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80 voglia di te


Venerdì sera (27/07/2007) sono andato al teatro all'aperto della Versiliana per assistere alla prima nazionale del musical "80 voglia di te" con e di Paolo Ruffini, regia di Michelangelo Ricci, coreografie di Chiara Pistoia e sceneggiature di Claudia Campolongo.La trama è semplice e nello stesso tempo originale: è la mattina del 15 Giugno 2007, e ci troviamo in un Liceo Classico e Paolo, il protagonista, lo scapestrato e alternativo della scuola, scoprirà solo nel pomeriggio se è stato promosso o bocciato.Non teme la bocciatura, i brutti voti e la pagella, ma la madre che gli impedirebbe di andare in vacanza, di divertirsi con gli amici, usare la macchina e di avere la paghetta settimanale. Un incubo. E poi ci sono loro: i professori. I rivali più acerrimi, quella casta irremovibile che per tutto l'anno lo ha fatto faticare e che ha fatto di tutto per bocciarlo.L'attesa, la lunga attesa che divide il suo destino (divertimento e libertà oppure bocciato e recluso in casa) lo fa star male ed è allora che comincia a gridare quello che più desidera: "Ho tanta voglia di non essere qui, ho tanta voglia di essere promosso, ho tanta voglia di farcela, Ho tanta, Ho tanta, 80!", ed ecco che magicamente si ritroverà proiettato nel 15 Giugno del 1987. Ritroverà tutti i suoi insegnanti, con quelle insicurezze e quelle paranoie giovanili che non 
sembrano essergli tanto estranee. Nel corso di questa giornata straordinaria avrà la possibilità di essere lui insegnante (e imparare) aiutandoli a cambiare, a risolvere piccole e grandi dinamiche sentimentali che li avrebbero poi resi gli insopportabili prof che detestava tanto nell'altra epoca.Sarà per Paolo l'occasione per valutare che c'è sempre un vissuto dietro il nostro essere, e per capire cosa significa davvero imparare a voler bene a qualcuno. Lo spettacolo si chiude alla fine prendendo a modello il cubo di Rubrick: non importa risolverlo, l'importante è trovare l'incastro gisto.Forse sarà perchè sono un livornese d.o.c. come Paolo Ruffini, ma mi sono divertito veramente tanto e ho ascoltato della buona musica, che per capirci spaziava dai Pink Floyd a Renato Zero, passando per Donatella Rettore e tanti altri cantanti/gruppi italiani e stranieri che hanno segnato i gusti musicali dei mitici anni 80, tutta ovviamente eseguita dal vivo da una band veramente tosta.Esilaranti i monologhi di Paolo, permeati da tante battute tipiche della nostra livornesità schietta e diretta, forse non da tutti capite al volo, ma che a me hanno fatto ringiovanire di almeno 25 anni ricordando periodi della vita che ormai non torneranno più..... Insomma: uno spettacolo che consiglio a tutti, adatto a tutte le età, anche se chi più di tutti se lo goderà sarà la generazione dai 35/40 anni in su!