lo stato di fatto ad oggi rilevato:Spam: e-mail non richiesta dal ricevente ed inviata indiscriminatamente su vasta scala, sempre di più verso uno specifico gruppo di soggetti.Lo scenario attuale: Arabia Saudita, Pakistan e India paiono ospitare il maggior numero di server indiziati come fonte di spam a livello mondiale. [BY M.]