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Recensione: In Vespa da Roma a Saigon


Chi segue con costanza OnTheAir avrà già sentito parlare di Giorgio Bettinelli, il giramondo che tutto il mondo ha davvero girato in sella alle sue Vespa, nella sua lunga carriera terminata purtroppo a soli 53 anni ha scritto ben 4 libri più uno fotografico, non li avevo mai letti, salvo qualche stralcio riportato su riviste del settore diversi anni fa.Ho quindi deciso di colmare questa mia lacuna e ho iniziato con il primo della saga a cui sono poi seguiti "Brum Brum 254.000Km in Vespa", "Rhapsody in black" e "La cina in Vespa".Ve lo dico con sincerità: ne sono rimasto folgorato, nessun viaggiatore su due ruote e scrittore prima di lui ha saputo coinvolgermi così tanto, il suo è un vero e proprio stile di vita, la sublimazione del viaggio con un manubrio tra le mani, nel suo primo libro ci racconta di come quasi per caso sia diventato un vespista e di come abbia poi fatto diventare questa sua passione un lavoro trovando il pieno appoggio della Piaggio e di alcuni fedeli sponsor.Incredibili le vicissitudini in cui si è imbattuto e le difficoltà a cui ha dovuto fare fronte, siamo distanti da qualsiasi schema come "l'incoscienza" di Marco De Ambrogio, "l'epopea" di Long Way Round, "la missione" di Michele Orlando, la sua è un'esperienza di vita pura, l'assaporare l'essenza del viaggio in tutti i suoi aspetti: il romanticismo, la violenza, la bellezza dei paesaggi, la povertà, l'ignoranza, la prepotenza, la burocrazia, la fotografia, i paesaggi, le culture, i popoli, .......Giorgio viaggiava quasi sempre da solo "raccattando" ogni tanto qualche ragazza con la quale condivideva non soltanto la sella della Vespa, con una di queste si è poi legato per sempre e con lei ha vissuto fino agli ultimi giorni della sua vita, prima che un malore improvviso, una banale infezione ce lo portasse via, così lo ricordano gli amici del suo fans club:
"Rimango altre quattro ore in sella, e guido finché il sole è già quasi al tramonto, secondo una sana abitudine che da tempo ero costretto a perdere, prima di fermarmi in un villaggio qualsiasi per passare la notte. E’ una delle sensazioni che ho sempre amato di più, e che così spesso mi ha dato l'illusione di essere libero e padrone della mia vita: quel grappolo di minuti dalla consistenza indefinibile, quando non è ancora buio e non è più giorno, e tu entri in un posto che non hai mai sentito nominare, con la consapevolezza che domani sarai già lontano, e che per altri mesi, per altri anni, per altri grappoli di minuti della stessa intensità continuerai ad allontanarti, assecondando il dipanarsi di una matassa il cui filo ti si srotola tra le mani senza farsi accorgere, e finisce dall'altra parte del mondo".Da "Brum Brum - 254.000 chilometri in vespa" di Giorgio Bettinelli.In questo momento sto leggendo il suo secondo libro, quello da cui sono tratte le parole scritte sopra, mano a mano che li avrò completati ve li presenterò qui su OnTheAir, intanto partite, partite dal primo e potrete insieme a lui sognare fantastici tramonti indonesiani, desolate praterie asiatiche, ............Buona strada! Alex OnTheAir